lunedì 28 gennaio 2008

Blade runner (import USA)

FILM: Dal romanzo di Philip Dick "Do androids dream of electric sheep?", Ridley Scott trae un noir futuristico di matrice esistenzialista, con ampi rimandi al poliziesco "hard boiled" e alla fantascienza antiutopistica. Essenziale nell'intreccio, s'affida a un'estetica d'intossicante bellezza, seguendo una trasfigurazione, prima dell'opera letteraria e poi della sceneggiatura, dai forti accenti sperimentalisti. Il risultato è un'esperienza totalmente "visuale", che tuttavia digerisce, superandoli, gli stilemi dickiani sul concetto di "Umanità". Il merito dell'impresa va a una rappresentazione urbana di realismo sconvolgente, e alle intuizioni che racchiude: dalla stratificazione sociale (e architettonica), alla mescolanza di razze, luci e pioggia, dall'ossessione per il "surrogato" e per gli occhi (quale "tecnologia" ultima per filtrare il reale), al compenetrarsi d'umano e cibernetico. Riflesso d'un simile, potentissimo immaginario, è la progressiva identificazione fra l'uomo e il suo alter ego sintetico, il "replicante": ma mentre, nell'opera letteraria, l'uguaglianza uomo-macchina sottintendeva un'allegoria sulla spersonalizzazione, in Blade Runner ridefinisce l'autenticità dei sentimenti, separandoli da ogni prerogativa biologica o divina. Alla luce di tale suggestione, per cui la brama di vita "legittima" la vita stessa, i toni non possono che essere cupi, il finale "irrisolto", e la storia d'amore, fra il poliziotto Harrison Ford e la replicante Sean Young, senza futuro. Quanto al narrato fuori campo, presente nella prima edizione del film, non si può che lodare la sua esclusione -anche- da quest'ennesimo "final cut", in quanto didascalia antipoetica, e fuorviante nel sottolineare l'opinione del protagonista Ford. Del suo personaggio, infatti, bastano l'apatia e il "modus" investigativo: un processo di "magnificazione" visuale che svela il subatomico nell'immagine e il pixel nell'organico.

QUALITA' VIDEO (8,5 su 10): Blade Runner final cut occupa un Bluray da 50 GB, ed è compresso tramite algoritmo VC-1. Le immagini, ovviamente presentate nel loro formato originale, vantano una qualità eccellente ma non straordinaria, anche se per motivi quasi solo "fotografici". Innanzitutto, va precisato che la pellicola, restaurata ad un livello maniacale e digitalizzata a risoluzione 4k e, in parte, 8k, è in condizioni ottimali: graffi o spuntinature sono del tutto assenti, mentre la grana non "sporca" mai il quadro in maniera evidente. Di tutto il film, sbalordisce soprattutto la resa delle celebri panoramiche sulla città, e delle scene con effetti speciali ottici (che di solito "spengono" di parecchio la luminosità e i colori). L'apertura, ad esempio, toglie il fiato ed assurge all'olimpo delle sequenze "demo": in essa, il livello di nitidezza supera anche quello, già "ipnotico", visto in Apocalypto, con in più una pulizia, un nero, ed una saturazione dei colori che rendono il quadro tridimensionale. Ma sullo stesso livello (seppur con un po' più di grana) sono anche tutte le traversate di Deckard (il personaggio interpretato da Harrison Ford) a bordo delle auto volanti, i molti totali della città, e certe in quadrature più ravvicinate degli edifici, soprattutto durante l'ultima parte. Nelle normali sequenze con i mezzi e primi piani degli attori, invece, la nitidezza diminuisce, pur mantenendo un livello molto alto e parecchie punte straordinarie, soprattutto per un film con ormai 22 anni sulle spalle. In particolare, certi brevi passaggi (che però costellano un buon 60% del film) hanno una "pasta" meno fine, mentre in altri la ripresa è lievemente fuori fuoco. Questi momenti meno riusciti, che si contano sulla punta delle dita, sono localizzati nella scena con Deckard e Rachel alla Tyrrel, in quella con il fabbricante d'occhi Chew, in parte del confronto fra Deckard e la replicante Zhora, e nel "pre-finale" al Bradbury Building. D'altro canto, non mancano sequenze, oltre a quelle citate all'inizio, dove la resa è esemplare, con vette da capogiro sia nella definizione che nella pulizia: su tutte, l'interrogatorio iniziale, l'entrata di Deckard nella stazione di polizia, certi primi piani dei replicanti in casa di Sebastian, l'omicidio di Tyrell e, forse la migliore in assoluto, quella in cui Deckard, all'interno della sua auto, s'identifica con la polizia, subito prima d'entrare nel Bradbury Building. In ogni frangente del film, comunque, la resa dei colori è sempre fedelissima alla fotografia, mentre contrasto e luminosità sono pressoché perfetti, come testimonia un nero che, salvo in qualche scena nell'appartamento di Deckard, non mangia alcun dettaglio. Le dominanti cromatiche variano fra blu, giallo e verde, ma ciò non toglie che, nelle molte scene ambientate nel caos urbano, la palette resti calda, varia e molto vivace. La resa delle scene in interni è sempre appagante e, a parte la maggiore "ruvidità" dei momenti citati sopra, molto pulita. Addirittura i contorni delle figure di Deckard e Rachel, sempre nelle sequenze nel suo appartamento, appaiono "sfumati", a testimonianza del poco o nullo edge enhancement, in favore di quella che parrebbe un lieve "spruzzata" di dnr (digital noise reduction). Impossibile notare artefatti di compressione, anche e soprattutto nelle molte scene difficili, sebbene in due inquadrature (di numero) faccia capolino un pesante rumore video. In definitiva è ovvio che, nonostante le imperfezioni, il comparto visivo di Blade Runner non sia mai stato così "analogo" a quello della pellicola, con uno scarto dal DVD quasi sempre stratosferico.

