mercoledì 14 settembre 2011

THX 1138 (L'uomo che fuggì dal futuro - Import Uk)



FILM: Il pri­mo film di Geor­ge Lu­cas è un clas­si­co del­la fan­ta­scien­za an­ti­u­to­pi­sti­ca, e an­co­ra og­gi un ef­fi­ca­ce mo­ni­to sul fu­tu­ro che sper­so­na­liz­za l'uo­mo. De­scri­ve con fred­dez­za la ri­bel­lio­ne di THX 1138, abi­tan­te di una città/in­du­stria sot­ter­ra­nea in cui l'iden­tità è ri­dot­ta ad una si­gla, il con­tat­to fi­si­co è proi­bi­to, e tut­ti de­vo­no as­su­me­re un cock­tail di dro­ghe che ad­dor­men­ta la co­scien­za. L'ap­proc­cio è qua­si en­to­mo­lo­gi­co e sfrut­ta sia at­mo­sfe­re or­wel­lia­ne che so­lu­zio­ni avan­guar­di­ste, con ri­man­di al tea­tro dell'as­sur­do. Il ta­glio è do­cu­men­ta­ri­sti­co, e as­sie­me ai dia­lo­ghi es­sen­zia­li con­fe­ri­sce obiet­ti­vità da re­per­to, più un sen­so ku­bric­kia­no di di­stac­co fra re­gi­sta e si­tua­zio­ni sul­lo scher­mo. La tra­ma esi­lis­si­ma è un pre­te­sto per se­quen­ze fra le più vi­sio­na­rie e an­go­scian­ti sul­la deu­ma­niz­za­zio­ne ope­ra­ta dal "si­ste­ma": si­ste­ma che, nel ca­so di THX 1138, è un "gran­de fra­tel­lo" dal­la con­si­sten­za im­pre­ci­sa­ta, però vei­co­la­to in in­quie­tan­ti "sa­le di re­gia", "flui­di­fi­ca­to" nel­la dro­ga, e "so­li­di­fi­ca­to" in una po­li­zia me­tal­li­ca sen­za vol­to. Il suo dik­tat è "la­vo­ra­re", "com­pra­re", "es­se­re fe­li­ci": cioè azio­ni che Lu­cas svuo­ta di si­gni­fi­ca­to per astrar­re la sua cri­ti­ca sen­za tem­po al con­su­mi­smo, al­lo sfrut­ta­men­to la­vo­ra­ti­vo e all'ado­ra­zio­ne dei fal­si ido­li. Me­mo­ra­bi­li gli am­bien­ti in­du­stria­li o pro­toin­for­ma­ti­ci, e ge­nia­le l'in­si­sten­za su scher­mi, vo­ci ra­dio, in­ter­rut­to­ri, dia­gram­mi, e il ri­cor­so a un sound de­si­gn con in­ver­sio­ne di ruo­lo fra mu­si­ca ed ef­fet­ti so­no­ri. Que­st'ul­ti­mo ac­cor­gi­men­to, in par­ti­co­la­re, ac­cen­tua l'at­mo­sfe­ra cli­ni­co/apa­ti­ca, e in­trap­po­la i per­so­nag­gi in un mon­do ka­f­kia­no-elet­tro­mec­ca­ni­co, con an­che un'au­ra da ospe­da­le psi­chia­tri­co. Per un film tan­to spe­ri­men­ta­le, ha co­mun­que una strut­tra ri­go­ro­sa, e ba­sa­ta su tre at­ti che ri­spec­chia­no l'odis­sea di THX (in­ter­pre­ta­to dall'ot­ti­mo Ro­bert Du­vall): il pri­mo at­to de­scri­ve la li­be­ra­zio­ne "chi­mi­ca" del pro­ta­go­ni­sta, ad ope­ra del­la com­pa­gna LUH. Il se­con­do at­to con­si­ste nel­la pre­sa di co­scien­za men­ta­le, e il ter­zo in una fu­ga au­to­mo­bi­li­sti­ca in cui Lu­cas sfo­ga la sua pas­sio­ne per le au­to da cor­sa, e do­ve un di­na­mi­smo ret­ti­li­neo pren­de il po­sto del­la sta­ti­cità "lo­bo­to­miz­zan­te" dell'ini­zio. In nu­ce in­clu­de al­me­no due te­mi che tor­ne­ran­no nel ce­le­ber­ri­mo Star Wars: l'im­pe­ro tec­no­lo­gi­co e "sen­za vol­to", qui bian­co an­zi­ché ne­ro, e so­prat­tut­to il viag­gio del pro­ta­go­ni­sta, a sco­po ini­zia­ti­co / mi­glio­ra­ti­vo, ma co­stel­la­to di in­cer­tez­za per il fu­tu­ro. Nel 2004 Lu­cas ha mo­di­fi­ca­to il film con mol­tis­si­me ag­giun­te e ri­toc­chi di­gi­ta­li, so­prat­tut­to nei co­sid­det­ti esta­bli­shing shot: il nuo­vo film, de­no­mi­na­to Di­rec­tor's Cut, è più pa­ti­na­to e spet­ta­co­la­re, ma non me­no stra­nian­te. Il pro­ble­ma è che le nuo­ve sce­ne af­fa­sci­na­no in­ve­ce di ter­ro­riz­za­re co­me il re­sto del film, an­che se in fon­do que­st'aspet­to è in­te­res­san­te, per­chè ri­spec­chia una svol­ta au­to­bio­gra­fi­ca del­lo stes­so Lu­cas: l'au­to­re ci ha in­fat­ti am­mo­ni­to per an­ni sul­la pe­ri­co­lo­sità de­gli "im­pe­ri", com­pre­si quel­li fi­nan­zia­ri con­tro i qua­li si è do­vu­to bat­te­re per rea­liz­za­re i suoi film... sal­vo crear­ne uno lui stes­so.





