venerdì 30 maggio 2008

Factory girl - la storia segreta di Andy Warhol (Factory girl)

FILM: Biopic su Edie Sedgwick, musa ispiratrice di Andy Warhol a cavallo fra gli anni '60 e '70. Come prevedibile, la pellicola si sofferma soprattutto sul rapporto fra Edie (giovane ereditiera molestata dal padre e con qualche trascorso in ospedale psichiatrico) e il profeta newyorkese della controcultura pop, adattandosi al tema con uno stile fra il documentaristico e l'amatoriale. I 90 minuti scarsi di durata pongono l'accento sull'incontro fra la Sedgwick e Warhol, e il loro successivo idillio (che porterà alla realizzazione di 11 film sperimentali) per poi concentrarsi sul rovinoso declino autodistruttivo della Sedgwick, scandito da amori contrastati, alcol e droga. La regia alterna sgranature pesantissime a zoomate, e a "sconnessioni" di montaggio, così da imitare, in modo abbastanza efficace, gli stilemi del cinema di Warhol, omaggiandoli. Inoltre, riflette una frammentarietà della narrazione che tuttavia pare involontaria, tanto da suggerire una certa mancanza di lucidità dell'opera. Affogato, sullo schermo, da sbalzi temporali, flashback e inserti di repertorio, lo script è stridente, e così rarefatto da scordarsi non solo il contesto artistico, ma anche l'approfondimento psicologico di personaggi le cui scelte sembrano prive di senso. Di conseguenza, la rappresentazione biografica è senza raccordi, e basata esclusivamente su "istantanee": talora evocative (I servizi fotografici di Edie, qualche passaggio "urbano", le stravaganze alla "factory" warholiana), talora stucchevoli (tutte le scene romantiche o con la famiglia). Se non altro, la pellicola di George Hickenlooper trasmette uno straninante senso d'incertezza esistenziale, e dipana con efficacia le due ossessioni che lo generano: quella di Warhol per la riduzione del reale (e della sua musa) a "icona" senz'anima, e quella di Edie per lo stesso Warhol, e per una celebrità fraintesa, sublimante, sostitutiva della famiglia. E quindi deleteria. Peccato però che, fra brevità e inesattezze, anche il film si riduca spesso alla mera icona di sè, con l'aggravamente (paradossale) d'essere fin troppo verboso, nonostante la ricercatezza visiva. Buoni, comunuque, i due attori protagonisti, anche se Guy Pierce interpreta Andy Warhol con maniersimo, e lo fa sembrare un ragazzino pieno di complessi: meglio Sienna Miller, d'una bellezza indecifrabile quanto la sua Edie (alla quale, peraltro, somiglia in modo impressionante). Velo pietoso, invece, sull'ex Darth Vader Hayden Christensen, che impersona il "cantante folk" come se fosse in trance, tanto da aver indotto (per questo ed altri motivi) il modello ispiratore Bob Dylan a minacciar querela.

QUALITA' VIDEO (6 e 1/2 su 10): Video 1.85:1 con diversi problemi, questo di Factory Girl. Compresso con algoritmo VC1, è affetto da una velo di grana molto spessa, e particolarmante "elettronica". Tale caratteristica discende senza dubbio da una precisa scelta fotografica, ma ciò non toglie che il senso di sporcizia e, sovente, di morbidezza delle immagini sia davvero troppo accentuato. Si osservino, ad esempio, le scene iniziali nell'appartamento di Edie, dove i quadri e i volti dei protagonisti sembrano immersi nella tipica neve da "cattiva sintonia", al punto da sembrare fangosi. Come se non bastasse, il film è costellato da inserti in 8 o 16 millimetri così sgranati e poco definiti da rasentare l'inguardabile. Sempre la grana, poi, non è uniforme in tutto il quadro, ma (per una qualche bizzarria di compressione, o forse di postproduzione) appare finissima nella parte sinistra dell'immagine e "grossa", o sfuocata, nella parte destra. L'effetto è evidente soprattutto in certe riprese in bianco e nero (la prima "intervista" di Warhol a Edie) ma, fra alti e bassi, è presente un po' in tutto il film. Nell'economia stilistica dell'immagine, comunque, tale grana è sopportabile, anche se, sul piano tecnico, rende questo video ben lontano da livelli HD di "riferimento". Nonostane tutto, la definizione delle immagini è più che sufficiente e, su schermi abbastanza grandi, mette in evidenza i dettagli sui volti degli attori, ed anche i particolari degli sfondi. Bastino, come esempi, certe scene nell'ascensore della factory, o, ancora, gli esterni newyorkesi in cui si sposta la coppia Warhol-Sedgwick. Anche alcuni interni vantano un buon grado di "sottigliezza" dei dettagli (la scala durante la telefonata amorosa di Warhol) e fanno risaltare l'ottima tridimensionalità dell'immagine, la quale può sempre contare su un valido livello di contrasto ed un nero profondo. I colori, quando non sono "alterati" dalle particolari scelte fotografiche, sono abbastanza carichi e producono sia incarnati compatti che rossi molto caldi. Anche certe dominanti bluastre sono rese con buona precisione, mentre sono meno esaltanti le tonalità "seppia", che oltre ad invecchiare un po' il quadro, tendono a spegnere le altre tinte. Nelle poche scene prive di rumorosità (alcune "transizioni", ed il "narrato" della Sedgwick nella clinica per disintossicarsi) il quadro si presenta limpido, compatto e particolareggiato, sebbene sia meno tagliente rispetto a quanto visto nelle scene più sporche. A parte la rumorosità prodotta dalla grana, si nota anche qualche artefatto sulle superfici uniformi, e nei colori delle riprese "amatoriali": in quest'ultimo caso, però, è impossibile capire se il problema risieda nei materiali o nel trasferimento, eseguito su un disco a strato singolo da 25 GB. L'edge enhancement è presente, anche se in quantità sopportabile.

