mercoledì 7 gennaio 2015

Sabotage





Qualità video di altissimo livello.
Audio loseless potente e dettagliato.
Pochi extra, ma finali alternativi notevoli.
Prezzo basso fin dal giorno dell'uscita.
Il film è un pastrocchio... divertente, ma un pastrocchio.


FILM: Sa­bo­ta­ge è uno stra­no mix di th­ril­ler po­li­zie­sco, gial­lo e re­ven­ge mo­vie, con Ar­nold Sch­war­ze­neg­ger in un ruo­lo in­so­li­ta­men­te "dark". Pro­ta­go­ni­sta dell'azio­ne è una squa­dra an­ti­dro­ga ca­peg­gia­ta pro­prio da Sch­war­zy, e che du­ran­te un as­sal­to ha la ma­lau­gu­ra­ta idea di ru­ba­re 10 mi­lio­ni di dol­la­ri ad un car­tel­lo di traf­fi­can­ti. Ini­zial­men­te il col­po sem­bra fi­la­to li­scio, ma al mo­men­to del­la spar­ti­zio­ne i sol­di non si tro­va­no, e, co­me se non ba­stas­se, gli agen­ti del grup­po ini­zia­no ad es­se­re tru­ci­da­ti da un mi­ste­rio­so kil­ler. Co­me tut­ti i film scrit­ti, e in que­sto ca­so di­ret­ti, da Da­vid Ayer, an­che que­sto rac­con­ta il "la­to oscu­ro" del­le for­ze dell'or­di­ne, e lo fa con una sto­ria di dif­fi­den­za, cor­ru­zio­ne e pa­ra­no­ia. Ma ri­spet­to a la­vo­ri più ri­go­ro­si co­me Trai­ning day, Sa­bo­ta­ge sem­bra pun­ta­re tut­to su vio­len­za gra­tui­ta, scur­ri­lità dei dia­lo­ghi e det­ta­gli go­re da epi­so­dio di Saw. La sce­neg­gia­tu­ra è in­fat­ti un mez­zo pa­stroc­chio che ag­gro­vi­glia la vi­ta de­gli agen­ti ad un "mi­ste­ry" al­la Aga­tha Chri­stie, e so­prat­tut­to ad una "que­st" sch­war­ze­neg­ge­ria­na, per ven­di­ca­re la mo­glie uc­ci­sa da traf­fi­can­ti mes­si­ca­ni, trop­po spre­giu­di­ca­ta, e da­gli esi­ti ov­vi. L'ini­zio è ac­cat­ti­van­te e l'at­mo­sfe­ra ab­ba­stan­za "lai­da", la bru­ta­lità è al­la vec­chia ma­nie­ra, e c'è per­si­no il ri­cor­so al­lo snuff mo­vie (sen­za con­ta­re la co­stan­te sen­sa­zio­ne di mi­nac­cia e amo­ra­lità). Lo svi­lup­po è però doz­zi­na­le, e pie­no di bu­chi che mi­na­no qua­si ogni sce­na: la ra­pi­na ini­zia­le, tan­to per dir­ne una, è sen­za sen­so (per­chè bru­cia­re il gros­so dei sol­di, o na­scon­de­re la re­fur­ti­va nel­lo sca­ri­co di un wa­ter? E com'è sta­to pos­si­bi­le?), men­tre al­cu­ni omi­ci­di del se­con­do at­to ra­sen­ta­no l'as­sur­do. In più non si ca­pi­sce se sia­no av­ve­nu­ti "per pro­cu­ra" del ve­ro kil­ler, o per le con­se­guen­ze di una sot­to­tra­ma ap­pe­na ac­cen­na­ta. Cer­ti per­so­nag­gi ap­pa­io­no e scom­pa­io­no sen­za mo­ti­vo, e i col­pi di sce­na