QUALITA' VIDEO (7 e 1/2 su 10): Il vi­deo del Blu-Ray, re­stau­ra­to nel 2004, è in for­ma­to ori­gi­na­le 2.35:1 com­pres­so VC-1. La qua­lità è buo­na ma li­mi­ta­ta sia dall'en­co­ding che dal­la ri­pre­sa. Que­st'ul­ti­ma è in Tech­ni­sco­pe a due per­fo­ra­zio­ni, cioè un for­ma­to che sfrut­ta so­lo metà del fo­to­gram­ma 35mm, e quin­di me­no de­fi­ni­to. Pro­prio la de­fi­ni­zio­ne è so­lo di­scre­ta, ed an­che se "da pel­li­co­la" non ha mai una re­sa ta­glien­te. Sui me­di pia­ni, co­mun­que, l'im­pat­to è buo­no, an­che se c'è un'al­ter­nan­za fra ni­ti­dez­za e pa­sto­sità. Ad esem­pio so­no ben de­fi­ni­ti quel­li nel­la ca­te­na di mon­tag­gio, op­pu­re nel­le sa­le di con­trol­lo, e an­co­ra quel­li nei bas­si fon­di. Sen­za con­ta­re va­rie in­qua­dra­tu­re del­le au­to­mo­bi­li nell'ul­ti­ma par­te. In­ve­ce de­lu­do­no al­cu­ne ri­pre­se nell'abi­ta­zio­ne di THX, ed al­tre du­ran­te la fa­se del "pro­ces­so", o del ri­sve­glio in­tel­let­tua­le (che è pie­no di sfo­ca­tu­re e aber­ra­zio­ni ot­ti­che). Sui pri­mi pia­ni la re­sa è su­pe­rio­re, ma an­che in que­sto ca­so ci so­no flut­tua­zio­ni: si va dal det­ta­glio qua­si ra­dio­gra­fi­co del­le in­qua­dra­tu­re con THX e LUH, agli im­pa­sta­men­ti sul vol­to dell'at­to­re Do­nald Plea­san­ce, con in mez­zo mol­te in­qua­dra­tu­re no­te­vo­li sem­pre di Plea­san­ce (quel­le scu­re nel­la sa­la di con­trol­lo), e di va­ri al­tri te­ni­ci. Pia­ce­vo­li so­no an­che i pri­mi pia­ni dell'at­to­re Don Pe­dro Co­pley (l'olo­gram­ma), so­prat­tut­to quel­lo nel­la sa­la dei fe­ti, an­che se la con­si­sten­za è sem­pre mor­bi­da. Di­scor­so a par­te me­ri­ta­no le se­quen­ze di­gi­ta­li ag­giun­ti­ve: que­ste ul­ti­me so­no qua­si sem­pre ta­glien­ti e de­fi­ni­te, sia nel ca­so di to­ta­li con strut­tu­re, sia nel ca­so dei pri­mi pia­ni sui ro­bot in co­stru­zio­ne. La cro­mia è de­sa­tu­ra­ta e con for­te pre­va­len­za del bian­co, ma non man­ca­no spraz­zi di co­lo­ri più vi­va­ci, co­me ad esem­pio il gial­lo nel­la ca­te­na di mon­tag­gio, op­pu­re il blu, ed an­che qual­che ros­so ac­ce­so (ad esem­pio al fal­so ne­go­zio). Gli in­car­na­ti so­no na­tu­ra­li, però con qual­che ten­den­za al ros­sic­cio, e sul qua­dro è pos­si­bi­le no­ta­re un'oc­ca­sio­na­le do­mi­nan­te blua­stra. Ta­le do­mi­nan­te si