mercoledì 30 luglio 2008

Zodiac - Director's cut

FILM: Da David Fincher, la cronaca romanzata dell’indagine su "Zodiac", serial killer che ha sconvolto l'area di San Francisco a cavallo fra gli anni '60 e '70. Tratto distintivo del maniaco, al quale sono stati attribuiti almeno 6 omicidi, i celebri messaggi cifrati fatti pervenire a diversi quotidiani e contenti minacce o deliri. Impostato come un inceratissimo ed appassionante thriller poliziesco, assume toni da dramma psicologico quando, dalla ricerca dell'assassino, sposta l'attenzione sulle vite dei personaggi più coinvolti (e compromessi) dal caso. Fra loro, l'ispettore di polizia di San Francisco Robert Toschi (interpretato da Mark Ruffalo), il giornalista del San Francisco Chronicles Paul Avery (Robert Downey Jr.) e il vignettista del medesimo quotidiano, Robert Graysmith (Jake Gyllenhal), dal cui libro su Zodiac è stata tratta la sceneggiatura di James Vanderblit. L'impianto narrativo, che alterna con fluidità le ricostruzioni degli omicidi a coinvolgenti fasi "giornalistiche", segue (forzatamente, vista l'aderenza al caso reale, ad oggi irrisolto) uno schema inverso a quello del thriller classico ed invece di mettere a fuoco la soluzione (oltretutto paventata), sfuma le poche certezze nelle congetture sempre più personali (e talvolta deliranti) dei protagonisti. Il risultato esalta la tendenza umana al caos e all'ossessione e rimanda ad un percorso "demolitivo" non dissimile da quello visto in "La promessa", anche se, rispetto al capolavoro di Sean Penn, ad incrinarsi in Zodiac è la sola razionalità dei personaggi e non le fondamenta d'un impianto noir tutto sommato convenzionale. La fotografia impomatata, assieme a riprese digitali elaboratissime, conferisce un'aria vintage, mentre la regia fonde, con straordinaria abilità, soggettive asettiche ad una visuale distaccata che però non rinuncia ad ampi sprazzi di partecipazione emotiva. Tale scelta stilistica è efficace sia nelle sequenze degli omicidi, fredde e disturbanti, che in quelle investigative, di spietata analiticità. In più, carica di tensione passaggi marginali, secondo un espediente all'apparenza furbo ma che in realtà sottolinea la "somatizzazione" della vicenda nei nervi dei protagonisti. La ricostruzione d'epoca è straordinaria (con giusto qualche salto temporale un po' troppo brusco), sebbene ad imprimersi nella memoria sia soprattutto la centralità dei "codici": dalla calligrafia al disegno, fino alle lettere di Zodiac. Queste ultime, in particolare, simboleggiano una follia non più dell'assassino ma d'un mondo "indecifrabile" e che rifugge il male esorcizzandolo. In tal senso, non è un caso che lo stesso Robert Graysmith "ricodifichi" in un libro la sua verità su Zodiac, a indagine ormai svanita. E in modo analogo, non stupisce come l'industria del cinema lo preceda, anche se in tutt'altri termini, con un film dell'ispettore Callaghan sul noto maniaco.

QUALITA' VIDEO (9 e 1/2 su 10): Il film, un director's cut con 5 minuti di scene inedite, è stato compresso con algoritmo VC1 su un Bluray a doppio strato. La qualità delle immagini lascia quasi sempre a bocca aperta, almeno su display da 50 pollici. L'origine digitale della ripresa fa si che il master sia in condizioni perfette, senza spuntinature o graffi di sorta: ma soprattutto, conferisce al quadro una nitidezza ed una precisione del dettaglio incredibili. A dire il vero, le primissime scene nell'oscurità non esaltano, a causa di qualche lieve "macchia" negli sfondi e, soprattutto, per la presenza di anomale (seppure lievi) striature verticali. Non appena l'azione si sposta al fast food e quindi sulla città di San Francisco, però, questo transfer video si trasforma in una festa per gli occhi. Immediatamente, le trame d'edifici e automobili diventano intricatissime, mentre i contorni si fanno iper sottili. Nelle scene in interni, soprattutto quelle ambientate nella redazione del San Francisco Chronicles, gli sfondi assumono una pulizia "irreale" e conferiscono al quadro una tridimensionalità da primato. Impressionante (o, per meglio dire, "inedito" nel campo dell'audio video) anche lo "stacco" sempre fra gli sfondi e gli attori, e sublime il microdettaglio di questi ultimi. In particolare, risaltano capelli, occhi e vestiti: un po' meno, invece, la porosità degli incarnati, anche se ciò dipende soprattutto dalla ripresa sempre molto "distante" e da una lievissima "pastosità" nelle inquadrature senza luce diretta (tipica, questa, del cinema digitale). In ogni caso, non mancano molte, esaltanti eccezioni in cui anche il micro dettaglio sui visi trionfa nella sua bellezza (con il tipico effetto "buccia d'arancia"): ad esempio, durante la prima telefonata allo sceriffo della cittadina di Vallejo, interpretato da Elias Koteas. Addirittura, in questi casi la porosità è così fine da "flickerare" (leggermente) su display HD ready. Ottimi il livello di contrasto (elevatissimo ma non accecante negli esterni) e della luminosità (calibrata per non appiattire l'immagine). Il nero è sempre profondissimo e nelle panoramiche notturne conferisce uno spiccato senso di tridimensionalità: tuttavia, in altre sequenze molto ravvicinate la sua resa si fa più "occultante", dato che certi dettagli in secondo piano non sono distinguibili. S'osservi, ad esempio, la parte con l'omicidio del tassista, immersa nel buio, ed altre scene in casa del vignettista Graysmith. A livello cromatico, la fotografia privilegia colori "anticati" e quindi non molto vivaci. Dominano il giallo ocra e, talvolta, il turchese, anche se qualche gradevole sfumatura di verde o di rosso emerge con una certa decisione. Sempre i colori, comunque, vantano un'eccezionale compattezza e sono privi di rumore, salvo forse in qualche passaggio al chiuso (e con bassissime luci) dove anche la definizione diminuisce. Nonostante la sottigliezza dei contorni e la forza di certi contrasti, l'edge enhancement è quasi nullo, cosicché tutte le sequenze diurne all'esterno risultato pulitissime, precise e degne d'un vero "disco demo". La compressione, infine, non rappresenta mai un problema, se non nei già citati passaggi iniziali, e in altre scene al chiuso, dove fanno capolino delle lievi chiazze sugli sfondi uniformi. Rispetto a transfer più "cinematografici" e d'impatto (ad esempio Dejavù, I fantastici 4, Apocalypto e Aeon Flux) questo di Zodiac ha una resa senza dubbio più "asettica" e forse più distante da quella della pellicola classica. Inoltre, e come quasi tutti i titoli Warner, presenta una lievissima patina cerulea che conferisce al quadro un aspetto "setoso", almeno in certe situazioni: ciononostante, l'esperienza di visione è così particolare, oltre che straordinaria, da far meritare al video una valutazione quasi massima. Inutile, poi, sottolineare la distanza incolmabile dal DVD, il cui dettaglio, al confronto di questo Bluray, appare come un ammasso fangoso.