QUALITA' AUDIO (7 e 1/2 su 10): L'audio italiano DTS 5.1 ("scalato" dal DTS True HD a bitrate variabile) è abbastanza ordinario ma, nel constesto, svolge bene il suo lavoro. Il mix della colonna sonora segue l'indole "tranquilla" del film, e non è quindi esplosivo, anche se non manca qualche momento vivace in cui la dinamica emerge con più sicurezza. Il volume di registrazione, comunque, è abbastanza elevato, mentre il canale centrale è inserito perfettamente nella scena sonora. In più, produce voci calde ed indistorte, e con solo qualche lieve "nasalità" nei (pochi) momenti di flessione. I canali frontali generano una buona ambienza, pur non offrendo panning particolarmente memorabili. Qualche buon effetto anteriore emerge però nelle sequenze al laboratorio di Warhol, in quelle del prefinale al ristorante, e nel concerto dei Velvet Ubderground, sebbene, nonostante la buona definizione dei medioalti, non sia nulla che lasci sbalorditi. L'assenza di bassi è quasi cronica, salvo in una sequenza nel montacarichi (sempre nello studio di Warhol) che coinvolge anche il subwoofer, tanto da colpire quasi allo stomaco. Le musiche, tutte di repertorio anni '60, sono piene e limpide, ma un po' limitate sui medioalti, mentre la loro separazione sugli anteriori è marcatissima, come spesso accade con questo tipo di brani. Peccato solo per qualche saturazione comunque inevitabile, data l'origine dei materiali di partenza. I posteriori fanno da eco ai frontali per buona parte del film, ma non mancano gli effetti attivi, in particolare durante il già citato concerto dei Velvet Underground (e la successiva conferenza), e nell'incontro fra Edie ed il cantante folk. Nella scena onirica del prefinale, sempre i posteriori emergono con un'aggressività inusitata: ma è l'unico momento in tutto il film. Si registrano, infine, un lieve fruscio nelle scene tranquille e qualche sporcizia, comunque di poco conto, durante effetti più fragorosi.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (3 e 1/2 su 10): Extra davvero risicati, e racchiusi in un menù fisso che, seppur gradevole esteticamente, ha un'interfaccia leggermente confusionaria. In dettaglio, trovano posto:

Intervista a Sienna Miller (4 min.)

Intervista a Guy Pierce (5 min.)

Intervista a George Hickenlooper (1 min.)

Trailer originale

Trailer cinema

Inserto "Disponibili in Bluray", comprendente spezzoni di:

- Hairspray

- Uomini e donne

- Il bacio che aspettavo

- Un ponte per Terabithia

- Per qualche dollaro in più

- Il mio nome è nessuno

Le interviste sono molto deludenti e non rivelano alcun aneddoto sul dietro e quinte: c'è quasi il solo compiacimento degli intervistati per se stessi, per i colleghi ed il film. Sempre le interviste, inoltre, sono molto frammentate, in quanto estratte da inserti originari più corposi, e montate alla rinfusa. Interviste, e trailer del film, sono in definizione standard (qualità sufficiente), mentre gli spezzoni degli altri titoli Bluray sono in HD e vantano una qualità buonissima (eccezionale nel caso di "Il bacio che aspettavo"). Sono inclusi i sottotitoli in italiano, ma non nel trailer del film in lingua originale.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
Spaziofilm (Bluray italiano)

Scheda del film
Imdb

giovedì 22 maggio 2008

Gangster story (Bonnie and Clyde)

FILM: La storia dei celebri gangster Bonnie e Clyde, declinata da Arthur Penn nel più influente dramma criminale. L'avvio, segnato dalla conoscenza fra i protagonisti Warren Beatty e Faye Dunaway, ha toni scanzonati, anche se ben presto la pellicola accumula tensione grazie al suo ritmo forsennato che alterna rapine, assedi e fughe sempre più disperate, e con l'autodistruzione come inevitabile epilogo. Lo scenario della grande depressione americana (fra contadini pignorati e banche in fallimento), accentua lo spirito ribelle della coppia e giustifica il rifiuto d'un mondo in cui le illusioni sono già morte. Inoltre, fornisce a Clyde un "codice" etico che però non solo non gl'impedisce d'uccidere innocenti, ma che nemmeno può celare l'immaturità sua e di Bonnie (adolescenti ai quali il gioco è sfuggito di mano). Straordinari, proprio nel sottolineare i tratti più contraddittori dei loro personaggi, sia Beatty che la Dunaway: il primo è un disaddato con la fissa d'entrare nella storia, ma con un'enorme blocco sessuale (e i riferimenti, per un film del '67 sono anche abbastanza espliciti), la seconda ha una formidabile aria da femme fatale ma nel momento critico invoca la madre e la famiglia, dai quali pretende un intensissimo commiato. Non a caso, la centralità della famiglia (assieme a quella di foto e giornali) è fra i "topoi" ricorrenti e viene evocata da Penn in maniera esemplare, ad esempio proprio nell'addio fra Bonnie e la madre, ritratto con accenti surreal/funebri, e nei memorabili battibecchi fra Bonnie, il fratello di Clyde (Gene Hackman) e sua moglie. Persino la digressione "comica" con Gene Wilder richiama un impulso all'ampliamento del nucleo familiare, nonostante l'inquietudine suscitata, durante l'inseguimento in auto, dall'inversione fra i ruoli di cacciatore e preda. Le molte scene d'azione sono girate con grande senso epico, ed un montaggio serrato, mentre stupiscono certe punte di crudezza, sia nella violenza fisica che in quella psicolologica (la sequenza con lo sceriffo e l'assedio del prefinale). Certe sottolineature romantiche e i rimandi al falso mito della celebrità sono invece struggenti, anche se mantengono una straordinaria asciuttezza. L'imboscata conclusiva, attuata dallo sceriffo texano per vendetta e non per giustizia, resta un pugno allo stomaco ed oltre a sprigionare l'empatia del pubblico verso i protagonisti, sancisce l'ambiguo equilibrio morale di questo capolavoro assoluto.

