mercoledì 30 luglio 2008

Zodiac - Director's cut

FILM: Da David Fincher, la cronaca romanzata dell’indagine su "Zodiac", serial killer che ha sconvolto l'area di San Francisco a cavallo fra gli anni '60 e '70. Tratto distintivo del maniaco, al quale sono stati attribuiti almeno 6 omicidi, i celebri messaggi cifrati fatti pervenire a diversi quotidiani e contenti minacce o deliri. Impostato come un inceratissimo ed appassionante thriller poliziesco, assume toni da dramma psicologico quando, dalla ricerca dell'assassino, sposta l'attenzione sulle vite dei personaggi più coinvolti (e compromessi) dal caso. Fra loro, l'ispettore di polizia di San Francisco Robert Toschi (interpretato da Mark Ruffalo), il giornalista del San Francisco Chronicles Paul Avery (Robert Downey Jr.) e il vignettista del medesimo quotidiano, Robert Graysmith (Jake Gyllenhal), dal cui libro su Zodiac è stata tratta la sceneggiatura di James Vanderblit. L'impianto narrativo, che alterna con fluidità le ricostruzioni degli omicidi a coinvolgenti fasi "giornalistiche", segue (forzatamente, vista l'aderenza al caso reale, ad oggi irrisolto) uno schema inverso a quello del thriller classico ed invece di mettere a fuoco la soluzione (oltretutto paventata), sfuma le poche certezze nelle congetture sempre più personali (e talvolta deliranti) dei protagonisti. Il risultato esalta la tendenza umana al caos e all'ossessione e rimanda ad un percorso "demolitivo" non dissimile da quello visto in "La promessa", anche se, rispetto al capolavoro di Sean Penn, ad incrinarsi in Zodiac è la sola razionalità dei personaggi e non le fondamenta d'un impianto noir tutto sommato convenzionale. La fotografia impomatata, assieme a riprese digitali elaboratissime, conferisce un'aria vintage, mentre la regia fonde, con straordinaria abilità, soggettive asettiche ad una visuale distaccata che però non rinuncia ad ampi sprazzi di partecipazione emotiva. Tale scelta stilistica è efficace sia nelle sequenze degli omicidi, fredde e disturbanti, che in quelle investigative, di spietata analiticità. In più, carica di tensione passaggi marginali, secondo un espediente all'apparenza furbo ma che in realtà sottolinea la "somatizzazione" della vicenda nei nervi dei protagonisti. La ricostruzione d'epoca è straordinaria (con giusto qualche salto temporale un po' troppo brusco), sebbene ad imprimersi nella memoria sia soprattutto la centralità dei "codici": dalla calligrafia al disegno, fino alle lettere di Zodiac. Queste ultime, in particolare, simboleggiano una follia non più dell'assassino ma d'un mondo "indecifrabile" e che rifugge il male esorcizzandolo. In tal senso, non è un caso che lo stesso Robert Graysmith "ricodifichi" in un libro la sua verità su Zodiac, a indagine ormai svanita. E in modo analogo, non stupisce come l'industria del cinema lo preceda, anche se in tutt'altri termini, con un film dell'ispettore Callaghan sul noto maniaco.

