venerdì 30 maggio 2008

Factory girl - la storia segreta di Andy Warhol (Factory girl)

FILM: Biopic su Edie Sedgwick, musa ispiratrice di Andy Warhol a cavallo fra gli anni '60 e '70. Come prevedibile, la pellicola si sofferma soprattutto sul rapporto fra Edie (giovane ereditiera molestata dal padre e con qualche trascorso in ospedale psichiatrico) e il profeta newyorkese della controcultura pop, adattandosi al tema con uno stile fra il documentaristico e l'amatoriale. I 90 minuti scarsi di durata pongono l'accento sull'incontro fra la Sedgwick e Warhol, e il loro successivo idillio (che porterà alla realizzazione di 11 film sperimentali) per poi concentrarsi sul rovinoso declino autodistruttivo della Sedgwick, scandito da amori contrastati, alcol e droga. La regia alterna sgranature pesantissime a zoomate, e a "sconnessioni" di montaggio, così da imitare, in modo abbastanza efficace, gli stilemi del cinema di Warhol, omaggiandoli. Inoltre, riflette una frammentarietà della narrazione che tuttavia pare involontaria, tanto da suggerire una certa mancanza di lucidità dell'opera. Affogato, sullo schermo, da sbalzi temporali, flashback e inserti di repertorio, lo script è stridente, e così rarefatto da scordarsi non solo il contesto artistico, ma anche l'approfondimento psicologico di personaggi le cui scelte sembrano prive di senso. Di conseguenza, la rappresentazione biografica è senza raccordi, e basata esclusivamente su "istantanee": talora evocative (I servizi fotografici di Edie, qualche passaggio "urbano", le stravaganze alla "factory" warholiana), talora stucchevoli (tutte le scene romantiche o con la famiglia). Se non altro, la pellicola di George Hickenlooper trasmette uno straninante senso d'incertezza esistenziale, e dipana con efficacia le due ossessioni che lo generano: quella di Warhol per la riduzione del reale (e della sua musa) a "icona" senz'anima, e quella di Edie per lo stesso Warhol, e per una celebrità fraintesa, sublimante, sostitutiva della famiglia. E quindi deleteria. Peccato però che, fra brevità e inesattezze, anche il film si riduca spesso alla mera icona di sè, con l'aggravamente (paradossale) d'essere fin troppo verboso, nonostante la ricercatezza visiva. Buoni, comunuque, i due attori protagonisti, anche se Guy Pierce interpreta Andy Warhol con maniersimo, e lo fa sembrare un ragazzino pieno di complessi: meglio Sienna Miller, d'una bellezza indecifrabile quanto la sua Edie (alla quale, peraltro, somiglia in modo impressionante). Velo pietoso, invece, sull'ex Darth Vader Hayden Christensen, che impersona il "cantante folk" come se fosse in trance, tanto da aver indotto (per questo ed altri motivi) il modello ispiratore Bob Dylan a minacciar querela.

QUALITA' VIDEO (6 e 1/2 su 10): Video 1.85:1 con diversi problemi, questo di Factory Girl. Compresso con algoritmo VC1, è affetto da una velo di grana molto spessa, e particolarmante "elettronica". Tale caratteristica discende senza dubbio da una precisa scelta fotografica, ma ciò non toglie che il senso di sporcizia e, sovente, di morbidezza delle immagini sia davvero troppo accentuato. Si osservino, ad esempio, le scene iniziali nell'appartamento di Edie, dove i quadri e i volti dei protagonisti sembrano immersi nella tipica neve da "cattiva sintonia", al punto da sembrare fangosi. Come se non bastasse, il film è costellato da inserti in 8 o 16 millimetri così sgranati e poco definiti da rasentare l'inguardabile. Sempre la grana, poi, non è uniforme in tutto il quadro, ma (per una qualche bizzarria di compressione, o forse di postproduzione) appare finissima nella parte sinistra dell'immagine e "grossa", o sfuocata, nella parte destra. L'effetto è evidente soprattutto in certe riprese in bianco e nero (la prima "intervista" di Warhol a Edie) ma, fra alti e bassi, è presente un po' in tutto il film. Nell'economia stilistica dell'immagine, comunque, tale grana è sopportabile, anche se, sul piano tecnico, rende questo video ben lontano da livelli HD di "riferimento". Nonostane tutto, la definizione delle immagini è più che sufficiente e, su schermi abbastanza grandi, mette in evidenza i dettagli sui volti degli attori, ed anche i particolari degli sfondi. Bastino, come esempi, certe scene nell'ascensore della factory, o, ancora, gli esterni newyorkesi in cui si sposta la coppia Warhol-Sedgwick. Anche alcuni interni vantano un buon grado di "sottigliezza" dei dettagli (la scala durante la telefonata amorosa di Warhol) e fanno risaltare l'ottima tridimensionalità dell'immagine, la quale può sempre contare su un valido livello di contrasto ed un nero profondo. I colori, quando non sono "alterati" dalle particolari scelte fotografiche, sono abbastanza carichi e producono sia incarnati compatti che rossi molto caldi. Anche certe dominanti bluastre sono rese con buona precisione, mentre sono meno esaltanti le tonalità "seppia", che oltre ad invecchiare un po' il quadro, tendono a spegnere le altre tinte. Nelle poche scene prive di rumorosità (alcune "transizioni", ed il "narrato" della Sedgwick nella clinica per disintossicarsi) il quadro si presenta limpido, compatto e particolareggiato, sebbene sia meno tagliente rispetto a quanto visto nelle scene più sporche. A parte la rumorosità prodotta dalla grana, si nota anche qualche artefatto sulle superfici uniformi, e nei colori delle riprese "amatoriali": in quest'ultimo caso, però, è impossibile capire se il problema risieda nei materiali o nel trasferimento, eseguito su un disco a strato singolo da 25 GB. L'edge enhancement è presente, anche se in quantità sopportabile.