QUALITA' VIDEO (8 e 1/2 su 10): Il video VC1 in formato 1.85:1 è, come ci s'aspetterebbe da un film del 1967, abbastanza "vecchio" nella grana e nei colori: tuttavia, ciò non toglie che la resa sia comunque bellissima e, incredibile a dirsi, anche più appagante di quella di molti film attuali. La pellicola ha subito un restauro eccellente, risultando pressochè priva di graffi o spuntinature evidenti. Inoltre, sempre il restauro ha fatto si che il senso di pulizia del quadro sia sempre molto elevato. Le prime immagini mostrano subito una porosità eccellente (non sono stati usati algoritmi DNR, per fortuna), anche se, almeno nelle prime inquadrature in casa di Bonnie, la resa è un po' cupa, mentre la pasta della pellicola è lievemente "grossa". Subito dopo, però, i parametri s'impennano e la qualità migliora drasticamente. Nelle prime scene all'aperto con Clyde, il dettaglio diviene subito più fine, e addirittura tagliente, mentre luminosità e contrasto crescono fino a diventare quasi perfetti. Il contrasto, in particolare, tocca vette eccezionali in alcune scene all'esterno (quella del contadino che spara alla casa), mentre s'attenua un po' in quelle in interni. La resa dei primi piani è generalmente buonissima, e in molti (felicissimi) casi addirittura stupefacente. Basti osservare quelli dedicati a Faye Dunaway e, in seguito, quelli a Beatty, Hackman e addirittura Gene Wilder nella scena in macchina, o allo sceriffo, sia durante il suo rapimento che nel prefinale. Il livello di dettaglio sui volti è spesso "radiografico", e con il tipico effetto "buccia d'arancia" che evidenzia ogni singolo poro dei visi, soprattutto se ben illuminati. Anche i campi lunghi non sono da meno e, soprattutto nella parte centrale e nell'ultima, presentano una sequela d'ottime istantanee, con dettagli fini, abbastanza taglienti e persino privi d'edge enhancement (e le sagome nere contro fondali luminosissimi non sono poche). Si va dai primi esterni della casa di Bonnie, ai totali in città, passando per i molti paesaggi lungo gli inseguimenti fino allo stupendo campo di grano in cui fugge la coppia protagonista. I colori sono lievemente "affievoliti" ma non spenti ed anzi pervasi da rossi e gialli vibrantissimi, sia sugli sfondi che sugli incarnati. In qualche passaggio si nota una lieve dominante ocra che dona, assieme alla pasta lievemente "ruvida", quella splendida aria vintage da capolavoro del passato. Ovviamente non mancano flessioni, alcune "fisiologiche", altre meno: ad esempio, certe inquadrature (totali o ravvicinate) non sono sempre a fuoco, mentre altre sono variabili (quella di Beatty durante il discorso al fast food). Inoltre, certi passaggi sono più sgranati per il forte zoom usato nelle riprese (o anche per l'igrandimento del fotogramma originario). E ancora, tutta la sequenza dell'addio alla madre è sporca, morbida e sgranatissima (anche se volutamente), mentre le scene dell'ultimo assedio notturno presentano qualche sparuto sfrigolìo verdastro: ma si tratta di difetti secondari se confrontati ad una qualità complessiva davvero appagante, e in grado di dimostrare quanto l'HD sia valida (per non dire fondamentale) anche in film con quarant'anni sulle spalle.

QUALITA' AUDIO (5 su 10): L'audio italiano Dolby Digital mono (192 Kbit) è abbastanza limitato e non appaga certo quanto l'immagine. Tuttavia, quest'ultimo e ragionevolmente pieno e pulito e, particolare non da poco, non produce distorsione alcuna. Ciò vale sia per le voci, sempre ben intelligibili ed accompagnate solo da una lieve pastosità delle sibilanti (tipica di colonne sonore vecchie) sia per gli effetti. Come spesso accade in questi casi, le musiche hanno una marcia in più, anche se, rispetto al resto, non c'è di che strapparsi i capelli: la dinamica, infatti, è ben salda sulle frequenze medie, cosicchè nè gli alti e tantomento i bassi hanno modo di risaltare. Il volume di registrazione, comunque, è discreto, il fruscìo contenuto, e non si riscontrano sbalzi fastidiosi fra le sequenze più silenziose e quelle movimentate. Come prevedibile, il subwoofer può anche restare spento, assieme, forse, al resto dell'impianto, dato che delle buone casse del televisore saranno più che sufficienti a far esprimere al meglio questa colonna sonora.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (7 su 10): Gli extra, abbastanza esaustivi e ben fatti, includono:

Documentario dell'History channel "Love and Death: The Story of Bonnie and Clyde" (43 min.)

Documentario "Revolution! Il making of di Gangster story", diviso in:

- La gang di Bonnie & Clyde (22 min.)

- Mito e realtà (24 min.)

- L'uscita del film (18 min.)

Scene inedite comprendenti:

- The road to Minnesota (2 min.)

- Outlaws (3 min.)

Inserto "Prova di guardaroba di Warren Beatty" (8 min.)