QUALITA' AUDIO (7,5 su 10): L'audio inglese Dolby Digital 5.1 (640 kbit) è sicuramente il migliore che abbia mai accompagnto Blade Runner, sebbene la qualità (comunque molto alta) non possa competere con quella dei film più recenti. Come l'immagine, anche la colonna sonora è stata restaurata: inoltre, il nuovo master audio ha subito un remissaggio elaboratissimo, con risultati che soddisfano in molti passaggi ma deludono in altri, soprattutto a causa d'un lieve effetto "copia e incolla". Il volume di registrazione è alto, e fin da subito rivela la grande potenza del segnale su tutti i diffusori. Il fronte anteriore è amplissimo e può contare su una gamma bassa d'esuberanza e calore sorprendenti. Per accorgersene, è sufficiente acoltare tutta la sequenza d'apertura, con i "tuoni" delle musiche e gli effetti delle fiammate sulla città. Anche la gamma medio/alta si difende, almeno sugli effetti laterali, che suonano nitidi e "staccati" quasi come in una colonna sonora attuale. Il canale centrale, invece, s'incupisce un po', fin quasi a "stonare" con il resto. Ciò è evidente soprattutto nei dialoghi, che rispetto a certi effetti suonano molto più "vecchi". Inoltre, sempre le voci vengono spesso coperte da fruscio e in qualche passaggio sono accompagnate da un'ambienza innaturale. Nel complesso, comunque, l'ambiente sonoro è quasi sempre spettacolare, ed animato da una marea d'effetti un po' fruscianti ma nitidi. Inoltre, gli stessi effetti sorprendono per la loro "sottigliezza", che si sostanzia in panning fronte e retro e sinistra destra, anche sui canali posteriori. S'ascoltino, ad esempio, tutta la sequenza iniziale e, quindi, dell'interrogatorio di Leon, poi tutte le scene con "trasvolate", quelle nella folla, sotto la pioggia, e persino certi passaggi in casa di Deckard, senza contare abbondanti spezzoni del duello finale, zeppi di tuoni, spari, echi e riverberi d'ogni genere. In particolare, colpiscono la qualità dei vari "temporali", ed anche i sibili degli "spinner" (macchine volanti) sui canali posteriori, potenti e dal volume molto alto. Peccato però che alcuni passaggi siano compromessi dalla scarsa qualità della colonna sonora originale: emblematica, in questo senso, è la scena dell'inseguimento di Zhora, colma di saturazioni ed effetti (del traffico o della folla) molto limitati in dinamica. Se non altro, tale scena si conclude con spari e cadute di vetri dall'impatto timbrico eccezionale, anche se, l'enorme differenza dagli altri effetti, porta alla sensazione di "copia e incolla" alla quale s'era accennato. La medesima discontinuità si può avvertire in altre sequenze, seppur non con lo stesso divario della suddetta. Buono, in tutte le situazioni in cui è tirato in causa, l'apporto del subwoofer, non molto profondo ma sempre esuberante. In definitiva, la resa audio non può dirsi fra le più memorabili: tuttavia, la vivacità del mix è tale da coinvolgere ad un livello davvero appagante, e comunque ben superiore a quello della precedente edizione in DVD.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (9,5 su 10): La quantità d'extra, sparsi sia sul primo che sugli altri 4 dischi che compongono il set, è semplicemente incredibile e sviscera il film (in ogni sua versione) oltre le aspettative del fan più esigente. A ben vedere, mancano del tutto gallerie fotografiche (inizialmente annunciate) ed altri contenuti di tipo "statico": tuttavia, è comunque difficile immaginare che in futuro si possa imbastire un comparto extra più completo ed approfondito di questo, sia per Blade Runner che per qualunque altro film. Scendendo In dettaglio, i contributi sono distribuiti come segue:

Sul PRIMO DISCO trovano posto un'introduzione di Ridley Scott al film, e tre tracce di commento: una sempre del regista Ridley Scott, una degli sceneggiatori e dei produttori, fra cui Hampton Fencer e David Peoples ed una dei realizzatori degli effetti speciali, fra cui Syd Mead. Quest'ultima, in particolare, è incredibilmente tecnica e farà la gioia di tutti gli appassionati dell'argomento.

Il SECONDO DISCO include il documentario Dangerous Days, che dura la bellezza di 211 minuti. E' diviso in 8 capitoli è narra la realizzazione del film, dalla sceneggiatura ai travagli di distribuzione, con una quantità di dettagli esorbitante. Tutto il cast artistico e tecnico viene intervistato e non manca una serie interminabile di filmati sul dietro le quinte, oltre ad outtakes straordinari, screen test e clip audio. Anche gli aneddoti non si contano, mentre i retroscena sono così interessanti da sbalordire anche il fan più navigato. Gli autori del documentario sono gli stessi di quelli prodotti per il cofanetto "Alien Quadrilogy" e per "Il Gladiatore", quindi è facile immaginare il livello di drammaticità e di passione infuso nei contenuti, che sono stati montati ed organizzati proprio come in un film. Non per nulla, il solo Dangerous Days avrebbe potuto costituire, da solo, un comparto extra assolutamente esaustivo.

Il TERZO DISCO è occupato da tre ulteriori versioni del film, ovvero quella originale americana del 1982, la versione internazionale, sempre del 1982 e il director's cut del 1992. Ognuna di esse è ottenuta tramite la tecnica del seamless branching, e discende dal medesimo master della passata edizione in DVD, anche se, ovviamente, in modalità HD 1080p. Rispetto al final cut, la qualità d'immagine è più bassa, soprattutto per quanto riguarda colori, rumorosità e contrasto: a livello di definizione, invece, il distacco non è enorme, con addirittura certe sequenze che, rispetto al final cut, hanno una resa più naturale. Ognuna delle tre versioni è introdotta, come al solito, dal Ridley Scott.

Sul QUARTO DISCO sono ospitate la featurette "The Electric Dream: Remember Philip K. Dick", sulla storia del celebre scrittore dal cui libro è stato tratto il film (14 minuti), la featurette "Sacrificial Sheep: The Novel Vs. the Film", sulle differenze, enormi, fra romanzo e pellicola (15 minuti), più otto interviste audio sempre a Philip Dick, in cui l'autore esprime i suoi punti di vista sul film, su Hollywood, sulla scelta degli attori, sugli effetti speciali e molto altro ancora. Seguono il contributo "Signs of the Times: Graphic Design", sul design delle insegne e delle pubblicità che costellano le scenografie (13 minuti), la featurette "Fashion Forward: Wardrobe & Styling" sui costumi (21 minuti), il tributo al grande scenografo Jordan Cronenweth intitolato "The Light That Burns: Remembering Jordan Cronenweth" (20 minuti), gli screen test di due aspiranti attrici ai ruoli di Rachel e Pris (9 minuti), una spettacolare serie di scene eliminate ed alternative che da sole valgono l'intero disco (48 minuti), le featurette d'epoca "On the Set" (14 minuti), "Convention Reel" (13 minuti) e "Behind-the-Scenes Outtakes" (9 minuti), la featurette "Promoting Dystopia: Rendering the Poster Art" in cui gli artisti John Alvin e Drew Struzan discutono la realizzazione dei poster per le varie edizioni del film (10 minuti), e la featurette "Deck-A-Rep: The True Nature of Rick Deckard", sulle speculazioni attorno alla natura del personaggio di Deckard (10 minuti). Chiudono la carrellata di contenuti, 8 fra trailer cinematografici e televisivi. Fra tutte le featurette, stupiscono in particolar modo quelle relative alla grafica e allo scenografo Jordan Cronenweth, per quantità di dettagli e aneddoti. Sul piano "culturale", invece, sbalordiscono tutti i segmenti relativi a Philip Dick, interviste audio comprese, mentre una menzione d'onore va alle scene tagliate, la cui valenza è quasi inestimabile. Montate in ordine cronologico, costituiscono quasi un'ulteriore versione del film, ed includono ogni genere di chicca: dalle visite di Deckard nell'opsedale in cui è ricoverato il collega Holden, alla versione più spinta della scena d'amore fra Deckard e Rachel, passando per un un inizio alternativo, versioni estese di tutte le sequenze più celebri, tre finali alternativi e chi più ne ha più ne metta. Le scene sono visibili anche singolarmente ma è preferibile la visione d'insieme, dato che ognuna è legata all'altra, senza soluzione di continuità, in modo molto curato e fluido.