QUALITA' AUDIO (7 e 1/2 su 10): L'audio italiano DTS 5.1 ("scalato" dal DTS True HD a bitrate variabile) è abbastanza ordinario ma, nel constesto, svolge bene il suo lavoro. Il mix della colonna sonora segue l'indole "tranquilla" del film, e non è quindi esplosivo, anche se non manca qualche momento vivace in cui la dinamica emerge con più sicurezza. Il volume di registrazione, comunque, è abbastanza elevato, mentre il canale centrale è inserito perfettamente nella scena sonora. In più, produce voci calde ed indistorte, e con solo qualche lieve "nasalità" nei (pochi) momenti di flessione. I canali frontali generano una buona ambienza, pur non offrendo panning particolarmente memorabili. Qualche buon effetto anteriore emerge però nelle sequenze al laboratorio di Warhol, in quelle del prefinale al ristorante, e nel concerto dei Velvet Ubderground, sebbene, nonostante la buona definizione dei medioalti, non sia nulla che lasci sbalorditi. L'assenza di bassi è quasi cronica, salvo in una sequenza nel montacarichi (sempre nello studio di Warhol) che coinvolge anche il subwoofer, tanto da colpire quasi allo stomaco. Le musiche, tutte di repertorio anni '60, sono piene e limpide, ma un po' limitate sui medioalti, mentre la loro separazione sugli anteriori è marcatissima, come spesso accade con questo tipo di brani. Peccato solo per qualche saturazione comunque inevitabile, data l'origine dei materiali di partenza. I posteriori fanno da eco ai frontali per buona parte del film, ma non mancano gli effetti attivi, in particolare durante il già citato concerto dei Velvet Underground (e la successiva conferenza), e nell'incontro fra Edie ed il cantante folk. Nella scena onirica del prefinale, sempre i posteriori emergono con un'aggressività inusitata: ma è l'unico momento in tutto il film. Si registrano, infine, un lieve fruscio nelle scene tranquille e qualche sporcizia, comunque di poco conto, durante effetti più fragorosi.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (3 e 1/2 su 10): Extra davvero risicati, e racchiusi in un menù fisso che, seppur gradevole esteticamente, ha un'interfaccia leggermente confusionaria. In dettaglio, trovano posto:

Intervista a Sienna Miller (4 min.)

Intervista a Guy Pierce (5 min.)

Intervista a George Hickenlooper (1 min.)

Trailer originale

Trailer cinema

Inserto "Disponibili in Bluray", comprendente spezzoni di:

- Hairspray

- Uomini e donne

- Il bacio che aspettavo

- Un ponte per Terabithia

- Per qualche dollaro in più

- Il mio nome è nessuno

Le interviste sono molto deludenti e non rivelano alcun aneddoto sul dietro e quinte: c'è quasi il solo compiacimento degli intervistati per se stessi, per i colleghi ed il film. Sempre le interviste, inoltre, sono molto frammentate, in quanto estratte da inserti originari più corposi, e montate alla rinfusa. Interviste, e trailer del film, sono in definizione standard (qualità sufficiente), mentre gli spezzoni degli altri titoli Bluray sono in HD e vantano una qualità buonissima (eccezionale nel caso di "Il bacio che aspettavo"). Sono inclusi i sottotitoli in italiano, ma non nel trailer del film in lingua originale.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
Spaziofilm (Bluray italiano)

Scheda del film
Imdb

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