QUALITA' AUDIO (7 su 10): A differenza dell'immagine, l'audio Dolby Digital 5.1 italiano (640 Kbit) è tutt'altro che memorabile. Il motivo risiede principalmente nell'indole abbastanza silenziosa del film, anche se, in questo caso, la non brillantissima qualità del mix ci mette del suo. Ad esempio, il volume di registrazione è abbastanza contenuto, mentre la dinamica dei canali frontali non è certo da primato, soprattutto sulle basse frequenze. Il fronte anteriore è senza dubbio aperto e compatto (come dimostrano le molte scene nella redazione del giornale) ma gli alti risultano un po' stridenti, soprattutto nel caso delle voci maschili. Ciò è palese sia nelle scene ambientate a casa di Graysmith, sia in tutti i passaggi più drammatici degli omicidi. Se non altro, la dinamica degli effetti si mantiene su buoni livelli, come dimostrano gli spari (es. al poligono di tiro) e qualche altro colpo abbastanza sordo (sportelli delle auto compresi). La riproduzione delle musiche è calda ma "trattenuta" e nonostante la buona ampiezza frontale non presenta code o "virtuosismi" di missaggio. Il contributo dei canali posteriori è incoerente: in alcuni passaggi dove ci s'aspetterebbe una grande presenza (es. gli esterni cittadini) il loro apporto è molto “timido”, mentre in altre fasi più "raccolte" (come all'interno delle redazioni o delle centrali di polizia) gli effetti abbondano, pur senza sorprese. Anche per questa poca decisione dei posteriori, è difficile ricordare passaggi "emblematici" d’una colonna sonora nel complesso anonima: spiccano giusto un "raid" dei poliziotti accompagnato dagli elicotteri (con i rumori dei velivoli che fanno il giro di tutti i diffusori) e il prefinale in casa d'un sospettato, dove qualche tuono, la pioggia incessante e alcuni "tonfi" molto diffusi ravvivano l’ascolto. Salvo queste eccezioni, però, è tutta routine e "accompagnamento", per di più d'una qualità non troppo pregevole. Da notare che, come al solito, l'audio originale inglese (dalla stessa codifica e bitrate) è più ampio, alto di volume e definito sulle alte frequenze. Inoltre, ha voci più realistiche e meglio inserite nella scena sonora, oltre che prive di distorsioni o asprezze.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (8 e 1/2 su 10): Extra non molto vari ma corposissimi. Ad ospitarli, un menù a scomparsa che diventa fisso una volta avviato un qualsiasi contenuto. La grafica dell’indice è molto semplice ma chiara e funzionale. In dettaglio, gli extra includono:

Traccia di commento del regista David Fincher

Traccia di commento degli attori Jake Gyllenhaal, Robert Downey Jr. e Brad Fisher e dei produttori James Vanderblit e James Ellroy

Documentario “Zodiac deciphered – la realizzazione del film”, diviso nei segmenti:

- Attenzione per i particolari (5 min.)

- Blue Rock Springs (8 min.)

- San Francisco Chronicle (13 min.)

- L’aula del tribunale (6 min. 30 sec.)

- Presidio Heights (5 min.)

- Lago Berryessa (7 min. 30 sec.)

- Ossessione (8 min. 30 sec.)

Sezione “Previsualizzazione – le tecniche usate nella realizzazione del film”, contenente gli inserti:

- Blue Rock Springs (1 min.)

- Lago Berryessa (4 min. 30 sec.)

- San Francisco (1 min.)

Documentario “Parla Zodiac – Viaggio intorno alla storia”, diviso nei segmenti:

- Lake Herman Road (13 min.)

- Blue Rock Springs (23 min.)

- Lago Berryessa (37 min.)

- San Francisco (30 min.)

Documentario “Indiziato principale: il suo nome era Arthur Leigh Allen” (43 min.)

Trailer cinematografico originale

Il contenuto più “massiccio” ed interessante è senza dubbio il documentario sulla vicenda di Zodiac, anche se questo non riguarda direttamente la lavorazione del film. Diviso nelle quattro sezioni sopraelencate, si distingue per le innumerevoli interviste a tutti i personaggi chiave dell'indagine, comprese vittime, poliziotti e addirittura sospettati. In alcuni casi, le testimonianze sono molto drammatiche, in altre inquietanti e dulcis in fundo non mancano rivelazioni inedite a dir poco sorprendenti. Ad arricchire il documentario, già splendido grazie alle interviste, contribuiscono svariate riprese e foto d'epoca, incluse quelle scattate sulle varie scene del crimine. E ancora, sopralluoghi, ricostruzioni di criminologi, interventi del vignettista Robert Graysmith e confronti fra testimoni che si contraddicono, ad animare 103 minuti elettrizzanti. L'ulteriore inserto sul principale sospettatto Jason Leigh Allen (deceduto prima d'essere processato) segue la stessa linea del documentario principale. Anzi, a ben vedere ne sembra l'estensione e presenta una marea d'ulteriori interviste. Anche queste ultime, drammatiche, rivelatrici e mai ripetitive, tengono inchiodati allo schermo, al punto che i quasi cinquanta minuti di durata sembrano cinque. Come prevedibile, i dietro le quinte sul film sono molto meno appassionanti, anche se piuttosto ben fatti e ricchi di particolari sulla lavorazione. Purtroppo il materiale è un po' disorganizzato e composto per lo più di outtakes: ma il livello è sempre molto alto e le interviste, al regista, ai tencici, agli sceneggiatori e agli attori principali, sono ricche di passaggi istruttivi. Non mancano momenti esilaranti, in cui Fincher dimostra la sua maniacale attenzione per i dettagli d’ogni singola inquadratura. I filmati sugli effetti speciali, infine, non sono altro che storyboard in computer grafica raffrontati, tramite split screen, alle scene finite: carini ma molto dimenticabili. I documentari sul caso Zodiac e su Leigh Allen sono in alta definizione, anche se la qualità video non è eccezionale a causa d'una certa pastosità. Tutti gli altri filmati, invece, sono in definizione standard e presentano una qualità video buona. Tutti gli inserti sono accompagnati da sottotitoli anche in inglese e in italiano, salvo le tracce di commento, come da pessima abitudine Warner.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
Forum AV Magazine (Bluray italiano)
Forum DVD Essential (Bluray italiano)
Highdefdigest (Bluray olandese)