no­ta in va­ri sfon­di, ma in ma­nie­ra più co­stan­te nell'in­se­gui­men­to in au­to. Fra l'al­tro, pro­prio l'in­se­gui­men­to ha un'ot­ti­ma re­sa (al­me­no nell'am­bi­to del gi­ra­to sto­ri­co), e lo stes­so va­le per cer­ti to­ta­li con gli spo­sta­men­ti di THX. Il con­tra­sto è buo­no, ma ci so­no al­cu­ni ap­piat­ti­men­ti e il ne­ro per­de det­ta­gli nel­le sce­ne scu­re. Inol­tre sem­pre il ne­ro vi­ra al gri­gio o al mar­ro­ne, ad esem­pio in sce­ne co­me quel­la del pro­ces­so. La pel­li­co­la non ha in­sta­bi­lità, e so­lo po­che spun­ti­na­tu­re, ed il tra­sfe­ri­men­to sem­bra pro­ve­ni­re da una scan­sio­ne dell'in­ter­po­si­ti­vo. L'en­co­ding non ha ge­ne­ra­to ar­te­fat­ti fa­sti­dio­si, ma pro­vo­ca qual­che di­scre­tiz­za­zio­ne nei fon­da­li uni­for­mi e so­prat­tut­to è "vi­zia­to" da un DNR che, an­che se in mo­do lie­ve, pro­du­ce le­vi­ga­tu­re in­de­si­de­ra­te. Ciò ac­ca­de in al­cu­ni pri­mi pia­ni di Ro­bert Du­vall (al­la ca­te­na di mon­tag­gio) e di va­ri al­tri at­to­ri in sce­ne di dia­lo­ghi, ma an­che in pas­sag­gi con cam­bi di mes­sa fuo­co, ad esem­pio la pa­no­ra­mi­ca sui "giu­di­ci" du­ran­te il pro­ces­so. C'è an­che qual­che oc­ca­sio­na­le im­pa­sta­men­to del­le tex­tu­re fac­cia­li in mo­vi­men­to, an­che se le scie che pro­vo­ca­no so­no tol­le­ra­bi­li. In­fi­ne ci so­no del­le "scre­pu­la­tu­re" ano­ma­le, for­se de­ter­mi­na­te dall'en­co­ding non per­fet­to. La gra­na è pre­sen­te e na­tu­ra­le ma a vol­te con­ge­la­ta sem­pre dal DNR, op­pu­re re­sa ar­ti­fi­cio­sa, so­prat­tut­to nei fon­da­li uni­for­mi di cui ab­bon­da il film. In que­sti ca­si la tra­ma dell'im­ma­gi­ne pre­sen­ta chiaz­ze che sfri­go­la­no, ad esem­pio nel­le zo­ne con di­ver­sa mes­sa a fuo­co, op­pu­re mol­to lu­mi­no­se. A vol­te an­che cer­ti con­tor­ni su sfon­do chia­ro mo­stra­no ar­ti­fi­cio­sità: in par­ti­co­la­re, una con­si­sten­za fu­mo­sa che "ri­bol­le". A cir­ca 31 mi­nu­ti è pre­sen­te uno stra­no sdop­pia­men­to ver­ti­ca­le del qua­dro (sce­na in cui THX de­nun­cia HEN), an­che se ciò po­treb­be far par­te di una scel­ta ar­ti­sti­ca. In al­tre fa­si del film, in­ve­ce, si può no­ta­re un lie­ve flic­ke­rio del­la ban­da ne­ra in­fe­rio­re. In­fi­ne c'è qual­che istan­za di ed­ge en­han­ce­ment, per for­tu­na non trop­po gra­ve.



