giovedì 22 maggio 2008

Gangster story (Bonnie and Clyde)

FILM: La storia dei celebri gangster Bonnie e Clyde, declinata da Arthur Penn nel più influente dramma criminale. L'avvio, segnato dalla conoscenza fra i protagonisti Warren Beatty e Faye Dunaway, ha toni scanzonati, anche se ben presto la pellicola accumula tensione grazie al suo ritmo forsennato che alterna rapine, assedi e fughe sempre più disperate, e con l'autodistruzione come inevitabile epilogo. Lo scenario della grande depressione americana (fra contadini pignorati e banche in fallimento), accentua lo spirito ribelle della coppia e giustifica il rifiuto d'un mondo in cui le illusioni sono già morte. Inoltre, fornisce a Clyde un "codice" etico che però non solo non gl'impedisce d'uccidere innocenti, ma che nemmeno può celare l'immaturità sua e di Bonnie (adolescenti ai quali il gioco è sfuggito di mano). Straordinari, proprio nel sottolineare i tratti più contraddittori dei loro personaggi, sia Beatty che la Dunaway: il primo è un disaddato con la fissa d'entrare nella storia, ma con un'enorme blocco sessuale (e i riferimenti, per un film del '67 sono anche abbastanza espliciti), la seconda ha una formidabile aria da femme fatale ma nel momento critico invoca la madre e la famiglia, dai quali pretende un intensissimo commiato. Non a caso, la centralità della famiglia (assieme a quella di foto e giornali) è fra i "topoi" ricorrenti e viene evocata da Penn in maniera esemplare, ad esempio proprio nell'addio fra Bonnie e la madre, ritratto con accenti surreal/funebri, e nei memorabili battibecchi fra Bonnie, il fratello di Clyde (Gene Hackman) e sua moglie. Persino la digressione "comica" con Gene Wilder richiama un impulso all'ampliamento del nucleo familiare, nonostante l'inquietudine suscitata, durante l'inseguimento in auto, dall'inversione fra i ruoli di cacciatore e preda. Le molte scene d'azione sono girate con grande senso epico, ed un montaggio serrato, mentre stupiscono certe punte di crudezza, sia nella violenza fisica che in quella psicolologica (la sequenza con lo sceriffo e l'assedio del prefinale). Certe sottolineature romantiche e i rimandi al falso mito della celebrità sono invece struggenti, anche se mantengono una straordinaria asciuttezza. L'imboscata conclusiva, attuata dallo sceriffo texano per vendetta e non per giustizia, resta un pugno allo stomaco ed oltre a sprigionare l'empatia del pubblico verso i protagonisti, sancisce l'ambiguo equilibrio morale di questo capolavoro assoluto.

QUALITA' VIDEO (8 e 1/2 su 10): Il video VC1 in formato 1.85:1 è, come ci s'aspetterebbe da un film del 1967, abbastanza "vecchio" nella grana e nei colori: tuttavia, ciò non toglie che la resa sia comunque bellissima e, incredibile a dirsi, anche più appagante di quella di molti film attuali. La pellicola ha subito un restauro eccellente, risultando pressochè priva di graffi o spuntinature evidenti. Inoltre, sempre il restauro ha fatto si che il senso di pulizia del quadro sia sempre molto elevato. Le prime immagini mostrano subito una porosità eccellente (non sono stati usati algoritmi DNR, per fortuna), anche se, almeno nelle prime inquadrature in casa di Bonnie, la resa è un po' cupa, mentre la pasta della pellicola è lievemente "grossa". Subito dopo, però, i parametri s'impennano e la qualità migliora drasticamente. Nelle prime scene all'aperto con Clyde, il dettaglio diviene subito più fine, e addirittura tagliente, mentre luminosità e contrasto crescono fino a diventare quasi perfetti. Il contrasto, in particolare, tocca vette eccezionali in alcune scene all'esterno (quella del contadino che spara alla casa), mentre s'attenua un po' in quelle in interni. La resa dei primi piani è generalmente buonissima, e in molti (felicissimi) casi addirittura stupefacente. Basti osservare quelli dedicati a Faye Dunaway e, in seguito, quelli a Beatty, Hackman e addirittura Gene Wilder nella scena in macchina, o allo sceriffo, sia durante il suo rapimento che nel prefinale. Il livello di dettaglio sui volti è spesso "radiografico", e con il tipico effetto "buccia d'arancia" che evidenzia ogni singolo poro dei visi, soprattutto se ben illuminati. Anche i campi lunghi non sono da meno e, soprattutto nella parte centrale e nell'ultima, presentano una sequela d'ottime istantanee, con dettagli fini, abbastanza taglienti e persino privi d'edge enhancement (e le sagome nere contro fondali luminosissimi non sono poche). Si va dai primi esterni della casa di Bonnie, ai totali in città, passando per i molti paesaggi lungo gli inseguimenti fino allo stupendo campo di grano in cui fugge la coppia protagonista. I colori sono lievemente "affievoliti" ma non spenti ed anzi pervasi da rossi e gialli vibrantissimi, sia sugli sfondi che sugli incarnati. In qualche passaggio si nota una lieve dominante ocra che dona, assieme alla pasta lievemente "ruvida", quella splendida aria vintage da capolavoro del passato. Ovviamente non mancano flessioni, alcune "fisiologiche", altre meno: ad esempio, certe inquadrature (totali o ravvicinate) non sono sempre a fuoco, mentre altre sono variabili (quella di Beatty durante il discorso al fast food). Inoltre, certi passaggi sono più sgranati per il forte zoom usato nelle riprese (o anche per l'igrandimento del fotogramma originario). E ancora, tutta la sequenza dell'addio alla madre è sporca, morbida e sgranatissima (anche se volutamente), mentre le scene dell'ultimo assedio notturno presentano qualche sparuto sfrigolìo verdastro: ma si tratta di difetti secondari se confrontati ad una qualità complessiva davvero appagante, e in grado di dimostrare quanto l'HD sia valida (per non dire fondamentale) anche in film con quarant'anni sulle spalle.