Teaser trailer

Trailer cinematografico

Il documentario sui veri Bonnie e Clyde è piuttosto intrigante, e sebbene molto "discorsivo" (si basa su interviste a parenti o complici ancora in vita, fotografie d'epoca e qualche vecchia ricostruzione) non risulta mai noioso. Come ovvio, la storia dei due veri gangster è molto meno "romanzata" che nel film, anche se, a conti fatti, risulta molto più incredibile per la serie inenarrabile di imprese criminali compiute dai due. Il dietro le quinte vero e proprio non è fra i migliori mai visti, ma si distingue per le interviste a quasi tutto il cast artistico (ancora splendida la Dunaway) e a vari membri della troupe, compreso il regista Arthur Penn. Purtroppo non vengono mostrate immagini "live" della lavorazione, ma solo fotografie, mentre Warren Beatty è l'anfitrione del documentario, dato che le sue interviste sono prevalenti e illustrano con dovizia di particolari i molti travagli artistici della pellicola. Le scene eliminate sono purtroppo prive d'audio, anche se accompagnate da sottotitoli ricavati dalla sceneggiatura origianale: non molto interessanti, hanno comunque un buon valore filologico. Superfluo l'inserto sulle prove di guardaroba, e singolari i trailer, inframezzati da strani titoli di stampo "hippie". Tutti gli inserti sono in definizione standard (video molto buono, anche se non anamorfico) e provengono pari pari dalla special edition in DVD. Come nel caso delle scene eliminate, anche per gli altri inserti sono inclusi sottotitoli opzionali in inglese o italiano (oltre a svariate altre lingue). Discreto il menù fisso, che tuttavia compare solo una volta avviato, e poi interrotto, un qualunque extra dal menù a scomparsa.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
DVDfile (Bluray americano)
DVD Authority (Bluray americano)
Home Theater Forum (Bluray americano)
DVD Beaver (Bluray americano)

Scheda del film
Imdb

domenica 18 maggio 2008

La promessa dell'assassino (Eastern promises)

FILM: Dopo A History of violence, un altro Noir di David Cronenberg sull'incertezza della natura umana e la deriva della società contemporanea. Come il precedente film (di cui questo è l'ideale "sequel") sfrutta l'espediente narrativo dell'"incognito" per indagare sull'identità morale dei protagonisti, anche se il contesto è sovvertito, da "famigliare", in quello criminoso della mafia russa. Dimesso nei toni ed essenziale nella narrazione, ha il suo punto di forza nella collisione "osmotica" dei suoi tre protagonisti, interpretati da Naomi Watts, Vincent Cassel e, soprattutto, Viggo Mortensen. Il primo, Anna, è un'ostetrica che sta indagando sulla morte di parto d'una prostituta russa, decisa ad adottarne la figlia. Kyrill, il secondo, è figlio d'un boss coinvolto nella morte della prostituta, mentre l'ultimo, Nicolai, è l'autista di Kyrill, ed anche un tuttofare enigmatico. Proprio nell'indecifrabilità di Nicolai, "catalizzatore" fra il mondo oscuro di Kyrill e quello candido di Anna, sta la chiave del rapporto fra i tre: un mutamento impalpabile (innescato dalla ricerca ostinata di lei) che altera l'etica, ed in cui il bene e il male si mischiano fino a diventare alibi l'uno dell'altro. La regia, ben conscia del dualismo su cui poggia il film, e soprattutto il personaggio di Nicolai, sfuma molto i toni, e trasforma passaggi all'apparenza "ordinari" in momenti carichi d'inquietudine. Su tutti, basti citare l'accostarsi dell'auto di Nicolai presso la motocicletta di Anna (minaccioso e protettivo allo stesso tempo), o l'abbraccio fra Nicolai e Kyrill, che odora di tradimento. La violenza, basata sulla centralità di stupro e sgozzamenti, sfiora punte insostenebili ma ha un triplice senso: accomuna la brutalità di nascita e morte, sancisce la fine della tenerezza nei rapporti uomo donna, ed esprime una sincerità "animalesca" (l'unica rimasta), altrimenti celata in ruoli ormai incomprensibili anche agli stessi "interpreti". Abbastanza insipida la prova di Naomi Watts ed eccellente, invece, quella di Cassel, anche se entrambi sono schiacciati da un Viggo Mortensen gigantico e capace d'esternare le sue tensioni interiori attraverso una nudità che da passiva (nella scena dell'iniziazione) diventa "attiva" (nella sconcertante sequenza della sauna). Finale per nulla moralizzatore: ci sono tracce di redenzione e c'è la salvezza di un'innocente, ma la scelta definitiva, per chi ha mischiato il bene e il male, è un'incosapevole solitudine.

QUALITA' VIDEO (9 su 10): Ottimo il video 1.85:1, compresso con algoritmo AVC-Mpeg4: fin dalle prime scene dopo i titoli, infatti, la definizione appare eccellente e il senso di nitidezza elevatissimo. Il particolare viene accentuato da una grana finissima, e che produce una lieve "sporcizia" solo sulle superfici nere d'alcune scene molto scure. Nei primi passaggi in ospedale e poi nella bottega del barbiere, emergono sia la buona resa degli sfondi, "sottili" e dettagliatissimi, che quella dei primi piani sugli attori, caratterizzati da una porosità così accentuata da rivelare, impietosamente, ogni traccia di cerone e rughe sui volti, in particolare su quello di Naomi Watts. Nonostante la presenza di lievi artefatti su qualche superficie uniforme, il video della prima parte si mantiene splendido, e mette in luce anche la straordinaria profondità delle scene molto illuminate in esterni. In particolare, stupisce la sequenza con i tifosi che culmina al cimitero, strepitosa non solo per il dettaglio ultra-fine (della massa di persone in lontananza, dei muri delle case, dei rami degli alberi e delle varie lapidi) ma anche per la totale assenza d'edge enhancement, e di seghettatutre o flickering evidenti (almeno su display HD ready). Ma dicono la loro, quanto a finezza di dettaglio, anche il primo incontro all'aperto fra Mortensen e la Watts e la sequenza del fast food. In seguito e nell'ultima parte, non mancano altre istantanee eccellenti, prima in ospedale, con la sequela d'inquadrature più "radiografiche" della Watts, e poi nel vicolo scuro, dove il video mantiene una grande tridimensionalità. Il contrasto è più che buono, mentre la luminosità molto alta: quest'ultimo fattore comporta un livello del nero non fra i più bassi e che in qualche passagio mediamente illuminato (quello nel garage con il camion di bottiglie di vino) tende a "schiarire" un po' sia gli sfondi che le figure degli attori. La cromia, sebbene un po' desaturata ed appena tendente, almeno in certi passagi, al verdastro, si mantiene sempre molto vibrante e produce incarnati abbastanza caldi. Inoltre, sfoggia un rosso a dir poco spettacolare, come s'evince nella sequenza con la bambina al pianoforte. La medesima scena, fra l'altro, è stracolma di dettagli, proprio come tutte quelle ambientate nel ristorante del padre di Kyrill. In definitiva, il quadro è da riferimento quasi assoluto: peccato per qualche flessione in certe scene non perfettamente fuoco, o un po' più impastate, e per un livello del nero che, seppur non compromettente, "schiarisce" alcune inquadrature.