Grafico Bitrate (cliccare sopra per ingrandirlo):


Occupazione video: 27,1 Gb - Bitrate (video) 22,50 Mbit

Dati completi del Blu-Ray estratti con BDinfo


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(occhio agli spoiler!!)
















Altri screencapture dopo il commento sull'audio.


QUALITA' AUDIO (7 su 10): L'au­dio in­gle­se DTS HD MA 5.1 è pu­li­to e con un buon vo­lu­me di re­gi­stra­zio­ne. In più me­sco­la ef­fet­ti nuo­vi di zec­ca al­la co­lon­na so­no­ra ori­gi­na­le del 1971. La re­sa è ac­cet­ta­bi­le, an­che se l'im­pat­to è vec­chio e la di­na­mi­ca de­bo­le. Que­st'ul­ti­ma ca­rat­te­ri­sti­ca si av­ver­te già nel­la mu­si­ca ini­zia­le, che è se­pa­ra­ta ma "rau­ca", e su­bi­to do­po nei va­ri ef­fet­ti del­la fab­bri­ca. Il mix è con­fi­na­to spes­so sul ca­na­le cen­tra­le, an­che se non man­ca­no sce­ne in cui su­ben­tra­no i dif­fu­so­ri fron­ta­li: fra le tan­te, quel­le al­la ca­te­na di mon­tag­gio, e so­prat­tut­to nell'in­se­gui­men­to in au­to, che ha va­ri pan­ning e qual­che ef­fet­to fron­te re­tro. Le vo­ci sul ca­na­le cen­tra­le al­ter­na­no una re­sa in­tel­le­gi­bi­le a pas­sag­gi più in­sca­to­la­ti, e so­no in me­dia di­scre­te. Le vo­ci fem­mi­ni­li so­no più ni­ti­de di quel­le ma­schi­li: ma en­tram­be sur­clas­sa­te dai dia­lo­ghi fuo­ri cam­po, o da quel­li "ar­ti­fi­cia­li". Sul pia­no mu­si­ca­le la trac­cia coin­vol­ge, an­che se i pas­sag­gi de­gni di no­ta so­no po­chis­si­mi. Nel­la me­mo­ria re­sta giu­sto la mu­si­ca du­ran­te la "per­cos­sio­ne" di THX, che è mol­to se­pa­ra­ta sui dif­fu­so­ri an­te­rio­ri, e poi quel­la con­clu­si­va. In ge­ne­ra­le, la di­na­mi­ca è in­chio­da­ta sul­le me­die fre­quen­ze, sal­vo aper­tu­re ver­so gli al­ti in sce­ne mo­vi­men­ta­te do­ve però si av­ver­to­no sa­tu­ra­zio­ni. A vol­te fan­no ca­po­li­no i bas­si, so­prat­tut­to sul cen­tra­le: un esem­pio si ha nel pri­mo in­ci­den­te al­la fab­bri­ca, poi nei va­ri ur­ti dell'in­se­gui­men­to fi­na­le, ed an­che in al­cu­ne fa­si del­la fu­ga del pro­ta­go­ni­sta as­sie­me all'"olo­gram­ma" in­ter­pre­ta­to da Don Pe­dro Co­pley. I ca­na­li po­ste­rio­ri for­ni­sco­no un'am­bien­za so­lo oc­ca­sio­na­le, co­mun­que de­fi­ni­ta e a vol­te sug­ge­sti­va. Gli in­ter­ven­ti mi­glio­ri so­no du­ran­te gli spo­sta­men­ti di THX nel­le se­quen­ze di­gi­ta­li ag­giun­ti­ve: in es­se ab­bon­da­no ru­mo­ri di au­to, tre­ni e di per­so­ne, op­pu­re eco e mo­ti­vet­ti in sot­to­fon­do. La ni­ti­dez­za è buo­na, an­che se scar­seg­gia­no pan­ning o ef­fet­ti ste­reo­fo­ni­ci. Co­me an­ti­ci­pa­to, la co­lon­na so­no­ra pre­sen­ta ef­fet­ti ag­giun­ti nel 2004, e in que­sti ca­si la de­fi­ni­zio­ne sem­bra quel­la di una trac­cia odier­na, e la di­na­mi­ca per­si­no esa­ge­ra­ta... O me­glio, "di­sal­li­nea­ta" ri­spet­to all'au­dio ori­gi­na­rio. So­no pre­sen­ti sia pic­co­li ef­fet­ti in sot­to­fon­do (mac­chi­na­ri o vo­ci), che al­cu­ni in­ter­ven­ti più esu­be­ran­ti. Fra que­sti ul­ti­mi ci so­no il ron­zio, mol­to sug­ge­sti­vo, du­ran­te la sce­na del bloc­co men­ta­le, che coin­vol­ge tut­ti i dif­fu­so­ri, poi quel­lo du­ran­te il "pro­ces­so" (sce­na con lu­ci qua­dra­te che scen­do­no dal sof­fit­to). Nell'ul­ti­ma par­te, ad­di­rit­tu­ra, si sus­se­guo­no ef­fet­ti po­ten­tis­si­mi, co­me ad esem­pio quel­lo del­la fol­la all'usci­ta dal­la pri­gio­ne-lim­bo, op­pu­re quel­lo del­lo schian­to dell'au­to­mo­bi­le gui­da­ta dall'olo­gram­ma. Que­st'ul­ti­mo ef­fet­to, in par­ti­co­la­re, ti­ra un col­po così inat­te­so sul dif­fu­so­re cen­tra­le da far sal­ta­re sul­la pol­tro­na. Po­co do­po, al­tre col­li­sio­ni dell'au­to di THX sfio­ra­no lo stel­lo li­vel­lo, e chiu­do­no "col bot­to" una trac­cia di­mes­sa ma con det­ta­gli suf­fi­cien­ti ad ac­com­pa­gna­re le straor­di­na­rie im­ma­gi­ni. Me­ri­to an­che del­lo straor­di­na­rio sound de­si­gn del gran­de Wal­ter Mur­ch.



