mercoledì 19 novembre 2008

Speed Racer

FILM: Da Larry ed Andy Wachowski, la versione "quasi-live" d'un noto cartoon automobilistico giapponese degli anni '70. Protagonista è lo "Speed Racer" del titolo, un giovane pilota alle prese con il ricordo del fratello, asso del volante prima caduto in disgrazia, poi morto in circostanze oscure, e con la multinazionale che vorrebbe "comprare" lui e la piccola azienda motoristica del padre. La tecnica di ripresa fonde veri attori ed ambienti digitali, con l'intento di tradurre il disegno animato originario in una dimensione ancor più fantastica e sopra le righe. Il risultato, fra animazioni assurde, fotografia sgargiante e personaggi "scoppiati", è un caleidoscopio cinetico che ubriaca lo spettatore e in cui s'intrecciano le due "anime" del film: quella bambinesca, fatta di personaggi bidimensionali, retorica e buoni sentimenti, e quella "adulta", con le sue bizzarie, i traumi da affrontare e le ossessioni, prima fra tutte quella per la velocità. Proprio la velocità è anche il collante della pellicola, nonchè tema di fondo che origina o "risolve" tutti gli altri: dal superamento dei propri fantasmi, alla lotta fra industria e impresa familiare, passando per la fuga da un mondo che corrompe, o esilia, chi non giunge primo al traguardo. Divertente e persino stupefacente, a tratti, azzecca alcune gag dal vago sapore grottesco, come quelle con i piranha e gli allenamenti dei piloti stile "Mission impossible". Inoltre, comunica certi umori con un'efficace distorsione degli spazi (che s'attorciagliano, appiattiscono, scompongono o animano all'improvviso) e sovverte alcuni "sviluppi" tipicamente orizzontali in verticali, come nelle scene del trenino (che scende invece di avanzare) e della catena di montaggio (impilata fino al soffitto), ambientate nella fabbrica dei cattivi ed in cui si sottende una distorsione "geometrica" della moralità. Buffonaggini e caramellosità, però, guastano una miscela che alla fine è troppo "stravagante" per divertire i piccoli e troppo cartoonesca per appassionare i "grandi". Il totale iperrealismo delle scene d'azione, in cui le auto sembrano Hotwheels maneggiate da bambini (mancano solo le manone paccioccose che le spingono), mina il coinvolgimento, mentre i siparietti comici a tratti funzionano e a tratti opprimono, proprio come certi combattimenti. La trama è articolata ma fra verbosità, personaggi non interessanti e "ripensamenti" di sceneggiatura c'è di che stufarsi, mentre il finale, che è un orgasmo cromatico, poggia su colpi di scena intuiti mezz'ora prima. In più è buonista, corretto, positivo fino all'osso, anche se in parte si riscatta con l'ennesima "interruzione sul piu bello" che, come le altre presenti nel film, rimanda al timore del campione di non poter vivere i propri sogni. A confronto di videogame dichiarati come quelli di Rodriguez (Spy kids e compagni), Speed Racer vanta un' "autorialità" granitica ed una stilizzazione forse anche troppo "avanti " per essere digerita in una sola volta: ma di fondo resta la sensazione che i Wachowski fossero alla ricerca disperata dell'ennesima formula innovativa, dopo quella di Matrix (citato, peraltro, in più d'una scena). Nutritissimo il cast, fra cui spiccano un "dinosaurico" John Goodman, "zia" Susan Sarandon e Cristina Ricci che non si capisce se sia femme fatale o amica del cuore del protagonista (Emile Hirsch, fra l'altro poco carismatico). C'è anche Mathew Fox, cioè il Jack di Lost, sperduto qui come sulla nota isola: almeno fino a quando non viene "salvato" da uno spiegone patetico.