Scheda del film
Imdb

lunedì 21 luglio 2008

Aeon Flux (Import Usa)

FILM: Fanta/action di matrice antiutopistica, tratto dall’omonima serie animata prodotta da MTV. La trama narra le gesta d’una guerriera anarchica (la Aeon Flux del titolo) impegnata, assieme ad un gruppo d'insurrezionalisti, a rovesciare il regime dei fratelli Goodchild su Bregna, unica città-stato sopravvissuta ad un misterioso olocausto virale. Le peculiarità della serie originaria (10 micro-episodi) spaziavano dall’ambiguità al ritmo ipnotico, fino all'intersezione fra i piani temporali, spirituali e cibernetici dell'esistenza: ma è inutile dire che, di cotanta audacia (culminante nella morte della protagonista al termine d'ogni episodio), nel film ci sono solo i residui, assieme alla passione amorosa fra gli antagonisti Aeon Flux e il governatore Trevor Goodchild (interpretati, rispettivamente, da Charlize Theron e Marton Csokas). L'opera di Karyn Kusama, comunque, non è troppo banale e, soprattutto, evita sconfinamenti nel videoclip o nell’estetica da videogame: merito del buon mix fra azione e sensualità, a cui s’aggiungono la regia delicata, una luminosità da “utopia antibladerunneriana” e la stilizzazione architettonica felicissima. Quest’ultima, assieme all’impronta bioorganica della tecnologia, conferisce un’atmosfera irreale e che fa assomigliare la pellicola ad una “memoria latente”, tipo quelle post sogno. Non a caso, la stessa Bregna sembra come racchiusa in uno "snow-globe", mentre i personaggi sono cristallizzati in un presente all’apparenza idilliaco ma in cui fanno capolino memorie sempre più inquietanti. Tale immaginario, comprendente mondi virtuali e innesti bionici, si sposa bene al tema di fondo che è infatti la necessità di ricordare il passato, o, in altri termini, di svegliarsi dall’illusione che il regime ha imposto, per riappropriarsi d’una imprescindibile transitorietà “biologica”. E, naturalmente, della libertà. Peccato solo che la sceneggiatura trascuri la caratterizzazione dei personaggi e prenda un granchio clamoroso quando accosta memoria e codice genetico, salvandosi in calcio d’angolo per l’alto valore “esistenziale” attribuito alla fandonia. Non piglia granchi, invece, l’erotismo incalcolabile di Charlize Theron, che nei panni d'Aeon Flux trasforma ogni gesto in ammiccamento sessuale, "vellutando" persino le scene d’azione più canoniche. Apprezzabili sono anche l’idealismo non “boccalone” e la corporeità della pellicola, “finta” per necessità ma non plasticosa, ed incline pure al sangue. Alla fine, però, tutto ciò non basta a rendere “Aeon Flux” meno anonimo, tanto che, dopo la visione, esso stesso rischia di diventare una “memoria latente”, seppur abbastanza insolita.

QUALITA' VIDEO (9 e 1/2 su 10): Le immagini 2.40:1 di questo bluray a strato singolo sono uno spettacolo, almeno su un display da 50 pollici come quello utilizzato per la prova. Nonostante l’algoritmo di compressione sia il vetusto Mpeg2, nitidezza e dettaglio del quadro sono di livello stratosferico ed aggiungono al film uno strato d’informazioni del tutto assente nella pur ottima controparte in DVD. Fin dalla prima inquadratura di Aeon (nella scena della mosca) emergono subito la magnifica porosità degli incarnati, oltre alla sottigliezza dei contorni e la spiccata sensazione di tridimensionalità. Subito dopo, fanno capolino colori brillantissimi (nonostante la palette tendente un po’ al blu e all’arancio), ed un contrasto calibrato alla perfezione. Quest’ultimo, infatti, rende le immagini sempre molto accese ma non brucia mai i bianchi e, soprattutto, non lascia che i neri (profondissimi) mangino dettaglio. Tutta la prima parte del film è una lunga demo delle capacità dell’alta definizione: S’osservino, ad esempio, primi piani e campi lunghi del prologo e quindi il contatto “mentale” fra Aeon e il capo dei ribelli, in cui emergono bianchi limpidissimi ed un’estrema pulizia dei volti. Ma si fanno notare anche la sequenza nel “giardino” e, subito dopo, quella in teatro, dove gli incarnati sono caldissimi e taglienti. Ovviamente, però, anche nel resto del film la qualità resta altissima ed anzi sorprende per la costanza di messa a fuoco e nitidezza, entrambe senza la minima sbavatura. Basti pensare alla sequenza nella serra, “setosa”, compatta e con bellissime sfumature blu, o a tutta l’imboscata conclusiva, d’una nitidezza che fuoriesce dallo schermo. Senza contare le varie sequenze delle “riunioni” (nella sala con le colonne e le poltrone rosse), graziate da una precisione ed una “robustezza” delle tinte con pochi eguali. Nonostante l’origine digitale del film, l’immagine ha una trama straordinariamente cinematografica ed è coperta da una grana iperfine che aumenta ancora di più la sensazione di dettaglio. L’effetto è pregevolissimo, salvo forse in qualche passaggio con colori accesi, dove emerge un lieve rumore video. A voler essere pignoli, in qualche inquadratura si nota una consistenza più “pastosa” dei volti (es. l’incontro fra Aeon e la sorella), anche se solo per le particolari condizioni di ripresa e fotografia. La fase ambientata nella prigione (che è in condizioni estreme di luminosità) mette in evidenza anche un certo livello d’edge enhancement, comunque mai allarmante, mentre alcune aree di colore molto vaste e uniformi presentano qualche lieve posterizzazione (effetto caratterizzato da sfumature non graduali di colore). Niente di terribile, anche se, su diagonali “da videoproiettore” (100 pollici in su) quest’ultimo difetto potrebbe farsi più evidente. In ogni caso, va precisato come sia le posterizzazioni che le “aureole” da Edge enhancement si contino sulla punta delle dita e, almeno su un display da 50 pollici, non guastino una resa video che esalta dal primo all’ultimo fotogramma.

