martedì 3 marzo 2015

L'uomo che cadde sulla Terra (The man who fell to Earth)





Cult movie bellissimo e da riscoprire.
Blu-Ray con il film in edizione integrale da 138 minuti.
Video molto buono, anche se il master non è da negativo.
Fra gli extra sono presenti ottime interviste.
Prezzo "da titolo di catalogo Universal", cioè basso.
Audio italiano modesto, mentre quello originale è ottimo.


FILM: L'alie­no Tho­mas Ge­ro­me New­ton è giun­to sul­la ter­ra da un pia­ne­ta mo­ren­te, as­sie­me a 9 bre­vet­ti tec­no­lo­gi­ci con i qua­li ha fon­da­to un'azien­da elet­tro­ni­ca mi­liar­da­ria. Sco­po di Tho­mas non è ar­ric­chir­si, ma ac­cu­mu­la­re ri­sor­se per una spe­di­zio­ne che ri­por­ti a ca­sa lui ed un con­ge­gno ca­pa­ce di scon­giu­ra­re la sic­cità del suo mon­do, per­met­ten­do­gli an­che di sal­va­re la mo­glie e i fi­gli ab­ban­do­na­ti. Però al­cu­ne cir­co­stan­ze ro­vi­na­no il pia­no di New­ton: avi­dità e tra­di­men­to dei suoi col­la­bo­ra­to­ri, l'im­pri­gio­na­men­to dal par­te del go­ver­no, e pul­sio­ni "ter­re­stri" qua­li ses­so, al­col e te­le­vi­sio­ne, e che lo ri­du­co­no a un dan­dy sen­za più sco­po. L'uo­mo che cad­de sul­la Ter­ra non è la clas­si­ca av­ven­tu­ra fan­ta­scien­ti­fi­ca, ma un dram­ma al­gi­do e sfug­gen­te sul­la "mor­te dei buo­ni pro­po­si­ti": una sto­ria di "per­di­ta del pa­ra­di­so", e ten­ta­ti­vo di ri­con­qui­star­lo, con pro­ta­go­ni­sta un alie­no ma ri­guar­dan­te l'uma­nità. Ha un ap­proc­cio cre­di­bi­le al te­ma ex­tra­ter­re­stre, e no­no­stan­te la straor­di­na­ria "al­te­rità" fi­si­ca del suo pro­ta­go­ni­sta Da­vid Bo­wie (in un ruo­lo ver­reb­be da di­re "au­to­bio­gra­fi­co"), ri­trae un alie­no te­ne­ro e vul­ne­ra­bi­le, pri­vo di con­ge­gni astru­si però do­ta­to di un'ec­cen­tri­cità che, as­sie­me a quei pro­get­ti ve­nu­ti da chissà do­ve, gli per­met­te di co­strui­re il suo im­pe­ro in­du­stria­le qua­si dal nul­la. Pro­prio per que­sto, e più ba­nal­men­te, il film può es­se­re let­to co­me una sa­ti­ra "po­li­ti­ca" dell'im­pren­di­to­ria, con il go­ver­no pre­oc­cu­pa­to più dal po­te­re eco­no­mi­co di New­ton che dal­la sua pro­ve­nien­za. Ma il ve­ro ful­cro del film di Ni­co­las Roeg è la sua strut­tu­ra in­de­fi­ni­ta, do­vu­ta al pun­to di vi­sta qua­si esclu­si­vo di New­ton, e che al­ter­na ri­cor­di, al­lu­ci­na­zio­ni, o sal­ti tem­po­ra­li di­so­rien­tan­ti, e in cui i fi­ni più no­bi­li sva­ni­sco­no nel­la per­di­zio­ne, as­sie­me al­la psi­che del pro­ta­go­ni­sta (e al suo amo­re per la fa­mi­glia, so­sti­tui­to dal ses­so con una don­na che non ama). Una strut­tu­ra fat­ta di tran­si­zio­ni vi­si­ve am­bi­gue, ma an­che at­mo­sfe­re psi­che­de­li­che, ero­ti­smo gio­co­so e iro­nia grot­te­sca, e un'eva­ne­scen­za che con­fon­de alie­no e uma­no, fi­no a so­vrap­por­li: per­chè se in­fat­ti è pa­le­se co­me Tho­mas sia un ex­tra­ter­re­stre cor­rot­to dal­le bas­sez­ze ter­re­ne, si può pen­sa­re a lui an­che co­me a un uo­mo spin­to a di­ven­ta­re "alie­no", pri­ma dal­le am­bi­zio­ni, poi dal­le fru­stra­zio­ni... Un so­gna­to­re che fon­de il so­gno al ri­cor­do (non a ca­so la tec­no­lo­gia di New­ton si ba­sa su fo­to tri­di­men­sio­na­li e mu­si­ca astrat­ta) ma schiac­cia­to da istin­ti au­to­di­strut­ti­vi, e una dif­fi­den­za su­sci­ta­ta dal­la sua "di­ver­sità". D'al­tron­de lo sug­ge­ri­sce an­che la se­quen­za in cui New­ton si tra­sfor­ma di fron­te all'inor­ri­di­ta aman­te in­ter­pre­ta­ta da Can­dy Clark: una me­ta­mor­fo­si "alie­nan­te", nel cor­po e nel­lo spi­ri­to, co­me ri­svol­to del­la ten­sio­ne inap­pa­ga­bi­le ver­so l'in­fi­ni­to. In fon­do è que­sta l'es­sen­za "fan­ta­scien­ti­fi­ca" del film, as­sie­me ad una Ter­ra re­sa "ex­tra­ter­re­stre" da am­mas­si di te­le­vi­so­ri, con­so­le, o au­to­mo­bi­li-astro­na­vi, e per­si­no dal ve­tro del­le bot­ti­glie. E in cui l'ac­qua che do­mi­na­va una na­tu­ra su­bli­me si è tra­mu­ta­ta in al­col. Ma fan­ta­scien­ti­fi­co è an­che un tem­po che si in­si­nua in­ve­ce di scor­re­re, di­luen­do rap­por­ti, amo­ri, ca­pa­cità di co­mu­ni­ca­re, e so­sti­tuen­do­si al­le di­stan­ze an­che nell'odis­sea di New­ton: al pun­to che la Ter­ra sul­la qua­le è "ca­du­to" (o del­la qua­le si è in­na­mo­ra­to, co­me qua­si sug­ge­ri­sce il ti­to­lo ori­gi­na­le) è for­se il suo pia­ne­ta d'ori­gi­ne com'era, o co­me sarà di nuo­vo, men­tre ogni sua am­bi­zio­ne spi­ri­tua­le, uma­na o "di sal­va­tag­gio", è sta­ta da sem­pre l'an­ti­ca­me­ra al­la più "ter­re­stre" del­le pas­sio­ni.