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Altri screencapture dopo il commento sugli extra.


QUANTITA'/QUALITA' CONTENUTI EXTRA (8 e 1/2 su 10): Gli ex­tra so­no rac­chiu­si in un bel menù ja­va "a li­vel­li". Quan­do si evi­den­za un con­te­nu­to, sul­lo scher­mo ap­pa­re la du­ra­ta, e un fo­to­gram­ma di an­ti­ci­pa­zio­ne. Gli in­ser­ti di­spo­ni­bi­li so­no:


Traccia di commento di George Lucas e dello sceneggiatore e sound designer Walter Murch (senza sottotitoli).

Traccia audio "Theatre of noise", con solo musica ed effetti.

Documentario "A legacy of filmakers: the early years of American Zoetrope" (SD, 64 min. 35 sec.)

Documentario "Artifact from the future: the making of THX-1138" (SD, 31 min. 8 sec.)

Featurette "Bald: the making of THX 1138" (SD, 8 min. 3 sec.)

Cortometraggio "Electronic Labyrinth THX 1138 4EB" (SD, 15 min. 12 sec.)

"Master sessions": 13 micro-featurette con il sound designer Walter Murch (SD, 29 min. 41 sec.)

Trailer originale (SD, 2 min. 49 sec.)

5 trailer del film in versione Director's cut (SD, 11 min. 21 sec.)

Easter egg: sceneggiatura originale del cortometraggio "Electronic Labyrinth THX 1138 4EB", da cui è tratto il film.