QUALITA' VIDEO (9 e 1/2 su 10): Il video VC1 di Speed Racer lascia sconcertati per pulizia e senso di dettaglio ma ha qualche peculiarità (derivante dallo stile "grafico" e dalla ripresa originaria) che gli impedisce di essere perfetto come lo sono, ad esempio, i lungometraggi digitali Pixar. Ma partiamo dai pregi, innumerevoli: tanto per cominciare, la nitidezza del quadro (2.35:1) raggiunge livelli "ipnotici" sui fondali ed è altissima anche su molte inquadrature dei volti (ma non su tutte, come vedremo in seguito). Gli ambienti, generati quasi sempre al computer, sono perfettamente a fuoco e vantano una complessità delle texture che "buca" letteralmente lo schermo. E questo vale sia che si utilizzi un piccolo schermo da 32 pollici, un plasma da 50, oppure un proiettore. Si osservi un qualunque ambiente interno (dove il digitale è un po' meno presente) e quindi gli innumerevoli paesaggi, gli elementi attorno alle piste, la "trama" stessa dei manti stradali: il dettaglio non è solo "telescopico" ma vibrante, in una maniera che, sebbene un po' innaturale, lascia sbalorditi. Come ovvio, le texture delle varie auto non sono da meno e con esse quelle di edifici, montagne, acqua. Effetti grafici e traslucenze, in scene "montuose" come quella del rally del "Casa Cristo", quasi sprofondano nello schermo per la tridimensionalità che acquistano. Come se non bastasse, i dettagli più minuscoli saturano costantemente l'immagine, siano essi cromature metalliche, fili d'erba, trame di vestiti o edifici in lontananza. Ad una definizione tanto "fotorealistica" s'aggiunge una palette cromatica forse fra le più sature e variopinte non solo nel campo dei film "live action" ma anche in quello dell'animazione digitale. Le tinte primarie, infatti, esplodono tutte con prepotenza e sono così cariche da far sembrare in "bianco e nero" qualunque film visionato dopo questo. Le sfumature non sono da meno e coinvolgono ogni variazione cromatica immaginabile. Inoltre, sono del tutto prive di gradienti, sfrigolìì o altri segni di compressione, invisibile, quest'ultima, anche nelle innumerevoli scene ultraveloci. Risultato d'un impostazione tanto estrema e perfetta? Un sovraccarico di colori che, nelle scene con più dettaglio (ad esempio le panoramiche aeree della città) anima un caleidoscopio allucinante e in un certo senso "frattale", per gli infiniti intrecci di colori ed elementi grafici che si possono osservare, ogni volta in modo diverso. Come immaginabile, dato quanto scritto finora, il livello del nero è profondissimo e non solo non mangia un singolo pixel di dettaglio (ottimo anche nelle porzioni in ombra dell'immagine) ma vanta una tridimensionalità esaltante. Si vedano, ad esempio, le scene con l'inseguimento dell'autotreno (che, per impatto visivo, sembrano prese direttamente da "Cars") e quella del dialogo notturno fra Speed Racer e Racer X, dove esplodono sia la porosità dei volti che la perfezione degli sfondi, anche se immersi, questi ultimi, in un blu scurissimo. Il senso d'esaltazione per la resa di questo video, insomma, è pressochè assoluto ma, come anticipato, si possono muovere un paio di critiche che ridimensionano un po' il giudizio. La prima riguarda la resa di certe inquadrature dei volti, dove il dettaglio, seppur buono, non è "a fuoco" e tagliente come ci s'aspetterebbe. Si sospetta la presenza di DNR (applicato direttamente nella ripresa) e di una luminosità forse eccessiva ed alla quale non si rimedia nemmeno abbassando di molto il contrasto. Sempre queste inquadrature (molte di quelle su Susan Sarandon, John Goodman e il cattivone a capo della multinazionale) non solo appaiono "nebbiose" e appannate ma presentano anche una lieve "scontornatura", a volte rossa, a volte verde: di primo acchito potrebbe sembrare un problema di convergenza nei colori del display ma prove su impianti diversi (PC compreso) hanno evidenziato che il "difetto", per quanto lieve, risiede proprio nella ripresa. La seconda critica (se così si può chiamare) è esclusivamente "artistica" e riguarda l'impostazione stessa delle immagini. Queste ultime, infatti, saranno perfette, tridimensionali e "fuori dallo schermo" quanto si vuole ma sono suggestive come possono esserlo quelle d'uno splendido videogioco in alta definizione. La resa, cioè è abbastanza artificiale e ben lontana da quella d'una pellicola cinematografica (magari 70 millimetri o IMAX, ad esempio Dark Knight, o persino "vintage", come 007 Dalla Russia con amore) e dalla naturalezza dei suoi contenuti "tipici". Analogamente, la resa di questo video è così "elettronica" che nemmeno compete con quella di lungometraggi digitali come Wall-E o Ratatouille, più "morbidi" e capaci di dare una sensazione, di "dipinto sullo schermo", che questo video non trasmette, o che trasmette in misura inferiore, pur con tutto il suo sovraccarico di dettaglio. Stesso discorso vale nel confronto con un normale cartone animato (ad esempio "La bella addormentata nel bosco", tanto per restare in ambito Bluray). Viene da chiedersi quanto ciò dipenda dall'abitudine a vedere pellicole "tradizionali": fatto sta che l'immagine di Speed racer, sgargiante ma asettica, ha davvero poco a che spartire con il calore della celluloide, o persino d'una ripresa digitale che la "imiti" accuratamente.