QUALITA' AUDIO (9 su 10): L’audio inglese DTS a 1,5 Mbit è spettacolare quasi quanto l’immagine e si caratterizza per un alto volume di registrazione, la pienezza dei bassi sui canali principali e il mix particolarmente vivace. Quest’ultimo, anima le scene più movimentate con ambienza ed effetti attivi anche sui canali posteriori, e satura l’ambiente d’ascolto con un’energia esemplare. Come prevedibile, data la premessa, il fronte anteriore è ampio e separatissimo e conta su panning iperspettacolari. La nitidezza degli effetti laterali è sempre ottima e priva di distorsioni. Inoltre, conta su mediobassi molto violenti ma assolutamente non fastidiosi. Allo stesso modo, il canale centrale è inserito in maniera compatta nella scena sonora e presenta voci molto “solide” ma delicate. Su tutte, in particolare, stupisce proprio quella della protagonista Charlize Theron, definita e “piena” fin dal prologo narrato in fuori campo. Il livello di fruscio è bassissimo anche nei passaggi molto silenziosi, cosicché i più minuscoli effetti d’ambienza emergono con grande realismo, mentre la riproduzione musicale spicca per calore ed ampiezza. I canali posteriori sfoggiano la stessa dinamica aggressiva dei canali frontali e in più stupiscono con panning (fronte retro o destra sinistra) d’una precisione millimetrica. S’ascoltino, ad esempio, quelli con la mosca durante la prima scena, o quelli durante l’attacco al centro di comunicazione. Il risultato è davvero emozionante ed impreziosito da un sound design ricco di “sperimentazioni”, come tipico dei film di fantascienza più curati. Sempre i canali posteriori, poi, intervengono con qualche effetto vocale ed aggiungono ulteriori deflagrazioni nelle scene d’azione (es. durante l’attraversamento del giardino, nello scontro a casa di Trevor e nella scena col dirigibile): il tutto sempre con una separazione ed un senso di “distanza” sbalorditivi. Il subwoofer rende tellurici i “botti” più spettacolari ma rinforza, senza la minima sbavatura, anche le scene con la sola ambienza (es. durante la fuga in metropolitana). In ogni caso, questa di Aeon Flux è la tipica traccia audio che si potrebbe ascoltare anche a sub spento, tanto è pronunciata la capacità dei canali principali di saturare il locale d’ascolto. Peccato solo per un’ impostazione tonale lievemente “cavernosa”, che fa sembrare l’audio un po’ meno “caldo” rispetto a quello di titoli come X-men 3 o Resident Evil Apocalypse: ma davvero si tratta d’un pelo nell’uovo, in confronto alla resa generale.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (6 e 1/2 su 10): Racchiusi in un bel menù principale animato con scene del film, gli extra sono buoni ma non eccezionali. A conti fatti, si tratta degli stessi contenuti già inclusi nelle passate edizioni americane su HDDVD e DVD ma assenti nella versione su DVD italiano edito dalla 01. In dettaglio, trovano posto:

Traccia di commento della protagonista Charlize Theron e della produttrice Gale Anne Hurd.

Traccia di commento degli sceneggiatori Phil Hay e Matt Manfredi.

Featurette “Creating the world: Aeon Flux” (21 min.)

Featurette “The locations of Aeon Flux” (15 min.)

Featurette “The stunts of Aeon Flux” (9 min.)

Featurette “The costume design workshop of Aeon Flux” (14 min.)

Featurette “The craft of the set photographer on Aeon Flux” (4 min.)

Trailer cinematografico

Preview

La featurette principale è piuttosto interessante e testimonia, con ricchezza di dettagli, il passaggio dal cartone animato al film. Inoltre, presenta molti piacevoli stralci di dietro le quinte, considerazioni non banali sull’aspetto del film e svariate interviste ai protagonisti. Anche l’inserto sulle location si difende bene, visto che svela molti gustosi retroscena sugli edifici berlinesi utilizzati come set, mentre stupisce quello sugli stunts, dove emerge la duttilità d’una Charlize Theron iper atletica. La featurette sui costumi, invece, è abbastanza noiosa, mentre la “clip” sul fotografo di scena è originalissima (dato che tale figura viene presa raramente in considerazione nei documentari) ma davvero troppo breve. Tutte e cinque le featurette sono in definizione standard e vantano una qualità video buona. Trailer e preview dei Bluray Paramount, invece, sono in HD ed hanno un video eccellente. Tutti gli extra, escluse le tracce di commento, includono sottotitoli in inglese, spagnolo e francese.

link a recensioni esterne:
Forum AV Magazine (Bluray americano)
DVD Talk (Bluray americano)
DigitalAudioVideo (Bluray americano)
DVD Town (Bluray americano)

Scheda del film
Imdb

lunedì 14 luglio 2008

Il mio nome è Nessuno

FILM: Western di Tonino Valerii sul “passaggio generazionale”, interpretato da Peter Fonda e Terence Hill. Il primo è un famoso pistolero della vecchia guardia in procinto di ritirarsi, il secondo, invece, è un giovane cowboy deciso a fargli compiere un’ultima impresa che lo consacri alla storia e cioè affrontare, da solo, il mucchio selvaggio, gruppo composto da 150 feroci banditi a cavallo. Epico e crepuscolare, vanta molti tratti tipici del cinema di Sergio Leone, qui nelle vesti di soggettista e sceneggiatore. Su tutti, il senso di disincanto e corruzione che pervadono il “nuovo mondo”: ma ci sono anche il tema del viaggio, del “passaggio di consegne” e della morte, assieme a stilemi più tecnici come la dilatazione temporale, l’uso “drammatico” dei primi piani, l’esaltazione della staticità e il cinismo “aforistico” dei dialoghi. Nonostante la malinconia che lo attraversa, il film è però leggero e divertente e include molte gag nelle quali si richiamano, quasi citandole, le pellicole di Trinità: memorabili, fra le tante, quelle del “tiro alla birra”, del grillo e soprattutto degli sganassoni velocizzati, la cui demenzialità nulla toglie al registro drammatico ed anzi accentua un iperrealismo che, come testimoniano anche vari passaggi della fase “circense”, rimanda ad una visionarietà “felliniana”. Come prevedibile, il rapporto “contrastato” fra Hill e Fonda sorregge tutto il film, dato che non solo è un ottimo esempio d’amicizia virile ma riassume bene il carattere transitorio e profondamente personale della sceneggiatura. Inoltre, funziona su più livelli grazie alla caratterizzazione “sfuggente” di Hill (incentrata su pochi dialoghi, presenza defilata e uso massiccio di specchi o immagini riflesse): “Nessuno”, infatti, sembra spesso una voce nella coscienza del più smaliziato Fonda, mentre, nell’ultima parte, sottintende perfettamente l’impulso d’una nuova generazione a costruire miti da superare, in maniera persino un po’ ambigua. L’azione non tracima ma conta su sparatorie dalla proverbiale tensione leoniana, ed uno scontro (quello super-spettacolare fra Fonda e il mucchio selvaggio) che ribadisce il simbolismo “epitomiale” della pellicola. Il monologo conclusivo di Fonda andrebbe fatto studiare a scuola: è sentito e commovente, e con un segmento, sulla “spiegazione della barzelletta”, da antologia di Spoon River in versione ironica. Non ingannino certi “singhiozzi” di montaggio, o la frammentarietà della narrazione: entrambi concorrono a sfumare un affresco, sul mutamento dei tempi, così impalpabile da sembrare la pagina d’un libro mentre è sfogliata dal vento.