QUALITA' AUDIO (8 su 10): Sull'audio italiano Dolby Digital 5.1 (640 Kbit) non c'è molto da dire: la qualità è senza dubbio ottima, tuttavia la colonna sonora, incentrata com'è sui dialoghi, non offre molti passaggi coinvolgenti. Se non altro, proprio i dialoghi sono riprodotti sul centrale con grande sicurezza e pulizia. Inoltre, sono privi di saturazioni e di fruscio, e possono contare su una buona pienezza (a partire dalla voce fuori campo della prostituta). Quanto a volume di registrazione, la traccia si difende bene e, nonostante la relativa silenziosità, riesce a riempire l'ambiente. Non si segnalano fruscii anomali, mentre il fronte anteriore è ampio e realistico. Quest'ultimo emerge soprattutto nelle scene in esterni, quando riproduce l'ambienza del traffico di Londra, e in quelle nel ristorante del boss, dove risaltano con precisione i rumori della gente a tavola e dei cuochi. Molto elevata la nitidezza dei medioalti, cristallini ma caldi, e abbastanza "secca" quella dei bassi, i quali tuttavia emergono solo raramente. La sequenza con le prostitute toglie ogni dubbio sulla riserva dinamica della traccia, visto che è accompagnata da musiche potenti, nitide e separatissime: tuttavia, è anche l'unica a risvegliare i diffusori in modo così convincente, se si eccettua, forse, la sequenza nella sauna. Come prevedibile, il lavoro dei canali posteriori è limitato ad una sottile ambienza, e qualche rarissimo effetto un po' più attivo e nitido. Del tutto assente, invece, l'apporto del subwoofer, che in impianti con diffusori abbastanza grandi potrebbe anche restare spento. In definitiva non è certo questa la traccia per dimostrare la potenza dell'audio multicanale: ma il risultato è comunque soddisfacente, e, data l'indole pacata del film, pretendere di più era assurdo.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (3 su 10): La sezione extra, purtroppo, è molto limitata. Sono presenti le featurette "Segreti e storie" (10 min.) e "Marchi di vita" (7 min.), più una schermata con i crediti del disco. La prima featurette riguarda la lavorazione del film e, nonostante sia più approfondità d'un banale promo, è davvero troppo breve. Se non altro, include contributi interessanti di Cronenberg e Mortensen che testimoniano lo spessore dei due. La seconda featurette riguarda ivece i tatuaggi utilizzati nel mondo criminale russo, e il processo impiegato nel film per la loro realizzazione: anche questa è piacevole ma, di nuovo, tropo breve. Entrambi i filmati sono in definizione standard (qualità buona) e accompagnati da sottotitoli opzionali solo in italiano. Abbastanza bello e pratico il menù fisso (presenza peraltro fondamentale di cui, purtroppo, alcune case si stanno dimenticando).

link a recensioni esterne:
Forum DVD Essential (Bluray italiano)
Forum AV Magazine (Bluray italiano)
Den of Geek (Bluray inglese)
AV Forums (Bluray inglese)
Bluray.com (Bluray inglese)

Scheda del film
Imdb

mercoledì 14 maggio 2008

Ratatouille

FILM: Al grido di "Tutti possono cucinare", l'ottavo lungometraggio digitale Pixar è un trascinante inno alle aspirazioni e al talento degli ultimi. Meno "lecccato" di Cars e più "ordinario", nell'ambientazione, di Monsters, Nemo, e Bug's Life, è comunque più stupefacente sia sul piano tecnico che su quello artistico. La qualità dell'animazione computerizzata Pixar è da tempo indiscutibile ma qui tocca vette comunicative inedite, e si sposa ad un fotorealismo (degli ambienti sovraccarichi di dettagli, e degli sfondi pittorici), che dimostra la definitiva maturità del genere rispetto al disegno tradizionale. La storia, del topolino Remì che fugge dalla campagna per lavorare segretamente come cuoco a Parigi, aiutato da uno sguattero, gioca su temi cari alla Pixar (fiducia in se stessi, dignità, rispetto reciproco, distacco dalla famiglia), ma evita di ripetersi. Inoltre, mantiene un equilibrio magico fra calore e "consapevolezza" dei toni, così da non cariare i sentimenti per la troppa zuccherosità. L'accostamento fra gli opposti (topi e nouvelle cousine) commuove per la sua bizzarria poetica, e sottindende un'allegoria che, dall'ubiquità del talento artistico, s'estende fino a quello della nobiltà d'animo, e al suo significato. In tal senso, risulta fondamentale l'apporto del "critico culinario", personaggio secondariofra i meglio tratteggiati dell'universo Pixar: con la sua presa di coscienza sorprendente, non solo parodizza la responsabilità culturale della critica (oltre alla sua soggettività) ma testimonia l'importanza di non rinnegare l'umiltà delle proprie origini e, in ultimo, la "bellezza" dell'umiltà stessa. Nonostante il tema all'apparenza "statico", le scene d'azione sono innumerevoli e infarcite di suspance che, grazie ai prodigi della grafica computerizzata, deflagra in un viscerale dinamismo. Molto suggestive sono però anche certe "istantanee" meno acrobatiche, con in testa quella sulla cucina popolata di topi. Brulicante di micro-animazioni, rimanda ad una catena di montaggio "chapliniana", e riafferma la centralità del gioco di squadra come leitmotiv e "cuscinetto" sociologico all'affermazione del protagonista. Il finale è un trionfo d'armonia fra opportunità e condivisione, anche se non risparmia una punta d'amarezza ben dissimulata nel sotanziale ottimismo. Remì, infatti, asseconda la sua aspirazione fino in fondo, ma, poichè topo, verrà misconosciuto da una società che pure è riuscito e continua a deliziare.