o so­no mal ge­sti­ti (ad esem­pio quan­do sfrut­ta­no i sal­ti tem­po­ra­li con mon­tag­gio in pa­ral­le­lo), op­pu­re sve­la­no se­gre­ti dei qua­li po­co im­por­ta, e che sem­bra­no but­ta­ti den­tro a ca­sac­cio (l'iden­tità dell'as­sas­si­no). E co­sa di­re dei pro­ta­go­ni­sti uno più lai­do dell'al­tro? Do­vreb­be­ro es­se­re agen­ti sot­to co­per­tu­ra, men­tre sem­bra­no ex ga­leot­ti che ten­ta­no di spac­ciar­si per agen­ti del­la Dea: con in­te­ra­zio­ni che, al con­fron­to, il "muc­chio sel­vag­gio" di Pre­da­tor, o i ra­pi­na­to­ri di Point Break, so­no un col­le­gio ec­cle­sia­sti­co. Si sal­va giu­sto il ne­ro in­ter­pre­ta­to da Ter­ren­ce Ho­ward, ma la sua re­la­zio­ne se­gre­ta con "Liz­zy", la più per­ver­sa (e tos­si­ca) del bran­co, è cre­di­bi­le co­me lo era quel­la fra Cloo­ney e la Ca­na­lis. E in più è un al­tro di quei "twi­st" at­tac­ca­ti con lo spu­to. La cop­pia di po­li­ziot­ti che in­da­ga su­gli omi­ci­di non al­za cer­to il li­vel­lo: lei è un'in­ge­nua che si but­ta fra le brac­cia di Sch­war­zy (ap­pro­fit­ta­to­re e con il sex ap­peal di un mo­na­co de Il no­me del­la ro­sa, con quel ta­glio di ca­pel­li), lui è un adu­la­to­re ruf­fia­no e inu­ti­le. E fra tut­ti non c'è un bri­cio­lo di ve­ra ten­sio­ne dram­ma­ti­ca, so­lo le­gno­sità e at­teg­gia­men­ti so­pra le ri­ghe. Poi per un film di que­sto ti­po l'azio­ne è sor­pren­den­te­men­te scar­sa: giu­sto l'as­sal­to ini­zia­le, quin­di un pa­io di "ri­chia­mi­ni", pri­ma del ca­no­ni­co in­se­gui­men­to in au­to più spa­ra­to­rio­na fi­na­le. E que­sto è un pec­ca­to per­chè in ef­fet­ti l'azio­ne è uno dei pun­ti di for­za del film: è ener­gi­ca, bru­ta­le, pie­na di san­gue ("ve­ro" e com­pu­te­riz­za­to, co­me an­che cer­te scin­til­le), e piaz­za la te­le­ca­me­ra an­che sul­la can­na del­le ar­mi. Inol­tre sfrut­ta un ot­ti­mo sti­le fra "rea­li­ty" e "pa­ra­mi­li­ta­re": qua­si da film di guer­ra, con azio­ni in cor­ri­doi la­bi­rin­ti­ci nei qua­li si vie­ne cri­vel­la­ti at­tra­ver­so le pa­re­ti, an­zi­ché fac­cia fac­cia, e do­ve non si sa be­ne chi sia il ne­mi­co. In­som­ma, pro­prio l'azio­ne in­car­ne­reb­be vi­si­va­men­te quel "tut­ti con­tro tut­ti", spiaz­zan­te e au­to­di­strut­ti­vo, che do­ve­va es­se­re il mar­chio di fab­bri­ca di Sa­boat­ge... ma che fuo­ri da es­sa è ri­dot­to a un in­coe­ren­te "tut­ti con­tro tut­ti" fra per­so­nag­gi, sot­to­tra­me e ge­ne­ri ci­ne­ma­to­gra­fi­ci.