QUALITA' VIDEO (7 su 10): L’immagine 2.35:1 compressa in AVC (su BD a strato singolo) è più che discreta e garantisce una fruizione molto “cinematografica” del film. Definizione e nitidezza, decisamente superiori a quelle della versione su DVD, sono sempre al livello che ci s’aspetterebbe da un titolo HD e, pur non sfiorando le vette del supporto, garantiscono una buona resa sui totali (“sottili” e a volte persino taglienti) e sui primi piani (abbastanza porosi). Il livello di contrasto, pur con qualche sbalzo, è sempre adeguato e conferisce una profondità soddisfacente. Discreto anche il livello del nero, soprattutto in scene in esterni, mentre in quelle al chiuso quest’ultimo si fa leggermente più opaco e nasconde qualche dettaglio. Fortunatamente, l’immagine non sembra alterata da filtri digitali, in particolare il deleterio DNR (digital noise reduction): la trama della pellicola originaria, quindi, è conservata perfettamente e con essa anche il dettaglio più fine di deserti, vallate polverose e volti. Proprio il dettaglio, fra l’altro, emerge in modo convincente in quasi tutte le scene in esterno (i passaggi al circo e nella cittadina in generale, i vari duelli, il pre-finale sul treno) ma non mancano interni altrettanto convincenti (nel bar, nella sala biliardo) e primi piani assolutamente spettacolari sia su Terence Hill che su Peter Fonda, e su qualche altro comprimario. In linea di massima, la compressione non è mai un problema, mentre la pellicola presenta vari difetti che impediscono al comparto video di conseguire una valutazione più alta: innanzitutto, sono evidenti alcune scariche di graffi o spuntinature. Inoltre, la grana di certe scene tende ad ingrossarsi e con essa si alterano anche colore e contrasto, con un effetto di “solarizzazione”. Come se non bastasse, sempre la pellicola presenta degli occasionali “sbandieramenti” sia nella parte superiore che inferiore del quadro: non frequentissimi ma a volte un po’ fastidiosi. La qualità della ripresa (in Panavision anamorfico, accompagnato dal tipico, lievissimo effetto di sfocatura nei totali ampi) è più che sufficiente, anche se la differenza di definizione, in riprese effettuate da lontano ma con forte zoom, è fin troppo palese. In tutti quasi casi, il dettaglio s’ammorbidisce e con esso anche la luminosità e il contrasto. Contenuta, tutto sommato, la presenza di edge enhancement, a riprova della scarsa (o comunque non distruttiva) manipolazione digitale del master, e molto naturale, nonostante qualche “sbiadimento”, la resa dei colori, con in testa le sfumature di giallo ed arancione che ricoprono sia deserti che incarnati. In definitiva, il quadro video non sbalordisce ma nemmeno delude, ed anzi, per un film con 35 anni sulle spalle (e non certo realizzato con mezzi “hollywoodiani”) appaga le aspettative con una resa assolutamente “inedita”… e che farà saltare di gioia gli appassionati.

QUALITA' AUDIO (4 e 1/2 su 10): L’audio italiano mono DTS a 384 Kbit (downscale da DTS HD Master audio) è sufficiente ma abbastanza limitato. La fascetta parla di restauro e rimasterizzazione ma, alla prova dei fatti, quel che si sente è una forte enfatizzazione delle frequenze medio alte. In qualche passaggio, tale processo rende le voci (riprodotte sul centrale come il resto dell’audio) piuttosto definite ma in compenso introduce una quantità di fruscio a volte davvero esagerata. Inoltre sempre stesse voci, così enfatizzate sugli alti, finiscono per “staccare” un po’ troppo rispetto agli effetti, solitamente più ovattati. Il volume di registrazione ha diversi sbalzi ma in generale è piuttosto debole, mentre i bassi sono abbastanza scarichi, salvo nella manciata di scene più esplosive del film: ma non ci s’aspetti nulla di esaltante. Si registra anche qualche lieve salto dell’audio, assieme a lievi asincronie che però sembrano dipendere unicamente dal doppiaggio. Numerose, purtroppo, anche le saturazioni, presenti in tutte le scene più chiassose: se non altro, però, queste non sono troppo fastidiose, almeno nell’economia d’una traccia dalle pretese così basse. Il Bluray mette a disposizione anche la traccia italiana originale non restaurata (sempre DTS), la quale, in fin dei conti, si rivela superiore a quella “nuova” per due ragioni: non presenta enfatizzazioni innaturali (anche se la resa è lievemente più “cupa”) ed ha molto meno fruscio. L’esperienza d’ascolto, in questo caso, risulta più uniforme e molto più fedele alla resa “cinematografica” della traccia su pellicola.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (6 e 1/2 su 10): Gli extra, purtroppo, si limitano al comunque bellissimo documentario su Sergio Leone “I sogni nel mirino” (55 min.), più i trailer HD di Alpha Dog, Un ponte per Terabithia e Per qualche dollaro in più, oltre ai crediti del Bluray. Il documentario ripercorre la carriera di Leone in maniera essenziale ma molto sentita e, soprattutto, è arricchito da testimonianze di personaggi come i figli, la moglie, il musicista Ennio Morricone, il direttore della fotografia Tonino Delli Colli, ed altri “allievi” del maestro come anche Carlo Verdone. Ovviamente non mancano tante immagini di repertorio con interviste al regista e ad attori del calibro di Clint Eastwood, Robert Deniro ed Eli Wallach. La trattazione dell’opera leoniana è più nelle corde del ricordo malinconico ma non per questo risulta meno appagante e commovente, soprattutto quando dipana aneddoti persino sulle abitudini culinarie del maestro. Come chicca finale, non mancano alcuni accenni all’ormai leggendario “C’era una volta in Russia”, film che leone avrebbe realizzato dopo C’era una volta in America. Il documentario è presentato in bassa definizione ed ha una qualità video altalenante (dati i moltissimi filmati di repertorio). I trailer, invece, sono in altra definizione e vantano un video eccelso. Gli extra sono racchiusi in un bel menù fisso a tema col film e disponibile anche in modalità “a scomparsa”.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)