QUALITA' VIDEO (10 su 10): La qualità del video AVC Mpeg4 è non solo perfetta ma addirittura esaltante, al punto che, nei primi 5 minuti di visione, è quasi impossibile concentrarsi sui contenuti. Trasposte su Bluray senza passare per la pellicola (data l'origine digitale), le immagini 2.40:1 sono fra le più nitide, definite e tridimensionali mai visite in un film d'animazione e in assoluto fra le più impressionanti nell'ancora breve storia dell'alta definizione casalinga. Fin dai primi minuti copiscono il senso di pulizia e nitidezza che trionfano da ogni "texture" dell'ambientazione campagnola: ma subito dopo, a stupire sono i dettagli microscopici del pelo dei topi, perfettamente distinguibili anche da una certa distanza. (3 metri con tv da 50 pollici). I primi piani, sia dei topi che degli umani, vantano dettagli spettacolosi e confermano tanto la bontà del rendering, quanto lo stupefacente senso di realismo, nonostante il tratto cartoonesco delle figure. Il livello di contrasto è elevato ma produce sempre immagini naturali e graziate sia da neri profondissimi, che da una luminosità in grado di "accendere", senza mai appiattirle, anche le scene più scure. Su tutte, basti osservare la fuga nelle fognature, poco dopo l'incipit. Il senso di tridimensionalità è sempre marcatissimo, e in certe scene scure diventa sconcertantante per la capacità di "staccare" le figure dagli sfondi, e massimizzare la profondità di campo. L'impostazione dell'immagine non è particolarmente "affilata" o "metallica" (come ad esempio in Cars, sempre della Pixar): tuttavia, l'incisività riesce comunque ad essere memorabile grazie ad un particolarissimo stile "pittorico" della fotografia. Quest'ultimo, evidente nei totali di Parigi ma anche in tutte le scene in cucina e nell'appartamento di Linguini, trasmette un senso straordinario di compattezza dei dettagli, senza però sacrificarne la sottigliezza, sempre a livelli record. Inoltre, il medesimo stile produce sfumature di colori fra le più realistiche mai viste in un film d'animazione. La temperatura cromatica dell'immagine è sempre molto alta, e non subsice sbalzi sia nelle scene buie che in quelle ben iluminate. La qualità di rossi, verdi, viola e blu (sfumati in ogni gradazione su case, ambienti e pellicce dei topi) è sublime e non produce la minima rumorosità o "striatura". Assenti anche l'edge enhancement e qualsiasi altro segno di compressione. Su display HD ready può comparire qualche seghettatura sul pelo dei topi, e sui dettagli di certi volti: ma è davvero poca cosa. In definitiva, il video di Ratatouille raggiunge la perfezione assoluta, e si conferma fra i pochi in grado di sbalordire ad ogni fotogramma, per 2 ore ininterrotte.

QUALITA' AUDIO (9 e 1/2 su 10): L'audio italiano Dolby Digital 5.1 (640 kbit) è stratosferico quasi quanto le immagini ed offre un coinvolgimento incessante per tutto il film. Il volume di registrazione è elevato ma nonostante ciò il fruscio è inesistente, cosìcchè le scene più tranquille celano con astuzia la strepitosa "riserva di potenza" di questa colonna sonora. Il fronte anteriore è ampio e potente, e si distingue sia per la pulizia di voci ed effetti, sia per la potenza dei bassi, profondi, sul centrale, come se provenissero da un subwoofer. Per accorgersene, è sufficiente ascoltare la scena del fulmine, e quindi la sparatoria con la vecchia: ma in seguito non mancano altri passaggi da capogiro, come ad esempio la fuga nelle fogne, di livello "sismico" persino senza l'apporto del subwoofer (comunque ben presente, secco, ed amplificato). Ampiezza e precisione dei panning soddisfano come non mai, mentre le voci doppiate sono, per una volta, inserite perfettamente nella scena sonora, oltre che indistorte e piene (con punte record nei passaggi con voce fuori campo di Remì). Caldissima la riproduzione delle musiche, mentre quella degli effetti vanta una rigorsità che solo un audio completamente costruito in studio può garantire. La qualità del fronte posteriorie, come se non bastasse, è da primato, non tanto per la vivacità, comunque molto elevata, ma, ancora una volta, per la precisione degli effetti, dei panning, e dell'ambienza in generale. E' sufficiente ascoltare una qualunque scena non di soli dialoghi (es. la partenza di Colette in motocicletta) per accorgersi di come qualsiasi fonte sonora transiti con disinvoltura da un diffusore posteriore all'altro, in modo realistico e privo di "buchi". Va da sè che anche la dinamica degli effetti posteriori non ha nulla da invidiare a quella dei fronatali, fattore che, assieme all'incredibile senso di "purezza", contribuisce ad estendere la scena sonora ben oltre la posizione dei diffusori.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (7 e 1/2 su 10): Il menù principale del disco, pratico e bellissimo, comprare dopo il passaggio d'un trailer "generalista" sui Bluray Disney, sulla prossima edizione in Bluray e DVD de "La bella addormentata nel bosco", sull'uscita al cinema di "Wall-E" e infine sul Bluray di "Cars". Ognuno di questi trailer è in alta definizione e vanta una qualità sublime. Gli extra, abbastanza numerosi ed accompagnati, nel menù, da una descrizione umoristica, includono:

Documenatrio "Ottimo cibo e film" (14 min.)