QUALITA' AUDIO (5 su 10): L'audio italiano Dolby Digital mono (192 Kbit) è abbastanza limitato e non appaga certo quanto l'immagine. Tuttavia, quest'ultimo e ragionevolmente pieno e pulito e, particolare non da poco, non produce distorsione alcuna. Ciò vale sia per le voci, sempre ben intelligibili ed accompagnate solo da una lieve pastosità delle sibilanti (tipica di colonne sonore vecchie) sia per gli effetti. Come spesso accade in questi casi, le musiche hanno una marcia in più, anche se, rispetto al resto, non c'è di che strapparsi i capelli: la dinamica, infatti, è ben salda sulle frequenze medie, cosicchè nè gli alti e tantomento i bassi hanno modo di risaltare. Il volume di registrazione, comunque, è discreto, il fruscìo contenuto, e non si riscontrano sbalzi fastidiosi fra le sequenze più silenziose e quelle movimentate. Come prevedibile, il subwoofer può anche restare spento, assieme, forse, al resto dell'impianto, dato che delle buone casse del televisore saranno più che sufficienti a far esprimere al meglio questa colonna sonora.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (7 su 10): Gli extra, abbastanza esaustivi e ben fatti, includono:

Documentario dell'History channel "Love and Death: The Story of Bonnie and Clyde" (43 min.)

Documentario "Revolution! Il making of di Gangster story", diviso in:

- La gang di Bonnie & Clyde (22 min.)

- Mito e realtà (24 min.)

- L'uscita del film (18 min.)

Scene inedite comprendenti:

- The road to Minnesota (2 min.)

- Outlaws (3 min.)

Inserto "Prova di guardaroba di Warren Beatty" (8 min.)

Teaser trailer

Trailer cinematografico

Il documentario sui veri Bonnie e Clyde è piuttosto intrigante, e sebbene molto "discorsivo" (si basa su interviste a parenti o complici ancora in vita, fotografie d'epoca e qualche vecchia ricostruzione) non risulta mai noioso. Come ovvio, la storia dei due veri gangster è molto meno "romanzata" che nel film, anche se, a conti fatti, risulta molto più incredibile per la serie inenarrabile di imprese criminali compiute dai due. Il dietro le quinte vero e proprio non è fra i migliori mai visti, ma si distingue per le interviste a quasi tutto il cast artistico (ancora splendida la Dunaway) e a vari membri della troupe, compreso il regista Arthur Penn. Purtroppo non vengono mostrate immagini "live" della lavorazione, ma solo fotografie, mentre Warren Beatty è l'anfitrione del documentario, dato che le sue interviste sono prevalenti e illustrano con dovizia di particolari i molti travagli artistici della pellicola. Le scene eliminate sono purtroppo prive d'audio, anche se accompagnate da sottotitoli ricavati dalla sceneggiatura origianale: non molto interessanti, hanno comunque un buon valore filologico. Superfluo l'inserto sulle prove di guardaroba, e singolari i trailer, inframezzati da strani titoli di stampo "hippie". Tutti gli inserti sono in definizione standard (video molto buono, anche se non anamorfico) e provengono pari pari dalla special edition in DVD. Come nel caso delle scene eliminate, anche per gli altri inserti sono inclusi sottotitoli opzionali in inglese o italiano (oltre a svariate altre lingue). Discreto il menù fisso, che tuttavia compare solo una volta avviato, e poi interrotto, un qualunque extra dal menù a scomparsa.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
DVDfile (Bluray americano)
DVD Authority (Bluray americano)
Home Theater Forum (Bluray americano)
DVD Beaver (Bluray americano)

Scheda del film
Imdb

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