QUALITA' AUDIO (8 e 1/2 su 10): L'audio italiano Dolby Digital 5.1 (640 kbit) è favoloso, almeno se si considera la sua natura "non HD" e qualche lieve carenza strutturale. Innanzitutto, è impossibile muovere critiche al volume di registrazione, che è davvero sostenuto per tutto il film e non presenta mai flessioni. Poi stupiscono sia la separazione dei frontali che la loro cristallinità: quest'ultima, in particolare, rende incredibilmente squillanti sia gli effetti delle auto (innumerevoli) che le voci, senza contare eco e musiche, le quali "esplodono" fin nella primissima sequenza. Il canale centrale è un perno efficacissimo dell'asse anteriore e non solo è amalgamato perfettamente ma riproduce le voci con una corposità adeguata. Ciò è evidente soprattutto nelle svariate scene dei diloaghi "familiari", dove il tono più cupo di John Goodman s'alterna alla "setosità" delle voci femminili di Susan Sarandon e Cristina Ricci, mentre il tutto viene enfatizzato dall'assenza pressochè totale di fruscìo. Come ovvio, però, le fasi in cui emerge il bene e il male di questa traccia sono quelle motoristiche: fin dai primi momenti in flashback, infatti, il rombo dei motori investe tutti i diffusori e s'intreccia in maniera ben intelligibile alle musche (incalzanti e cariche sui medi) ed alle voci dei cronisti (che producono un'ottima ambienza). Nelle fasi successive, il carattere ruggente della colonna sonora viene confermato e persino acuito da botti, urti e grida d'ogni genere. Per capirlo, basti ascoltare il frastuono delle corsa alle Fiji e in seguito quello al rally del "Casa Cristo", dove il coinvolgimento diviene totale grazie alla costante sensazione di suono "fuori dai diffusori". Persino certe fasi non prettamente "corsistiche" mettono in evidenza la limpidezza della traccia ed anche l'uso accorto dei diffusori posteriori: ad esempio, quella ambientata sull'autotreno, dove una caterva di spari rimbalza alle spalle dell'ascoltatore, o le fasi dentro la multinazionale (durante e dopo la visita) in cui i rumori dei macchinari creano un buon effetto d'avvolgimento. L'estensione della gamma medio bassa è sempre eccellente e addirittura stupisce sui diffusori principali, i quali pur non essendo sfruttati al limite della distorsione (come avviene ad esempio in "Underworld") forniscono un apporto tale da controbattere a quello d'un subwoofer comunque abbastanza presente. Come esempi (con anche i posteriori di nuovo in gran spolvero) s'ascoltino le fasi iniziali del già citato rally "Casa Cristo" e quelle fra le montagne, o, ancora, le gare nei circuiti metallici, in cui i sobbalzi colpiscono allo stomaco, e infine anche scene "marginali" come quella della scazzottata in hotel, della sparatoria nella valle e dell'esplosione della bomba. In definitiva, l'impatto generale della traccia è sempre molto appagante e s'avvale senza dubbio del bitrate più elevato concesso dal Bluray: tuttavia, una traccia HD avrebbe dato una marcia in più alla precisione di panning ed effetti, e alla definizione generale. Inoltre, avrebbe annullato le non gravi ma comunque palesi imperfezioni della traccia: ad esempio la tendenza a farsi più "chiassosa" che potente nelle scene forti e qualche "appannamento" delle alte frequenze, soprattutto nel caso di grida e motori. Fra l'altro non ci si può nemmeno consolare con l'audio inglese, il quale non solo non è HD ma ha un mixing meno efficace del nostro, anche se di poco.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (5 su 10): Gli extra, davvero pochi, dato anche il tipo di film, sono accessibili da un menù a scomparsa che diventa fisso dopo che s'è scelto un qualunque contributo. In dettaglio, trovano posto:

Featurette "Paulie Litt guarda i set del film" (14 min. 34 sec.)

Featurette "Il brivido della velocità" (15 min. 43 sec.)

Documentario "L'eccitazione della gara: le tecniche usate (27 min. 38 sec.)

Featurette "L'invenzione del mondo di Speed Racer" (9 min. 58 sec.)

Le tre featurette hanno un carattere abbastanza promozionale, anche se la prima (con il bambino che interpreta "Spritle") è un po' più articolata ed ironica. La terza, comunque, è quella più ricca d'informazioni (anche se più breve) ed include una veloce panoramica sulla genesi del film, sulle auto, gli attori e le tecniche per gli effetti speciali, con anche brevi interviste a molti membri del cast (ma non ai Wachowski, che non appaiono in nessun filmato). Il contributo sui vecoli ("Il brivido della velocità") è invece il più inutile, anche se simpatico: in esso, vengono sviscerate le caratteristiche tecniche di tutte le auto più importanti del film, con anche schemi tecnici e animazioni in 3D. Come immaginabile, il grosso degli aneddoti sulla lavorazione del film è presente nel documentario da quasi mezz'ora, anche se non ci si può attendere un buon livello d'approfondimento, vista la durata. In ogni caso, il ritmo forsennato e la sua "densità" hanno permesso di mostrare parecchi aspetti tecnici legati alla costruzione delle vetture, alle riprese sulle piattaforme idrauliche a all'approccio al cartone animato originario. Non mancano interviste al produttore Joel Silver (che in pratica fa da "Cicerone" in quasi tutti i contributi) e agli attori principali, anche se le loro dichiarazioni sono quasi solo "incensatorie". Discorso a parte merita lo spezzone sulla fotografia "sferica", presente sempre nel documentario: non molto lungo, è però chiarissimo e davvero efficace nel descrivere una tecnica digitale a dir poco incredibile e che consente di fotografare ambienti a 360 gradi per poi usarli, in tempo reale, durante le riprese. Tale "digressione" è così affascinante che avrebbe meritato un documentario tutto suo. I quattro filmati sono in bassa definizione e presentano una buona qualità video. Inoltre, sono sottotitolati sia in inglese che in italiano.

link a recensioni esterne:
AFDigitale (Bluray italiano)
Forum AV Magzine (Bluray italiano)
Highdefdigest (Bluray americano)
DVD beaver (Bluray americano)
AVS Forum (Bluray americano)

Scheda del film
Imdb

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, ti volevo fare i complimenti per il blog. Sei grande!

Ti ho messo tra i preferiti.

Inoltre volevo invitarti a pubblicare le tue recensioni sul forum Dvdessential. Il tuo lavoro sarebbe molto utile...se ti va registrati, siamo tutti appassionati di cinema, dvd e Blu-ray. Ciao...

Anonimo ha detto...

Ancora complimenti, mi stavo lustrando gli occhi con le foto che hai pubblicato!

Ti volevo chiedere, ma quelle bustine che hai su ogni dvd che sono?

DartBadio ha detto...

Eheh, guarda che bazzico il forum di DVD Essential da anni (utente DartBadio): ma ora ci scrivo pochissimo perchè, quando ho tempo, mi dedico al blog ;)

Comunque se convertite Nocciolo all'HD giuro che torno a visitarvi più spesso! :D :D

Quanto alle buste, nulla di che: sono una mia "fisima" personale. In teoria proteggono le custodie da polvere e graffi, anche se già ci pensano i cellophane originali, che conservo gelosamente (feticismo anyone?? ;)

A risentirci!!