QUALITA' VIDEO (9 e 1/2 su 10): Il film, un director's cut con 5 minuti di scene inedite, è stato compresso con algoritmo VC1 su un Bluray a doppio strato. La qualità delle immagini lascia quasi sempre a bocca aperta, almeno su display da 50 pollici. L'origine digitale della ripresa fa si che il master sia in condizioni perfette, senza spuntinature o graffi di sorta: ma soprattutto, conferisce al quadro una nitidezza ed una precisione del dettaglio incredibili. A dire il vero, le primissime scene nell'oscurità non esaltano, a causa di qualche lieve "macchia" negli sfondi e, soprattutto, per la presenza di anomale (seppure lievi) striature verticali. Non appena l'azione si sposta al fast food e quindi sulla città di San Francisco, però, questo transfer video si trasforma in una festa per gli occhi. Immediatamente, le trame d'edifici e automobili diventano intricatissime, mentre i contorni si fanno iper sottili. Nelle scene in interni, soprattutto quelle ambientate nella redazione del San Francisco Chronicles, gli sfondi assumono una pulizia "irreale" e conferiscono al quadro una tridimensionalità da primato. Impressionante (o, per meglio dire, "inedito" nel campo dell'audio video) anche lo "stacco" sempre fra gli sfondi e gli attori, e sublime il microdettaglio di questi ultimi. In particolare, risaltano capelli, occhi e vestiti: un po' meno, invece, la porosità degli incarnati, anche se ciò dipende soprattutto dalla ripresa sempre molto "distante" e da una lievissima "pastosità" nelle inquadrature senza luce diretta (tipica, questa, del cinema digitale). In ogni caso, non mancano molte, esaltanti eccezioni in cui anche il micro dettaglio sui visi trionfa nella sua bellezza (con il tipico effetto "buccia d'arancia"): ad esempio, durante la prima telefonata allo sceriffo della cittadina di Vallejo, interpretato da Elias Koteas. Addirittura, in questi casi la porosità è così fine da "flickerare" (leggermente) su display HD ready. Ottimi il livello di contrasto (elevatissimo ma non accecante negli esterni) e della luminosità (calibrata per non appiattire l'immagine). Il nero è sempre profondissimo e nelle panoramiche notturne conferisce uno spiccato senso di tridimensionalità: tuttavia, in altre sequenze molto ravvicinate la sua resa si fa più "occultante", dato che certi dettagli in secondo piano non sono distinguibili. S'osservi, ad esempio, la parte con l'omicidio del tassista, immersa nel buio, ed altre scene in casa del vignettista Graysmith. A livello cromatico, la fotografia privilegia colori "anticati" e quindi non molto vivaci. Dominano il giallo ocra e, talvolta, il turchese, anche se qualche gradevole sfumatura di verde o di rosso emerge con una certa decisione. Sempre i colori, comunque, vantano un'eccezionale compattezza e sono privi di rumore, salvo forse in qualche passaggio al chiuso (e con bassissime luci) dove anche la definizione diminuisce. Nonostante la sottigliezza dei contorni e la forza di certi contrasti, l'edge enhancement è quasi nullo, cosicché tutte le sequenze diurne all'esterno risultato pulitissime, precise e degne d'un vero "disco demo". La compressione, infine, non rappresenta mai un problema, se non nei già citati passaggi iniziali, e in altre scene al chiuso, dove fanno capolino delle lievi chiazze sugli sfondi uniformi. Rispetto a transfer più "cinematografici" e d'impatto (ad esempio Dejavù, I fantastici 4, Apocalypto e Aeon Flux) questo di Zodiac ha una resa senza dubbio più "asettica" e forse più distante da quella della pellicola classica. Inoltre, e come quasi tutti i titoli Warner, presenta una lievissima patina cerulea che conferisce al quadro un aspetto "setoso", almeno in certe situazioni: ciononostante, l'esperienza di visione è così particolare, oltre che straordinaria, da far meritare al video una valutazione quasi massima. Inutile, poi, sottolineare la distanza incolmabile dal DVD, il cui dettaglio, al confronto di questo Bluray, appare come un ammasso fangoso.

QUALITA' AUDIO (7 su 10): A differenza dell'immagine, l'audio Dolby Digital 5.1 italiano (640 Kbit) è tutt'altro che memorabile. Il motivo risiede principalmente nell'indole abbastanza silenziosa del film, anche se, in questo caso, la non brillantissima qualità del mix ci mette del suo. Ad esempio, il volume di registrazione è abbastanza contenuto, mentre la dinamica dei canali frontali non è certo da primato, soprattutto sulle basse frequenze. Il fronte anteriore è senza dubbio aperto e compatto (come dimostrano le molte scene nella redazione del giornale) ma gli alti risultano un po' stridenti, soprattutto nel caso delle voci maschili. Ciò è palese sia nelle scene ambientate a casa di Graysmith, sia in tutti i passaggi più drammatici degli omicidi. Se non altro, la dinamica degli effetti si mantiene su buoni livelli, come dimostrano gli spari (es. al poligono di tiro) e qualche altro colpo abbastanza sordo (sportelli delle auto compresi). La riproduzione delle musiche è calda ma "trattenuta" e nonostante la buona ampiezza frontale non presenta code o "virtuosismi" di missaggio. Il contributo dei canali posteriori è incoerente: in alcuni passaggi dove ci s'aspetterebbe una grande presenza (es. gli esterni cittadini) il loro apporto è molto “timido”, mentre in altre fasi più "raccolte" (come all'interno delle redazioni o delle centrali di polizia) gli effetti abbondano, pur senza sorprese. Anche per questa poca decisione dei posteriori, è difficile ricordare passaggi "emblematici" d’una colonna sonora nel complesso anonima: spiccano giusto un "raid" dei poliziotti accompagnato dagli elicotteri (con i rumori dei velivoli che fanno il giro di tutti i diffusori) e il prefinale in casa d'un sospettato, dove qualche tuono, la pioggia incessante e alcuni "tonfi" molto diffusi ravvivano l’ascolto. Salvo queste eccezioni, però, è tutta routine e "accompagnamento", per di più d'una qualità non troppo pregevole. Da notare che, come al solito, l'audio originale inglese (dalla stessa codifica e bitrate) è più ampio, alto di volume e definito sulle alte frequenze. Inoltre, ha voci più realistiche e meglio inserite nella scena sonora, oltre che prive di distorsioni o asprezze.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (8 e 1/2 su 10): Extra non molto vari ma corposissimi. Ad ospitarli, un menù a scomparsa che diventa fisso una volta avviato un qualsiasi contenuto. La grafica dell’indice è molto semplice ma chiara e funzionale. In dettaglio, gli extra includono:

Traccia di commento del regista David Fincher

Traccia di commento degli attori Jake Gyllenhaal, Robert Downey Jr. e Brad Fisher e dei produttori James Vanderblit e James Ellroy

Documentario “Zodiac deciphered – la realizzazione del film”, diviso nei segmenti:

- Attenzione per i particolari (5 min.)