QUALITA' VIDEO (9 su 10): Il vi­deo 1.85:1 pro­vie­ne da ca­me­re di­gi­ta­li Ar­ri Ale­xa, ed è com­pres­so in AVC con bi­tra­te sui 25 mbit. La re­sa non è del­le più "fil­mi­che" per que­sto ti­po di gi­ra­to (Rid­dick è an­co­ra il top), ma tut­ti i pa­ra­me­tri sfio­ra­no l'ec­cel­len­za. De­fi­ni­zio­ne e det­ta­glio so­no ot­ti­mi, con pri­mi pia­ni ra­dio­gra­fi­ci e tex­tu­re mol­to ni­ti­de. La "gra­na" è ine­si­sten­te ma non ci so­no sme­ri­glia­tu­re, e que­sto do­na al qua­dro una pu­li­zia che ra­sen­ta l'ef­fet­to "fi­ne­stra", ma che to­glie ca­ri­sma al­la fo­to­gra­fia, ren­den­do­la un po' te­le­vi­si­va. Cam­pi me­di e lun­ghi so­no sem­pre mol­to ta­glien­ti, e per­do­no qual­co­sa so­lo in oc­ca­sio­na­li fuo­ri fuo­co. In al­cu­ne sce­ne (so­prat­tut­to ester­ni mol­to il­lu­mi­na­ti), la re­sa è più "gros­sa" e con lie­vi aber­ra­zio­ni ot­ti­che, ma an­che in que­sti ca­si ni­ti­dez­za e det­ta­gli re­sta­no pre­ge­vo­lis­si­mi. Un esem­pio in tal sen­so è du­ran­te l'in­cur­sio­ne di Sch­war­zy al­la te­nu­ta di "Tri­pod", si­tua­ta in mez­zo ad un bo­sco, op­pu­re nel­le mol­te pa­no­ra­mi­che ur­ba­ne, o su pae­sag­gi im­mer­si, an­co­ra una vol­ta, nel­la ve­ge­ta­zio­ne. La bril­lan­tez­za è stre­pi­to­sa, e van­ta un con­tra­sto spin­to ma ge­sti­to be­nis­si­mo. Il bian­co, in­fat­ti, è mol­to al­to ma non bru­cia det­ta­gli (sal­vo nel pri­mo fla­sh­back con la con­se­gna del traf­fi­can­te, vo­lu­ta­men­te "sti­liz­za­to"). Il ne­ro è a sua vol­ta ni­ti­do, sen­za gra­dien­ti re­pen­ti­ni, e pro­fon­do ma non op­pri­men­te, tan­to da ren­de­re mol­to "tri­di­men­sio­na­li" le sce­ne buie, o con me­dia il­lu­mi­na­zio­ne. Gli esem­pi di ta­li qua­lità si spre­ca­no e van­no dal­le sce­ne nel "co­vo" de­gli agen­ti a quel­le nel night, e poi du­ran­te i pri­mi due omi­ci­di (sul­la fer­ro­via e nell'abi­ta­zio­ne), e per­si­no nel­le fa­si al­la cen­tra­le di po­li­zia, nel­la sa­la del­le au­top­sie e du­ran­te la spa­ra­to­ria fi­na­le. In tut­te que­ste sce­ne, fra l'al­tro, emer­ge l'ul­te­rio­re gran­de pre­gio del tra­sfe­ri­men­to, che è la re­sa dei co­lo­ri. Que­sti ul­ti­mi so­no cal­di e sgar­gian­ti (no­no­stan­te qual­che ver­de un po' "elet­tri­co" in sce­ne scu­re), con in­car­na­ti ros­sa­stri, sfu­ma­tu­re pre­ci­se e pri­ma­ri qua­si "ip­no­ti­ci", so­prat­tut­to nel­le sce­ne al chiu­so. All'aper­to le tin­te si "in­cu­pi­sco­no" ma ri­man­go­no su li­vel­li spet­ta­co­la­ri. Il ros­so è bril­lan­te e pu­li­to, e bu­ca lo scher­mo in ogni si­tua­zio­ne, ed an­che il blu non è da me­no, con una re­sa me­mo­ra­bi­le per­si­no sui vei­co­li del­la po­li­zia. An­che il ver­de si fa no­ta­re, e ad­di­rit­tu­ra il gial­lo ri­sal­ta co­me non mai (in scrit­te, lu­ci, o... ba­rat­to­li di an­fe­ta­mi­na): sen­za con­ta­re una se­rie in­fi­ni­ta di sfu­ma­tu­re tur­che­si, vio­la o fuc­sia che ren­do­no mol­te sce­ne un ve­ro ca­lei­do­sco­pio di co­lo­ri. Non man­ca qual­che pas­sag­gio un po' fred­do, e con do­mi­nan­ti bei­ge, ver­di o vio­la­cee (ti­pi­che del di­gi­ta­le), an­che se la "vi­va­cità" com­ples­si­va non ne ri­sen­te. Co­me ov­vio, la ri­pre­sa è sta­bi­le e pri­va di spor­ca­tu­re o "di­stur­bi" (sal­vo nei pas­sag­gi con vi­deo ama­to­ria­li, o in quel­li più "ar­di­ti" sul­le can­ne del­le ar­mi), e la com­pres­sio­ne non pro­du­ce ar­te­fat­ti o le­vi­ga­tu­re. Le di­scre­tiz­za­zio­ni so­no ine­si­sten­ti, sia sui co­lo­ri sia sul ne­ro, e non si scor­go­no trac­ce di brut­ti fil­tri co­me DNR o ed­ge en­han­ce­ment. Su pan­nel­lo (e so­lo su pan­nel­lo), è vi­si­bi­le qual­che lie­ve flic­ke­rio di par­ti­co­la­ri fi­ni, ma nul­la che in­tac­chi una re­sa vi­deo sug­ge­sti­va, an­che se più di­gi­ta­le che "ci­ne­ma­to­gra­fi­ca".