Il ma­te­ria­le pro­vie­ne dal­la pas­sa­ta edi­zio­ne in DVD, ma è co­mun­que stre­pi­to­so, poi­chè for­ni­sce una pa­no­ra­mi­ca ap­pro­fon­di­ta sul film e (so­prat­tut­to) sul con­te­sto in cui è sta­to rea­liz­za­to. Ad esem­pio, la trac­cia di com­men­to con Lu­cas/Mur­ch for­ni­sce una ple­to­ra di in­for­ma­zio­ni. Lu­cas, in par­ti­co­la­re, è sem­pre in­te­res­san­te e da la chia­ve in­ter­pre­ta­ti­va per qua­si ogni sce­na, ol­tre a sve­la­re scel­te sti­li­sti­che, dif­fi­coltà, e i par­ti­co­la­ri più inim­ma­gi­na­bi­li del­la pro­du­zio­ne. Il to­no è ser­ra­to e il di­scor­so sem­pre fluen­te. In più non ci so­no ri­don­dan­ze o me­re de­scri­zio­ni di ciò che ac­ca­de sul­lo scher­mo, e così ogni sin­go­la par­te del­la trac­cia me­ri­ta l'ascol­to. Pec­ca­to so­lo che man­chi­no i sot­to­ti­to­li e il re­gi­sta glis­si sul­le dif­fe­ren­ze fra il film ori­gi­na­le del 1971 e quel­lo del 2004. La stes­sa co­sa, fra l'al­tro, suc­ce­de nel pur bel do­cu­men­ta­rio sul die­tro le quin­te, an­che se in que­sto ca­so ci so­no mol­te im­ma­gi­ni dell'epo­ca che com­pen­sa­no. Gli ar­go­men­ti del fil­ma­to so­no tut­ti pre­sen­ti nel­la com­men­ta­ry, as­sie­me a pia­ce­vo­li clip sul­la la­vo­ra­zio­ne e, so­prat­tut­to, ad in­ter­vi­ste si­gni­fi­ca­ti­ve a Ste­ven Spiel­berg, Fran­cis Ford Cop­po­la, John Mi­lius e Mar­tin Scor­se­se (so­lo per ci­tar­ne al­cu­ni). La fea­tu­ret­te d'epo­ca si con­cen­tra sul­la ra­sa­tu­ra su­bi­ta da­gli at­to­ri, ma è sta­ta rea­liz­za­ta co­me un ve­ro e pro­prio cor­to­me­trag­gio im­per­nia­to sul­lo shock di ta­le in­ter­ven­to este­ti­co, e sul ram­ma­ri­co del re­gi­sta. La "co­stru­zio­ne" è mol­to gra­de­vo­le e ci so­no al­cu­ne ot­ti­me in­qua­dra­tu­re, non­chè in­ter­ven­ti sim­pa­ti­ci di Lu­cas, qua­si a mi­ti­ga­re il to­no grot­te­sco. Al­tro pez­zo for­te del com­par­to ex­tra (as­sie­me a com­men­ta­ry e do­cu­men­ta­rio) è lo spe­cial su­gli Zoe­tro­pe Stu­dios, ca­sa di pro­du­zio­ne fon­da­ta da Cop­po­la e do­ve so­no con­vo­glia­ti i mag­gio­ri ta­len­ti del ci­ne­ma ame­ri­ca­no in­di­pen­den­te de­gli an­ni '70, com­pre­so ov­via­men­te Geor­ge Lu­cas. Il fil­ma­to, ap­pas­sio­nan­te, il­lu­stra le vi­cis­si­tu­di­ni di una ca­sa che ha do­vu­to af­fron­ta­re mil­le dif­fi­coltà ar­ti­sti­co/eco­no­mi­che, ma so­prav­vis­su­ta fi­no ad og­gi. In più for­ni­sce tan­te in­for­ma­zio­ni in­te­res­san­ti sul­la "lo­gi­ca ci­ne­ma­to­gra­fi­ca" di quel pe­rio­do, sul ruo­lo de­gli stu­dios, e sul­la na­sci­ta del ci­ne­ma in­di­pen­den­te av­ve­nu­ta gra­zie a film epo­ca­li co­me Ea­sy Ri­der. Nel do­cu­men­ta­rio si par­la an­che di THX 1138, da­to che il film è il pri­mo pro­dot­to dal­la Zoe­tro­pe: e in par­ti­co­la­re, di co­me l'esor­dio di Lu­cas ab­bia mes­so a re­pen­ta­glio la so­prav­vi­ven­za del­lo stu­dio, a cau­sa del suo ta­glio spe­ri­men­ta­le mol­to mal vi­sto dai co­fi­nan­zia­to­ri e di­stri­bu­to­ri del­la War­ner. Il cor­to di Geor­ge Lu­cas, da cui è trat­to THX 1138, è una ve­ra chic­ca: si trat­ta di un'ope­ra stra­nian­te, pie­na del­le os­ses­sio­ni vi­si­ve e so­no­re che "esplo­de­ran­no" nel lun­go­me­trag­gio. Le 13 mi­cro­fea­tu­ret­te con Wal­ter Mur­ch si pos­so­no ve­de­re lun­go film, op­pu­re tut­te in­sie­me co­me un uni­co in­ser­to: in es­se, il ge­nia­le tec­ni­co spie­ga i truc­chi per ot­te­ne­re i suo­ni più as­sur­di del­la pel­li­co­la, e sve­la al­cu­ni in­cre­di­bi­li aned­do­ti sul­le mu­si­che. Ogni seg­men­to è in­te­res­san­tis­si­mo, an­che se non ci so­no il­lu­stra­zio­ni ad hoc: so­lo Mur­ch che spie­ga da­van­ti al­la te­le­ca­me­ra. Il trai­ler ci­ne­ma­to­gra­fi­co ori­gi­na­le mo­stra spez­zo­ni del film non mo­di­fi­ca­ti da­gli in­ter­ven­ti del 2004, men­tre la trac­cia so­lo au­dio for­ni­sce un'espe­rien­za an­co­ra più ip­no­ti­ca e sur­rea­le del gioel­lo lu­ca­sia­no. I fil­ma­ti so­no tut­ti in bas­sa de­fi­ni­zio­ne, con sot­to­ti­to­li in­gle­se op­zio­na­li. La qua­lità va­ria fra l'ap­pe­na suf­fi­cien­te e il buo­no.