Scheda del film
Imdb

giovedì 10 luglio 2008

Run Lola run (Lola rennt - import Uk)

FILM: Commedia noir che scherza sul rapporto fra caso e destino. L'approccio del regista Tom Tykwer è sperimentale ma non ermetico, ed ha la forma d'un videoclip in cui si narrano, per tre volte consecutive, venti cruciali minuti nella vita della protagonista Lola, giovane berlinese sbandata e senza un soldo. In tale lasso di tempo, scandito, ad ogni suo "restart", da un diverso mix di fatalità, la ragazza deve racimolare centomila marchi necessari a togliere il fidanzato teppistello da un brutto impiccio con la malavita. Il linguaggio narrativo è costruito attorno all'immagine ricorrente del film, che, come suggerito dal titolo, è quella in cui Lola corre forsennata per risolvere i suoi problemi. Di conseguenza, montaggio e dialoghi sono serratissimi, mentre la "rappresentazione" è all'insegna della più assoluta sintesi: il carattere di molti personaggi, ad esempio, è svelato da singole espressioni, o dai lineamenti stessi del volto, come nel caso del padre di Lola e della sua subdola amante. E ancora, i flashback si comprimono in accelerazioni che li fanno sembrare comiche degli anni '40, mentre i flashforward, d'un futuro non certo, sono congelati in istantanee atte a sottolinearne il carattere ipotetico. Il dinamismo inarrestabile (oltre alla necessarietà dei rapporti causa effetto) è accentuato da una colonna sonora che fa quasi da "metronomo" al film, tanto è ossessiva, e che in più ha la peculiarità d'essere cantata dalla protagonista, come se la voce di quest'ultima riflettesse uno spirito in connessione perenne, ma inafferrabile, con il "ritmo" degli eventi. Spassosissimo, e centrale, l'utilizzo del cosiddetto "effetto farfalla", un paradosso (sulle conseguenze macroscopiche che eventi minuscoli hanno sul corso della storia) con cui la sceneggiatura esplora le possibili vite dei personaggi e ne riduce il destino ad un banale domino, solo più difficile da deviare. Indovinato anche l'accostamento, secondo precise analogie "cinetico-probabilistiche", fra la corsa di Lola e quella della pallina al tavolo della roulette, mentre l'urlo con cui la ragazza fa (di tanto in tanto) esplodere oggetti, suona come una disperata invocazione al proprio destino (o fortuna, secondo i punti di vista). Nonostante l’alto tasso di divertimento, però, il meccanismo perde freschezza dopo la prima "corsa" (complice una certa prevedibilità): inoltre, l'impalcatura narrativa basata sui "rewind" non ha giustificazione, sebbene sia sorretta da "pause riflessive" (i duetti dei protagonisti a letto) che la rendono meno ubriacante. Ci sarebbe anche un po' troppo buonismo, viste le risoluzioni quasi tutte favorevoli ai personaggi: ma alla fine il "gioco" soddisfa, se non altro perché non tradisce mai la sua cifra stilistica e si conferma beffardo anche nel ruolo, fondamentale ma indecifrabile, che appiccica alla volontà.

QUALITA' VIDEO (8 su 10): Compresso in AVC su un BD a strato singolo, il video 1.85:1 di questo disco è coloratissimo, vibrante, nitido e tridimensionale. La qualità non è certo la migliore vista in HD ma per un film con ormai 10 anni sulle spalle non ci si può davvero lamentare. Fin dalle prime inquadrature (in casa di Lola e sul suo telefono), emerge subito l'eccezionale calore delle tinte, fra le quali risaltano soprattutto il rosso dei capelli di Lola, il giallo di molti elementi architettonici (compresa la cabina telefonica in cui si trova il fidanzato Manni) e il verde della vegetazione cittadina. La pulizia non è proprio esemplare e in molti passaggi fa capolino una certa grana: ma non c'è dubbio che questa faccia parte della pellicola originale e pertanto non disturba la visione. L'andamento della ripresa è un po' scostante e alterna qualche campo lungo un po' morbido a riprese generalmente buonissime e davvero sottili per dettaglio e finezza delle trame. Le inquadrature più ravvicinate, poi, sono sempre porosissime, anche se in certi casi (es. i primi piani del poliziotto in banca) rivelano incarnati chiazzati di rosa, come se fossero ritoccati artificialmente. L'effetto, peraltro, è molto simile a quello visto nel Bluray de "Il 6° giorno", anche se qui è meno pronunciato. La luminosità è sempre molto alta ma i neri si mantengono profondissimi e non nascondono il minimo dettaglio, nemmeno nelle scene più scure. Il contrasto, invece, è molto "sparato" nelle scene in esterni, cosicché i bianchi tendono a bruciarsi, nascondendo sia il cielo che alcune porzioni di certi edifici molto illuminati. Anche questa volta, comunque, si tratta d'una scelta di fotografia prestabilita e lo stesso dicasi per alcuni (brevi) spezzoni video dalla risoluzione molto più bassa. A parte la rumorosità (limitata alle scene scure o poco illuminate) non si registrano altri "disturbi", salvo, forse, qualche lieve discontinuità nelle sfumature di dettagli non fuoco, dovuta alla compressione. L'edge enhancement non è mai intrusivo e così i molti totali cittadini si stagliano definiti, vibranti e senza imprecisioni nei contorni. La conservazione della pellicola, caso insolito, non è esemplare: all'inizio, ad esempio, l'immagine è un po' "incupita" e piena di spuntinature, mentre in seguito, nonostante la situazione si stabilizzi, emergono altre scariche di piccoli graffi e alcuni evidenti sbalzi nella saturazione del colore. Nulla di cui preoccuparsi, comunque, dato che la resa, sebbene non "leccata" come quella d'un video attuale, è sempre di "spessore" e molto cinematografica. In più, è anche brillantissima.