Il QUINTO DISCO ospita la cosiddetta "workprint", cioè una versione provvisoria del film utilizzata nelle proiezioni test. Disponibile, fino ad ora, solo in una copia pirata di qualità pessima, tale workprint è abbastanza simile al final cut, anche se, osservandola attentamente, si possono individuare parecche differenze. Ad esempio, l'inizio e la fine sono diversi, mentre moltissime scene includono qualche secondo in più (o in meno) rispetto agli altri montaggi. Talvolta, i secondi aggiuntivi si sostanziano in inserti a sequenze ben note (ad esempio, l'inquadratura del cibo al ristorante cinese), ma sono di più i casi in cui è la "coda" di una certa scena ad essere più lunga (ad esempio l'omicidio di Holden). La qualità video della workprint, proposta in HD, è discreta ma ovviamente non paragonabile a quella delle altre versioni del film. Definizione e nitidezza sono più che sufficienti ma contrasto, nero e colori sono molto incostanti e talvolta "sballati". La visione, comunque, non è mai faticosa e, data anche la natura dei materiali, più che appagante. Accompagna la workprint una traccia di commento di Paul M. Summon (autore del libro "Film noir: The Making of Blade Runner) e il documentario "All Our Variant Futures: From Workprint to Final Cuts" (30 minuti). Quest'ultimo analizza tutte le differenze fra le varie edizioni del film, ed è così ricco di dettagli da risultare più interessante della workprint stessa.

Come nota finale, va precisato che tutti gli extra filmati sono in bassa definizione. Inoltre, data l'origine "low def" dei materiali che li riempiono, il secondo e il quarto disco sono semplici DVD. Purtroppo, gli extra del quarto disco sono privi di sottotitoli, come lo sono le tracce di commento: ciò rende questo straordinario set fruibile solo da chi comprenda abbastanza bene l'inglese parlato.

link a recensioni esterne:
Highdefdigest (Bluray americano)
DVDfile (Bluray americano)
The Digital Bits (Bluray americano)
AV Forums (Bluray americano)
Forum AV Magazine (Bluray americano/inglese)

Scheda del film
Imdb

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Inutile fare commenti su questo capolavoro....per me resta sempre tra i primi 5 titoli di film + belli in assoluto. Le emozioni che riesce a darme dopo averlo visto + di 80 volte sono sempre le stesse. Il volto provato di Rutger Hauer...la Tyrell Corporation...Vanghelis...unico....la fotografia...quel futuro fatto di pioggia e solitudine......e quella candela destinata ad ardere col doppio dello splendore e bruciare per metà tempo. Unico nel suo genere.

Anonimo ha detto...

"L'audio inglese Dolby Digital 5.1 (640 kbit) è sicuramente il migliore che abbia mai accompagnto (sic) Blade Runner"
Non capisco perché non hai "recensito" la traccia True HD...
(che risulta in fascetta)
mah...

DartBadio ha detto...

Perchè all'epoca della recensione non ero attrezzato per ascoltarlo. ;)

In ogno caso anche il Dolby True HD (che ho potuto ascoltare in seguito) non è che sia da strapparsi i capelli. Anzi.

Anonimo ha detto...

Sei bravissimo e il tuo blog è utilissimo..
Sono in sintonia con te per quanto riguarda la parte video ma la parte audio mi ha deluso,, in particolare ho sentito in alcuni passaggi rumore evidente.. un fruscio fortissimo soprattutto nelle scene che si aprono con le macchine volanti e le vedute della città mi ha fatto pensare che le casse si fossero guastate, per non parlare del parlato, simile ad un vhs per come paiono sorde le voci.. peccato.. un audio così con una qualità video buonissima

ciao

nicola