Screencapture Blu-Ray: full HD PNG (occhio agli spoiler!!)
















Confronto DVD - Blu-Ray: full HD PNG (occhio agli spoiler!!)













Nota: su al­cu­ni let­to­ri da ta­vo­lo con in­gres­so USB (ad esem­pio il So­ny BDP-S550) il di­sco non si ca­ri­ca, in quan­to il menù ja­va pre­ten­de di scri­ve­re cir­ca 250 Kby­te su me­mo­ria fi­si­ca. Per ri­sol­ve­re il pro­ble­ma ba­sta in­se­ri­re una chia­vet­ta USB nel­lo slot ap­po­si­to.



link a recensioni esterne:
Scheda del film:
Hardware con cui vedo e ascolto i Blu-Ray (in giallo quello usato per recensire il titolo):
    DISPLAY
    Panasonic plasma FULL HD 55' 3D TX-P55ST50E
    Panasonic plasma FULL HD 50' TX-P50S20
    Panasonic plasma FULL HD 46' TX-P46U20
    Panasonic plasma HD READY 50' TH50-PV60
    Panasonic plasma HD READY 42' TH42-PX7
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-980
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-680

    LETTORI
    Sony Playstation 3
    Sony BDP S-500
    Sony BDP S-550
    Samsung BDP 1400
    Samsung BDP 1500

    AMPLIFICATORI + DECODER + DIFFUSORI
    Onkyo TX DS-676, Jbl Tlx 500 (centrale), Jbl tlx 700 (frontali, posteriori), Jamo X5 (subwoofer attivo)
    Onkyo TX DS-555, Technics Sh-500, Technics Sb-ca21 (frontali), Wharfedale Modus 3 (posteriori), infinity ref. 100 (centrale)
    Sony str-db 830, sistema satelliti + subwoofer Jbl Scs 140

    CUFFIE
    Decoder Sony MDR-1000 + cuffie Sony MDR-XB600
    Decoder + cuffie Sony MDR-6500