Cortometraggio "Il mio amico topo" (11 min.)

Cortometraggio "Stu: anche un alieno può sbagliare" (5 min.)

Sezione CINEXPLORE contenente:

- 13 briefing sull'animazione (14 min.)

- 10 documentari sul dietro le quinte (51 min.)

- 3 scene eliminate (15 minuti)

- 5 animazioni eliminate (3 minuti)

Il gioco del gourmet di Gusteau

Inserto "La volontà" (1 min.) che include:

- Visione di una scena con musica originale o alternativa (2 min.)

Tributo a Dan Lee (3 min.)

Il documentario principale alterna il lavoro degli artisti Pixar a quello, spettacolare, d'uno chef in cucina, ed è abbastanza interessante. I briefing sull'animazione sono invece abbastanza noiosi, mentre stupiscono i 10 documentari sul dietro le quinte, zeppi d'aneddoti e dettagli sulla lavorazione. Questi ultimi sono di fatto il contenuto più piacevole del comparto extra. Il cortometraggio sull'alieno (che precedeva il film al cinema) è discreto, mentre quello sui topi (presentato da Remì e suo fratello) è un po' patetico e buonista. Non a caso, quest'ultimo inserto è dedicato ai più piccoli. Discrete le scene omesse, presenti solo in forma di sketch ma inframezzate da lunghi commenti del regista Brad Bird e divertentissime le animazioni scartate, non tanto per il loro contenuto (insignificante) quanto per i siparietti umoristici degli animatori che non hanno potuto vedere il proprio lavoro sul grande schermo. Spassoso, tutto sommato, il gioco, frenetico e abbastanza elaborato, considerata la sua origine. Cortometraggi e documentario principale sono in alta definizione e vantano una qualità video strepitosa. Tutti gli altri contenuti, invece, sono in definizione standard ma hanno comunque una buona resa video. Per tutti gli extra sono inclusi sottotitoli anche in italiano.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
Forum AV Magazine (Bluray italiano)
Forum DVD Essential (Bluray italiano)
Highdefdigest (Bluray americano)
DVD Authority (Bluray americano)

Scheda del film
Imdb

sabato 3 maggio 2008

Hairspray - Grasso è bello (Hairspray)

FILM: Commedia musicale sull'anticonformismo, tratta dall'omonimo film di John Waters del 1988 e dal successivo musical del 2002. La prima parte ha un ritmo travolgente, ed è costellata di numeri musicali dalle coreografie elaboratissime. Inoltre, tratteggia con efficacia una Baltimora anni '50 la cui ingenuità posticcia si rispecchia sia nei futili show televisivi sia nelle stordenti spruzzate di lacca spray utilizzata dalla popolazione bianca. La fase centrale, invece, diviene pedante e impedisce al film di trovare un buon equilibrio fra musical, storia d'amore e commedia progressista sulla rottura delle convenzioni. I temi sfiorati sono tanti, e socialmente "impegnati": si va dall'integrazione razziale alla rivincita dei "diversi" (in senso estetico o morale), passando per l'ipocrisia religiosa e la trasgressione. Il problema è che, nella fretta d'accontentare i "giusti" e farla pagare ai "cattivi", la scenegiatura deborda in buonismo, rendendo innocuo il suo corollario anticonformista che, non a caso, è confinato a una dimensione televisiva, e immerso in tinte pastello senza sfumature. Certi snodi, inoltre, sono troppo superficiali, come dimostrano anche l'improvviso emergere di personaggi secondari, e l'interpretazione sopra le righe di John Travolta. Il suo personaggio (madre obesa e in aria di rivalsa) dovrebbe essere fra le icone di trasgressività (non a caso, nell'originale il ruolo era del travestito "Divine"): ma alla fine è solo un clown bizzarro e fuori parte, e la cui "plasticosità" mette spesso in imbarazzo il pur ottimo marito interpretato da Christopher Walken. Assai più memorabile Michelle Pfeiffer, che, nei panni della producer spietata, sfoggia un fascino irresistibile anche nello scontatissimo momento dell'umiliazione (sottolineato da pennellate registiche di "classicità" ragguardevole). Nell'economia "morale" del film, però, un simile trionfo estetico della Pfeiffer equivale quasi ad un autogoal, anche se il finale, di nuovo travolgente, leggero e "orecchiabile", allontana la sensazione. Tutto sommato ci si diverte, ma il contrasto pungente fra bigotto e politicamente scorretto (tipico del film originale) è dissolto nella troppa leggerezza.