Voto trasferimento: 9 e 1/2 su 10, "Fattore wow": 8 e 1/2 su 10.

Grafico Bitrate (cliccare sopra per ingrandirlo):


Occupazione audio/video: 28,48 Gb - Bitrate (video) 24,9 Mbps

Dati completi del Blu-Ray estratti con BDinfo


Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG
(occhio agli spoiler!!)


Altri screencapture dopo il commento sull'audio.


QUALITA' AUDIO (8 e 1/2 su 10): L'au­dio ita­lia­no DTS HD MA 5.1 è po­ten­te e pre­ci­so, con una buo­na am­bien­za nel­le sce­ne cal­me, ed ot­ti­mi ef­fet­ti du­ran­te l'azio­ne. Il vo­lu­me è me­dio al­to, il fru­scio ine­si­sten­te e la di­na­mi­ca ot­ti­ma, con al­ti cri­stal­li­ni ma non stri­den­ti, e bas­si cor­po­si an­che sui ca­na­li prin­ci­pa­li, con in più sug­ge­sti­vi "pro­lun­ga­men­ti" sul su­b­woo­fer. Il fron­te an­te­rio­re ha pan­ning am­pi e vo­ci mol­to ben in­se­ri­te nel­la sce­na so­no­ra. A vol­te c'è qual­che "chiu­su­ra", e la pre­sen­za si fa un po' me­no in­ci­si­va, ma nel com­ples­so i dia­lo­ghi so­no pie­ni e ben ri­pro­dot­ti, men­tre gli ef­fet­ti si amal­ga­ma­no per­fet­ta­men­te al re­sto. Le do­ti del­la trac­cia so­no mes­se ben in chia­ro nei pri­mi die­ci mi­nu­ti, cioè quel­li dell'as­sal­to: qui emer­go­no su­bi­to la buo­na qua­lità del­le mu­si­che (con va­rie eco an­che sui ca­na­li po­ste­rio­ri), e quin­di la sec­chez­za di mo­to­ri, bot­ti, ur­ti, e so­prat­tu­to spa­ri. Que­sti ul­ti­mi so­no "ca­ri­chi" e rea­li­sti­ci e, nel ca­so dei ca­li­bri più gros­si (la mi­tra­glia­tri­ce che spa­ra da die­tro al mu­ro), pro­du­co­no sca­ri­che im­pres­sio­nan­ti di bas­si. Sem­pre in que­sta fa­se i po­ste­rio­ri so­no sa­tu­ri di ri­ver­be­ri e col­pi di rim­bal­zo, e poi di un'am­bien­za adat­ta­ta per­fet­ta­men­te agli am­bien­ti clau­stro­fo­bi­ci dei cor­ri­doi, e del­la sa­la con il de­na­ro. L'esplo­sio­ne che chiu­de la sce­na con­fer­ma la spa­zia­lità del­la trac­cia, ol­tre all'ot­ti­ma de­fi­ni­zio­ne e il rea­li­smo dei pan­ning fron­te re­tro, an­che se pre­sen­ta lie­vi bru­cia­tu­re che tor­ne­ran­no in se­gui­to. Do­po l'ini­zio fra­go­ro­so, l'in­do­le dell'au­dio si fa tran­quil­la, e ta­le re­sta per la mag­gior par­te del film: an­che in que­ste fa­si, però, la qua­lità non vie­ne me­no. Ad esem­pio le vo­ci si man­ten­go­no vel­lu­ta­te, seb­be­ne più bas­se del re­sto, e l'am­bien­za, in luo­ghi co­me uf­fi­ci, all'aper­to, o nel co­vo de­gli agen­ti, è mol­to rea­li­sti­ca. Sem­pre l'am­bien­za re­sta "sot­ti­le" nel­le sce­ne di in­ter­ro­ga­to­ri o fla­sh­back, con in più mu­si­che ben mi­xa­te, e mai trop­po in­va­den­ti o in se­con­do pia­no. Ov­vio però che il mas­si­mo coin­vol­gi­men­to si ha nel­le ul­te­rio­ri sce­ne for­ti pre­sen­ti nel re­sto del­la pel­li­co­la: ad esem­pio nell'omi­ci­dio fer­ro­via­rio, ve­ro tri­pu­dio di ef­fet­ti di­rom­pen­ti su tut­ti i dif­fu­so­ri, e poi nel­le spa­ra­to­rie nel bo­sco, e in quel­la "ca­sa­lin­ga" (do­ve si fan­no di nuo­vo sen­ti­re i gros­si ca­li­bri). Il suc­ces­si­vo in­se­gui­men­to in au­to sfog­gia un buon mix di mu­si­ca ed ef­fet­ti (ve­tri rot­ti, sgom­ma­te), e cir­con­da con i rom­bi dei mo­to­ri: pec­ca­to però che ab­bia an­che una lie­ve in­de­ci­sio­ne sui me­dio­bas­si. Per­fet­ta, in­ve­ce, la spa­ra­to­ria fi­na­le, ni­ti­da e sen­za im­pa­sta­men­ti, e do­ve si ha il pic­co di sa­tu­ra­zio­ne con spa­ri, scop­pi, e og­get­ti in fran­tu­mi su ogni dif­fu­so­re. Co­me sem­pre ac­ca­de con ti­to­li So­ny re­cen­ti, la dif­fe­ren­za fra au­dio ita­lia­no e ori­gi­na­le è qua­si im­per­cet­ti­bi­le, e al so­li­to li­mi­ta­ta al­le vo­ci sul ca­na­le cen­tra­le: que­ste ul­ti­me so­no spes­so in pre­sa di­ret­ta, e quin­di più na­tu­ra­li e me­glio in­se­ri­te nel­la sce­na so­no­ra.



Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG (occhio agli spoiler!!)


Altri screencapture e confronto DVD - Blu-Ray dopo il commento sugli extra.


QUANTITA'/QUALITA' CONTENUTI EXTRA (5 su 10): Gli ex­tra so­no po­chi, e con­si­sto­no in una fea­tu­ret­te e sce­ne al­ter­na­ti­ve o eli­mi­na­te, più al­cu­ni trai­ler. Que­sto l'elen­co det­ta­glia­to:


2 finali alternativi:

- Caroline (HD, 9 min., sott. ITA)

- Breacher (HD, 2:04 min., sott. ITA)

8 scene eliminate (HD, 16:51 min., sott. ITA)

Sabotage - La realizzazione del film (HD, 8:32 min., sott. ITA)

Trailer vari:

- Blu-Ray Disc (HD, 2:21 min., sott. ITA)

- The equalizer (HD, 2:31 min., sott. ITA)

- Liberaci dal male (HD, 2:30 min., sott. ITA)

- 22 jump street (HD, 2:09 min., sott. ITA)

- Repentance (HD, 2:25 min., sott. ITA)

La fea­tu­ret­te è ab­ba­stan­za stan­dard, e in­clu­de scor­ci di die­tro le quin­te, più in­ter­vi­ste su­per­fi­cia­li a Da­vid Ayer, e a mem­bri del ca­st qua­li Ar­nold Sch­war­ze­neg­ger, Jo­sh Hol­lo­way, Ter­ren­ce Ho­ward e Sam Wor­thing­ton. Le in­for­ma­zio­ni so­no po­co in­te­res­san­ti, e ri­guar­da­no qua­si so­lo la pre­pa­ra­zio­ne "mi­li­ta­re" de­gli at­to­ri. Il re­sto so­no scam­bi ab­ba­stan­za scon­ta­ti sul­la bra­vu­ra di tut­ti quan­ti, sul­la re­gia par­ti­co­la­re di Ayer e sull'ori­gi­na­lità del ruo­lo di Sch­war­zy. At­ten­zio­ne co­mun­que a qual­che aned­do­to un po' più pia­ce­vo­le, so­prat­tut­to dall'ex "lo­stia­no" Hol­lo­way (men­tre me­glio so­pras­se­de­re sul­la "mo­ra­le" che Ayer at­tri­bui­sce al film). Le sce­ne eli­mi­na­te so­no più in­te­res­san­ti: mol­te ri­guar­da­no una sot­to­tra­ma in cui la cop­pia di po­li­ziot­ti for­ma­ta da Ha­rold Pe­rin­naud e Oli­via Wil­liams in­da­ga sul­la scom­par­sa di una bam­bi­na, ri­ce­ven­do un inat­te­so aiu­to da Sch­war­zy. Al­tre esten­do­no la sce­na "d'amo­re" fra la Wil­liams e Sch­war­ze­neg­ger (in mo­do un po' di­sgu­sto­so), e sve­la­no una con­nes­sio­ne, fra Sch­war­zy e "liz­zy" (Mi­reil­le Ei­nos), as­sen­te nel mon­tag­gio fi­na­le, e che ren­de le mo­ti­va­zio­ni del kil­ler mi­ste­rio­so an­co­ra più scom­bi­na­te di quel­le ori­gi­na­rie. Un'ul­te­rio­re, lun­ga