PREMESSA: il Blu-Ray Uni­ver­sal è il "por­ting" dell'edi­zio­ne in­gle­se Op­ti­mum - Ca­nal Plus (con in più l'ag­giun­ta dell'au­dio ita­lia­no) e pre­sen­ta, per la pri­ma vol­ta in Ita­lia, il film nel­la ver­sio­ne in­te­gra­le di 138 mi­nu­ti e 34 se­con­di. Ta­le edi­zio­ne "pen­sio­na" quel­la su DVD, sem­pre di Uni­ver­sal e che era pri­va non so­lo dell'au­dio in­gle­se (e di sot­to­ti­to­li) ma an­che di una sce­na ero­ti­ca fra Da­vid Bo­wie e Can­dy Clark lun­ga 2 mi­nu­ti e 18 se­con­di. Esclu­si­va del vec­chio DVD re­sta però la bel­la in­ter­vi­sta al­lo sce­neg­gia­to­re Paul Mayer­sberg in­ti­to­la­ta "So­gno di una not­te di mez­za esta­te", lun­ga cir­ca 17 mi­nu­ti e un po' di­ver­sa, co­me con­te­nu­ti, dall'ul­te­rio­re in­ter­vi­sta a Mayer­sberg in­clu­sa fra gli ex­tra del Blu-Ray.