QUALITA' VIDEO (8 su 10): Il video in formato 2.35:1 è compresso su un Bluray a strato doppio con algoritmo VC1. La qualità delle immagini è buona, anche se, un po' per scelte di fotografia, un po' per il processamento ricevuto durante la compressione, non è proprio memorabile. Il primo impatto non esalta, a causa dell'eccessiva morbidezza del primo totale su Baltimora (sicuramente digitale). Subito dopo, però, la situazione migliora molto, grazie ad un quadro più sottile, definito e, soprattutto, pulitissimo. I dettagli delle strade, delle automobili e delle case sono abbastanza taglienti, mentre sia gli esterni che gli interni vantano una buona tridimensionalità. Il contrasto è sempre più che buono e s'accompagna a neri abbastanza profondi e che, soprattutto, non mangiano dettaglio nemmeno nelle scene più scure (quelle notturne e in interni). Punto forte del trasferimento sono senza dubbio i colori: molto sparati, ricchi di tonalità pastello (su tutte, i verdi, i rossi e i rosa) e privi di qualunque artefatto. La pulizia generale è davvero eccellente e non cede il fianco a rumorosità nemmeno nei passaggi più critici al chiuso (negli studi televisivi, o nella casa della protagonista) o in quelli notturni, i quali anzi sottolineano una volta di più la profondità del nero, come nella scena della marcia e del numero musicale con Travolta e Christopher Walken. Nei molti campi medi e totali cittadini, la nitidezza è buona, mentre le inquadrature degli attori (soprattutto i primi piani) offrono un dettaglio solo discreto. I volti femminili, addirittura, sembrano "smerigliati", col risultato che è spesso difficile intravedere la porosità della pelle (salvo in primissimi piani come quello di Michelle Pfeifer mentre si trucca). Il sospetto che sia stato usato un algoritmo DNR è forte, anche se, già di suo, la fotografia ha un'impostazione all' "acquarello" che sfuma parecchio i volti. Come se non bastasse, sempre i visi degli attori sono un po' "bruciati", come se su di essi il contrasto fosse più elevato. Nonostante queste caratteristiche, comunque, il quadro resta di buonissimo livello, e molto congeniale al tipo di pellicola. Inoltre, è del tutto privo di artefatti di compressione e di edge enhancement, anche se, complice l'impostazione "sfumata", qualche contorno tende a risaltare in modo un po' troppo netto.

QUALITA' AUDIO (8 su 10): L'audio DTS 5.1 a 1.5 mbit (downscalato da DTS 7.1 HD master audio) è di fattura più che buona e ravviva la scena in modo adeguato, soprattutto durante i continui numeri musicali. Il volume è abbastanza elevato, mentre il fronte anteriore risulta ampio e "dominante". Fin dalle prime scene a Baltimora, le musiche vengono riprodotte con eccellente presenza e calore, cosicchè la resa è potente ma non fastidiosa. La definizione dei medio alti è ottima, la pulizia esemplare (non s'avverte fruscio) e la separazione degli strumenti musicali sui frontali è ben avvertibile ma non crea "buchi" nella scena sonora. Le voci originali (durante le canzoni) sono nitidissime e mixate ad arte con le musiche, quelle doppiate sono invece un po' più in primo piano e, soprattutto, appena "incupite", come ad esempio quella di John Travolta. In ogni caso sono prive di distorsioni e sempre ben intelligibili. La qualità dei bassi, sia sui diffusori principali che sul subwoofer, è solo discreta: la loro secchezza convince ma la potenza non è mai stupefacente. Da precisare, comunque, come le scene in cui i bassi hanno modo di "sfogarsi" sono praticamente nulle e si limitano ai passaggi più movimentati nel finale allo studio televisivo (ad esempio la scena dell'"ariete"). I canali posteriori forniscono un'ambienza ben definita ma molto "lieve". Non si registra la presenza di panning, e nemmeno di effetti attivi particolarmente esuberanti, salvo giusto in una manciata di scene negli studi televisivi. Va un po' meglio durante i numeri musicali, in cui talvolta il suono riverbera con una certa "convinzione" sui posteriori. In definitiva la traccia è pulita, brillante e vivace ma non stupisce più di tanto, anche se durante le canzoni svolge bene il suo lavoro. Come spesso accade, è molto meglio la versione inglese, che stravince per dinamica e presenza.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (7 su 10): Il comparto extra è soddisfacente, anche se non include la marea di contenuti della versione in doppio DVD, e di quella del doppio Bluray americano. Racchiusi in un bel menù solo fisso (da quello a scomparsa si selezionano solo audio e scene), includono:

Traccia di commento del regista Adam Shankman e della protagonista Nikki Blonsky.

Traccia di commento dei produttori.

5 scene eliminate con traccia opzionale di commento (9 min.)

6 backstage di altrettanti numeri musicali (37 min.)

Inserto "Passo dopo passo - I balli di Hairspray" (13 min.)

Ascolto brani con funzione opzionale Karaoke.

Dietro le quinte picture in picture.

Le scene eliminate sono discrete, soprattutto per la presenza d'un numero musicale inedito con la protagonista Nikki Blonski. Quest'ultimo è molto impegnativo, anche se la sua presenza avrebbe appesantito davvero troppo il ritmo del film. I backstage (con raffronti continui fra dietro le quinte e scene ultimate) sono davvero ben fatti, ma molto concentrati sulla realizzazione delle coreografie di ballo, e poco su quella del film. In questo senso, la featurette è ancora più "tecnica" e se non altro testimonia l'incredibile complessità insita nei vari numeri musicali. Unico vero "dietro le quinte" è quello in formato picture in picture, da vedere lungo il film: molto ben fatto, alterna interventi del regista e della protagonista Nikki Blonski a quelli d'altri membri del cast tecnico/artistico. Inoltre, presenta moltissimi filmati sulla lavorazione ed outtakes in genere. La funzione di ascolto brani, infine, è molto comoda, visto che consente d'accedere alle singole scene musicali da un apposito indice. Tutti gli extra filmati sono in alta definizione e vantano una qualità discreta. Inoltre includono i sottotitoli in italiano, come anche le tracce di commento.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
Forum AV Magazine (Bluray italiano)
Highdefdigest (Bluray americano)
DVD Authorithy (Bluray americano)
TheManRoom (Bluray americano)

Scheda del film
Imdb