sce­na, ri­guar­da in­fi­ne il ri­tro­va­men­to del de­na­ro na­sco­sto, e fi­ni­sce su­bi­to pri­ma dei fi­na­li al­ter­na­ti­vi (che in­fat­ti van­no vi­sti do­po le sce­ne eli­mi­na­te, no­no­stan­te nel menù sia­no col­lo­ca­ti in­spie­ga­bil­men­te pri­ma). Pro­prio i fi­na­li al­ter­na­ti­vi so­no la per­la del com­par­to ex­tra: in par­ti­co­la­re quel­lo più lun­go, con Sch­war­ze­neg­ger al cen­tro di una se­quen­za fra le più estre­me (ma an­che più gof­fe) mai in­ter­pre­ta­te dall'at­to­re. Gli in­ser­ti fil­ma­ti so­no tut­ti in HD, e la qua­lità è mol­to al­ta. Tut­ta­via si no­ta­no un po' di ar­te­fat­ti di com­pres­sio­ne, men­tre le sce­ne eli­mi­na­te e i fi­na­li han­no una co­lo­ri­me­tria non de­fi­ni­ti­va, e che va­ria da un'in­qua­dra­tu­ra all'al­tra.



Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG (occhio agli spoiler!!)



Confronto DVD - Blu-Ray: Full HD PNG
(occhio agli spoiler!!)
















link a recensioni esterne:
Scheda del film:

Hardware con cui vedo e ascolto i Blu-Ray (in giallo quello usato per recensire il titolo):
    DISPLAY
    Panasonic plasma FULL HD 55' 3D TX-P55ST50E
    Panasonic plasma FULL HD 50' TX-P50S20
    Panasonic plasma FULL HD 46' TX-P46U20
    Panasonic plasma HD READY 50' TH50-PV60
    Panasonic plasma HD READY 42' TH42-PX7
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-980
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-680

    LETTORI
    Sony Playstation 3
    Sony BDP S-500
    Sony BDP S-550
    Samsung BDP 1400
    Samsung BDP 1500

    AMPLIFICATORI + DECODER + DIFFUSORI
    Onkyo TX DS-676, Jbl Tlx 500 (centrale), Jbl tlx 700 (frontali, posteriori), Jamo X5 (subwoofer attivo)
    Onkyo TX DS-555, Technics Sh-500, Technics Sb-ca21 (frontali), Wharfedale Modus 3 (posteriori), infinity ref. 100 (centrale)
    Harman Kardon AVR 164, sistema satelliti + subwoofer Jbl Scs 140
    Sony str-db 830, sistema satelliti + subwoofer Jbl Scs 140

    CUFFIE
    Decoder Sony MDR-1000 + cuffie Sony MDR-XB600
    Decoder + cuffie Sony MDR-6500

Volete più recensioni come queste? sostenete il blog! Se fate acquisti su Amazon, entrate usando i miei link! Grazie mille!