QUALITA' AUDIO (8 su 10): L'audio tedesco Dolby Digital 5.1 (downscalato da Dolby True HD a bitrate variabile) è un po' sporco e lievemente "scarico" sui canali principali ma vanta anche un mix ricchissimo e vivace quasi come i colori dell'immagine. Nonostante un po' di fruscio, la nitidezza emerge con una certa convinzione su tutto il fronte anteriore e l'ampiezza non è da meno. Fin dai titoli di testa, inoltre, è evidente anche il fantasioso utilizzo dei canali posteriori, i quali sottolineano sia i momenti più "onirici", che quelli delle sequenze fotografiche in flashforward. Ottimi, sempre per l’utilizzo dei posteriori, anche i vari spezzoni con la pallina nella roulette: l'effetto provocato da quest'ultima, infatti, compie più volte il giro a 360 gradi di tutti i diffusori e risulta degno, per dinamica e precisione, di quelli sentiti in una qualunque sigla "demo" dell'audio multicanale. La riproduzione delle musiche (fondamentale, dato il loro apporto) è piuttosto convincente sui canali frontali anche se, in alcuni brani, c'è una tendenza del suono a collassare sul centrale. Fanno eccezione alcuni strumenti (soprattutto percussioni) ben distribuiti, invece, sulle casse laterali. Sempre il centrale, riproduce voci abbastanza pulite ma un po' distanti rispetto agli effetti, e non prive di qualche saturazione. Ciò è evidente soprattutto durante i due strilli di Lola, i quali provocano fastidiosi crepitii. Il volume di registrazione è elevato e l'ambienza molto spinta, mentre gli effetti non sempre colpiscono con la violenza che ci s'aspetterebbe: è il caso, ad esempio, degli spari, poco potenti ed aggressivi, mentre va molto meglio con le collisioni, ad esempio quelle fra le automobili, o fra l'ambulanza e il pannello di vetro sorretto dagli operai. In queste occasioni, fra l'altro, anche la gamma medio - bassa ha modo di ravvivarsi, grazie ad una buona estensione sia sui diffusori frontali che sul subwoofer.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (4 e 1/2 su 10): Pochi, purtroppo, gli extra accessibili dal bel menù principale (animato con sequenze del film): trovano posto una traccia di commento del regista Tom Tykwer e della protagonista Franka Potente, la featurette Still Running (17 minuti), il video musicale Believe (4 min.) più i trailer di Incontri ravvicinati del terzo tipo e delle altre uscite Bluray. La featurette include quasi solo interviste al regista e alla Potente, ed è piuttosto ricca d'aneddoti (soprattutto inerenti ai capelli della protagonista e alle riprese "in corsa"): purtroppo, però, è davvero troppo breve, soprattutto considerando la particolarità (anche tecnica) del film. Il video musicale è piacevole ma nulla più, mentre la traccia di commento non è stata ascoltata. Featurette e trailer sono in alta definizione e vantano una qualità eccellente. Il video musicale, invece, è in bassa definizione ed ha una resa dell’immagine mediocre. Tutti i contenuti, compresa la traccia di commento, includono sottotitoli anche in inglese. L'authoring del disco, infine, presenta una console di navigazione con possibilità di contrassegnare (e richiamare) le scene preferite del film.

link a recensioni esterne:
DVDAuthority (Bluray americano)
Highdefdigest (Bluray americano)
DVDfile (Bluray americano)
DVD Beaver (Bluray americano)
Home Theater Forum (Bluray americano)

Scheda del film
Imdb

mercoledì 2 luglio 2008

Invasion (The invasion)

FILM: Fantatrhiller in cui una spora aliena (giunta sulla terra fra i rottami d'uno shuttle precipitato) tramuta gli umani in copie prive di coscienza. Il modello ispiratore è, come ovvio, L'invasione degli ultracorpi, anche se del capolavoro di Don Siegel (e di tutte le successive imitazioni) questa pellicola di Oliver Hirschbiegel condivide giusto la premessa. Lo sviluppo narrativo, fra pasticci temporali, buchi di sceneggiatura, e idiozie assortite, è infatti quanto di più abbozzato si possa immaginare, mentre ogni sottinteso sulla perdita della personalità (o "assorbimento" della stessa) è affogato in un buonismo hollywoodiano insostenibile. Come se non bastasse, Invasion calpesta ogni buona norma del filone "paranoico", senza tuttavia proporne una valida rimasticazione: ad esempio, s'affretta a spiegare ciò che accade già nei primi 5 minuti, rinuncia all'ambiguità, non abbandona i protagonisti a se stessi (ed anzi gli affianca un consistente gruppo di "ribelli") e risolve tutto in un finale dalla linearità imbarazzante. Suspance e ritmo sono così blandi che la sceneggiatura deve affidarsi prima al telefonatissimo e mal sfruttato espediente del sonno (unica momento in cui le spore possono infestare l'uomo) poi ad un inseguimento automobilistico che, rispetto a tutto il resto, sembra incollato con lo sputo. A ben vedere, qualche suggestione sull'apatia metropolitana riesce anche ad emergere, verso metà pellicola: ma in generale non si capisce se, attraverso la progressiva disumanizzazione del mondo, il film insegua l'allegoria sociologica, lo statement politico, o la semplice citazione dei più illustri predecessori (come dimostra lo sconcertante monologo dell'ambasciatore sull'essere "russi in America"). In realtà, a giudicare dai molti rimandi a virus e guerra contro il terrorismo, ci sarebbe da credere che il tema di fondo sia proprio il timore inconscio per un attacco biologico: ma anche questo, il peggiore ipotizzabile, risulta poco sviluppato. Irritante performance della protagonista Nicole Kidman, che, nei panni d'una psichiatra con figlio da iper-proteggere, all'inizio psicanalizza chiunque, poi reagisce all'incredibile con espressioni da pesce palla più congeniali alla renè Zellweger di Bridget Jones. Il tutto, prima di trasformarsi nell'ennesima "madre coraggio" vista in 10 thriller pre e post "The Ring". Il povero coprotagonista Daniel Craig, invece, si limita a passare da fesso quando scopre, assieme allo spettatore, di non essere il fidanzato della Kidman (che peraltro ha un ex marito identico al "nostro" Paolo Fox) ma solo il suo migliore amico. Con una simile carenza di struttura, logica, inventiva ed inquietudine, Invasion sembra prodotto da gente già contaminata dalla spora aliena, o che ha voluto divertirsi fingendo d'esserlo: in quest'ultimo caso, s'attende conferma dal regista, poichè ne va della rivalutazione del film a capolavoro assoluto.