- Blue Rock Springs (8 min.)

- San Francisco Chronicle (13 min.)

- L’aula del tribunale (6 min. 30 sec.)

- Presidio Heights (5 min.)

- Lago Berryessa (7 min. 30 sec.)

- Ossessione (8 min. 30 sec.)

Sezione “Previsualizzazione – le tecniche usate nella realizzazione del film”, contenente gli inserti:

- Blue Rock Springs (1 min.)

- Lago Berryessa (4 min. 30 sec.)

- San Francisco (1 min.)

Documentario “Parla Zodiac – Viaggio intorno alla storia”, diviso nei segmenti:

- Lake Herman Road (13 min.)

- Blue Rock Springs (23 min.)

- Lago Berryessa (37 min.)

- San Francisco (30 min.)

Documentario “Indiziato principale: il suo nome era Arthur Leigh Allen” (43 min.)

Trailer cinematografico originale

Il contenuto più “massiccio” ed interessante è senza dubbio il documentario sulla vicenda di Zodiac, anche se questo non riguarda direttamente la lavorazione del film. Diviso nelle quattro sezioni sopraelencate, si distingue per le innumerevoli interviste a tutti i personaggi chiave dell'indagine, comprese vittime, poliziotti e addirittura sospettati. In alcuni casi, le testimonianze sono molto drammatiche, in altre inquietanti e dulcis in fundo non mancano rivelazioni inedite a dir poco sorprendenti. Ad arricchire il documentario, già splendido grazie alle interviste, contribuiscono svariate riprese e foto d'epoca, incluse quelle scattate sulle varie scene del crimine. E ancora, sopralluoghi, ricostruzioni di criminologi, interventi del vignettista Robert Graysmith e confronti fra testimoni che si contraddicono, ad animare 103 minuti elettrizzanti. L'ulteriore inserto sul principale sospettatto Jason Leigh Allen (deceduto prima d'essere processato) segue la stessa linea del documentario principale. Anzi, a ben vedere ne sembra l'estensione e presenta una marea d'ulteriori interviste. Anche queste ultime, drammatiche, rivelatrici e mai ripetitive, tengono inchiodati allo schermo, al punto che i quasi cinquanta minuti di durata sembrano cinque. Come prevedibile, i dietro le quinte sul film sono molto meno appassionanti, anche se piuttosto ben fatti e ricchi di particolari sulla lavorazione. Purtroppo il materiale è un po' disorganizzato e composto per lo più di outtakes: ma il livello è sempre molto alto e le interviste, al regista, ai tencici, agli sceneggiatori e agli attori principali, sono ricche di passaggi istruttivi. Non mancano momenti esilaranti, in cui Fincher dimostra la sua maniacale attenzione per i dettagli d’ogni singola inquadratura. I filmati sugli effetti speciali, infine, non sono altro che storyboard in computer grafica raffrontati, tramite split screen, alle scene finite: carini ma molto dimenticabili. I documentari sul caso Zodiac e su Leigh Allen sono in alta definizione, anche se la qualità video non è eccezionale a causa d'una certa pastosità. Tutti gli altri filmati, invece, sono in definizione standard e presentano una qualità video buona. Tutti gli inserti sono accompagnati da sottotitoli anche in inglese e in italiano, salvo le tracce di commento, come da pessima abitudine Warner.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
Forum AV Magazine (Bluray italiano)
Forum DVD Essential (Bluray italiano)
Highdefdigest (Bluray olandese)

Scheda del film
Imdb

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Caspita Dart leggendo la tua rec ho una voglia di prenderlo ....
anche perchè il film l'ho visto in DVD appena uscito e la storia è IMHO superlativa

PS: scrivo dalla PS3 ^_^

DartBadio ha detto...

Beh, Zodiac in Bluray è l'esperienza di visione più particolare che si possa fare su uno schermo casalingo. Forse non la più "cinematografica" (la ripresa digitale è volutamente "asettica", in questo caso): ma comunque da rimanere basiti dall'inizio alla fine.

Mi stupisco che tu non ce l'abbia già ;)

Anonimo ha detto...

Ho visto il bluray di Zodiac e il primo impatto visivo è stato impressionante... tranne alcune sequenze in condizione di bassa luce come quella iniziale e altre. Cmq quando si è dentro la redazione del giornale il dettaglio è stratosferico, probabilmente hanno usato un' illuminazione perfetta e studiata nei minimi dettagli per garantire una resa simile con telecamere digitali. Però all' immagine manca qualcosa, cioè quella resa "cinematografica" di cui hai parlato nella recensione, la quale mi fa preferire ancora i film girati in 35 mm...

DartBadio ha detto...

Concordo. 35mm, 70mm, o IMAX tutta la vita. L'immagine di Zodiac è spettacolosa, non finirò di ripeterlo, ma "fredda" rispetto alla cara veccchia pellicola. In più, manca un po' della "consistenza" tipica della celluloide e della sua "trama", o grana, che dir si voglia.