QUALITA' VIDEO (8 e 1/2 su 10): Davvero un bel video, questo di Invasion: compresso in VC1 su BD a doppio strato (formato 1.85:1), è, fin da subito, molto tagliente, poroso, compatto nei colori e tridimensionale nelle scene scure. Tuttavia, sempre lo stesso video presenta anche una caratteristica a dir poco irritante e che non può non pesare negativamente sul giudizio finale. Per inciso, non c'è un solo primo piano di Nicole Kidman che non sia "ammorbidito" da sfocature o peggio, pesanti filtri DNR (Digital noise reduction). L'intento, come immaginabile, è quello di nascondere rughe e porosità sul visino della splendida attrice (alla faccia dell'alta definzione), mentre il risultato è una serie d'immagini che variano fra il "ceroso" ed il "ceroso squagliato". La Kidman, in pratica, sembra di plastica in due inquarature su tre e, in caso di campo controcampo con attori perfettamente a fuoco e definiti, l'effetto sfiora il parodistico. Addirittura, in certe scene in cui la Kidman è di fianco ad altre persone, è possibile notare un' "alone digitale" sulla di lei figura, con un effetto quasi "fantasmatico". Davvero assurdo, anche perchè, per il resto, il video è fra i migliori prodotti da Warner, almeno in questo formato d'immagine. I molti totali cittadini, ad esempio, sono puliti e taglientissimi, mente le figure in campo medio e ravvicinato, (tranne ovviamente la Kidman) rivelano un dettaglio quasi "radiografico". I neri sono profondissimi e non nascondo mai i particolari, nemmeno nelle scene più buie. Proprio le scene buie, fra l'altro, mettono ben in evidenza una piacevole dominante turchese, sulla quale spesso si stagliano sirene della polizia dai colori vibrantissimi. A dire il vero, comunque, la palette è abbastanza desaturata, anche se ciò non impedisce al quadro di mostrare un alto livello di compattezza. Eccellenti contrasto e luminosità, i quali danno il meglio nelle sequenze ben illuminate, e del tutto assente l'edge enhancement. L'ultima parte del film (con l'inseguimento notturno) è forse quella che presenta la maggior nitidezza, mentre poco prima sono avvertibili dei cali di pulizia abbastanza netti (es. durante la fuga nella casa del diplomatico). Si registra, lungo tutto il film, anche la presenza di scene non perfettamente a fuoco, ed altre che s'appiattiscono all'improvviso, rendendo i neri un po' "lattiginosi". Ciò è evidente, ad esempio, nel primo scambio in auto fra la Kidman e Daniel Craig e in tutta la parte con i bambini mascherati. Molto contenuta e "cinematografica" la grana, salvo qualche passaggio in cui affiora un lieve rumore video. La compressione, infine, non è mai invasiva, nemmeno nelle dissolvenze.

QUALITA' AUDIO (8 e 1/2 su 10): L'audio italiano Dolby Digital 5.1 (640 kbit) rivela tutte le sue potenzialità nella prima sequenza: mix attivo, secchezza strepitosa dei bassi, e presenza "aggressiva" dei canali posteriori, con tanto d'effetti vocali. Salvo l'incipit, però, la prima parte del film è abbastanza tranquilla, sebbene anche in questa fase non manchino improvvisi risvegli del fronte sonoro, ad esempio in tutte le scene del "sangue digitale" (che sottolinea le mutazioni in corso) e persino in alcune "transizioni" (es. la Kidman che si reca in ufficio e sorpassa una macchina con musica a tutto volume). In generale, risultano ottime sia la nitidezza che la separazione dei canali frontali, ricchi di panning (soprattutto d'automobili) ed effetti ambientali molto precisi. Il centrale è ben inserito nella scena sonora, sebbene la riproduzione delle voci non sia proprio esemplare. Il volume, infatti, è sensibilmente più basso di quello degli effetti mentre la dinamica è un po' "cavernosa" e scarica, soprattutto nel caso di voci maschili come quella di Daniel Craig. Se non altro, sempre le voci suonano molto pulite e senza alcuna distorsione anche durante i picchi di drammaticità. Come anticipato, i canali posteriori svolgono un buon lavoro, facendosi notare sia per le eco molto definite delle musiche, sia per gli effetti posteriori, ricchi, questi ultimi, di subdoli "ronzii" che transitano da un diffusore all'altro, in modo molto suggestivo. Davvero eccellente la "violenza" in gamma medio alta, come dimostrano spari, collisioni d'auto, frenate di treni e il frantumarsi di vari oggetti. Senza contare, naturalmente, gli innumerevoli "buh!", tipici di questo genere di pellicole. Tutto l'inseguimento finale, poi, è un festival di dinamica e presenta una marea d'effetti molto ben separati su entrambi i fronti sonori. Il subwoofer fornisce un ottimo rinforzo e in qualche caso colpisce allo stomaco, nonostante, come già sottolineato, i diffusori principali risultino già estremamente carichi in gamma bassa.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (4 su 10): Comparto extra molto esiguo, anche se, data la scarsa qualità del film, non è che ciò dispiaccia più di tanto. Dal menù a scomparsa (che diventa fisso una volta avviato un qualunque extra), è possibile accedere alle featurette Invasion: a new story (3 min,), Invasion: on the set (3 min.) e Invasion: snatched (3 min.), e al documentario We've been snatched again before: una storia delle invasioni nei media (19 min.). Il valore delle tre featurette (molto ripetitive nonostante la brevità) è praticamente nullo, mentre il documentario fornisce qualche dettaglio in più sul film, prima di partire per la gente con patetiche manfrine sulle "ansie da virus" del nuovo millennio. Se non altro, la qualità dei filmati, tutti in alta definizione, è strepitosa, con giusto un po' di compressione visibile. Presenti, come ovvio, sottotitoli anche in italiano.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
Forum AV Magazine (Bluray italiano)
Forum DVD Essential (Bluray italiano)
Highdefdigest (Bluray americano)
HomeTheaterSpot.com (Bluray americano)

Scheda del film
Imdb