QUALITA' VIDEO (8 e 1/2 su 10): Il vi­deo 2.35:1 del Blu-Ray Uni­ver­sal è mol­to buo­no, e for­se il mi­glio­re fra quel­li vi­sti nel­le va­rie edi­zio­ni HD del film. Il ma­ster pro­vie­ne da una scan­sio­ne dell'in­ter­po­si­ti­vo, ed ha una re­sa na­tu­ra­le e det­ta­glia­ta. Pro­ba­bil­men­te si trat­ta del­la stes­so ri­ver­sa­men­to uti­liz­za­to per il Blu-Ray ame­ri­ca­no Cri­te­rion (da tem­po fuo­ri ca­ta­lo­go), an­che se con­tra­sto e gra­da­zio­ne co­lo­re so­no leg­ger­men­te di­ver­si: il pri­mo è in­fat­ti più ele­va­to nell'edi­zio­ne ita­lia­na, e la se­con­da ten­de al ver­de, men­tre nel Cri­te­rion vi­ra­va su un ros­so - ma­gen­ta un po' "ano­ma­lo". Il film è gi­ra­to in Pa­na­vi­sion ana­mor­fi­co e la re­sa è quel­la ti­pi­ca: ad esem­pio il mi­cro­det­ta­glio è fi­ne ma an­che un po' "pa­sto­so", e la ni­ti­dez­za mol­to ele­va­ta so­prat­tut­to nei pri­mi pia­ni. I to­ta­li più pa­no­ra­mi­ci so­no ta­glien­ti e mol­to det­ta­glia­ti, ma pre­sen­ta­no una "ve­tro­sità" ca­rat­te­ri­sti­ca, as­sie­me a lie­vi ef­fet­ti di mi­cro­mos­so. Il lo­ro im­pat­to è però pia­ce­vo­le, gra­zie an­che all'ot­ti­ma il­lu­mi­na­zio­ne ed ai sog­get­ti, ov­ve­ro pa­no­ra­mi ric­chi di par­ti­co­la­ri (cie­lo, sas­si, ve­ge­ta­zio­ne, strut­tu­re di le­gno in ro­vi­na), op­pu­re città zep­pe di edi­fi­ci, traf­fi­co e pen­si­li­ne. I to­ta­li più rav­vi­ci­na­ti han­no un li­vel­lo mag­gio­re di ni­ti­dez­za e con­tor­ni più pre­ci­si, men­tre i pri­mi pia­ni met­to­no ben in ri­sal­to gli in­car­na­ti: la po­ro­sità è ec­cel­len­te, e a que­sta si ag­giun­go­no la pre­ci­sio­ne del tex­tu­re (ad esem­pio dei ve­sti­ti), e l'estre­ma fi­nez­za dei ca­pel­li. Ed an­che se la fo­to­gra­fia uti­liz­za mol­ti fil­tri dif­fu­sio­ne, ri­sul­tan­do un po' "floù", la re­sa ri­ma­ne co­mun­que pre­ci­sa e gra­de­vo­le. Fra gli esem­pi più "fe­li­ci" ri­sal­ta­no gli stu­pen­di scor­ci na­tu­ra­li, ma an­che al­cu­ni in­ter­ni, co­me ad esem­pio quel­li più "fan­ta­scien­ti­fi­ci" del la­bo­ra­to­rio, o del con­ge­gno di New­ton, o del­la sua ca­sa, in par­ti­co­la­re le stan­ze del­la "con­so­le", o la pa­re­te pie­na di mo­ni­tor te­le­vi­si­vi. In que­sti ca­si il tex­tu­re è in­tri­ca­to e sug­ge­sti­vo, e re­sti­tui­to con si­cu­rez­za sia nel ca­so di ele­men­ti na­tu­ra­li, che di par­ti me­tal­li­che, o stru­men­ta­zio­ni. La gra­na è sem­pre pre­sen­te e na­tu­ra­le, però con "in­spes­si­men­ti" (o spor­ca­tu­re) do­vu­te al­la mol­te dis­sol­ven­ze o a ef­fet­ti spe­cia­li ot­ti­ci, e per­si­no a qual­che zoom ope­ra­to sul fo­to­gram­ma, in­ve­ce che in fa­se di ri­pre­sa. In al­cu­ne sce­ne com­pa­re un po' di ru­mo­re che si ag­giun­ge al sen­so ge­ne­ra­le di "ru­vi­dez­za", e que­sto av­vie­ne sia in in­ter­ni po­co il­lu­mi­na­ti (ad esem­pio nel­le sce­ne in au­to), sia in to­ta­li più bril­lan­ti. Pre­ci­sio­ne e sta­bi­lità del qua­dro non so­no quel­le ga­ran­ti­te dai mo­der­ni scan del ne­ga­ti­vo (ma­ga­ri 4K), ma al­me­no non c'è sta­to uso di fil­tro an­ti­ru­mo­re DNR, e ver­reb­be da di­re per for­tu­na per­chè con l'ana­mor­fi­co ne ba­ste­reb­be po­co per di­strug­ge­re lo stra­to più "ana­lo­gi­co" dell'im­ma­gi­ne (co­me ac­ca­du­to pur­trop­po con il Blu-Ray de La Co­sa, sem­pre di Uni­ver­sal). In al­cu­ne sce­ne sem­bra però pre­sen­te un lie­ve shar­pe­ning, an­che se non trop­po de­le­te­rio: si no­ta­no giu­sto qual­che evi­den­zia­zio­ne un po' ar­ti­fi­cio­sa, e con­tor­ni più spes­si. Il bian­co è sta­to a sua vol­ta ma­ni­po­la­to ma sem­pre in mo­do lie­ve, e così, a par­te qual­che pic­co­lo "af­fo­ga­men­to" nel cie­lo, o at­tor­no a lu­ci di­ret­te, non com­pa­io­no bru­cia­tu­re dif­fu­se. Con­tra­sto e co­lo­ri so­no buo­ni: il pri­mo è bril­lan­te e con ne­ri pro­fon­di che si ap­piat­ti­sco­no so­lo nel­le dis­sol­ven­ze, e nel­le già ci­ta­te sce­ne in au­to (con qual­che "sla­va­tu­ra" ver­de o ros­sic­cia), i se­con­di so­no na­tu­ra­li e com­pat­ti, sen­za sa­tu­ra­zio­ni ec­ces­si­ve e con in­car­na­ti un po' fred­di, ma nes­su­na do­mi­nan­te fa­sti­dio­sa. Il bian­co è qua­si neu­tro, sal­vo al­cu­ne "in­cur­sio­ni" di blu o ver­de, men­tre i pri­ma­ri so­no na­tu­ra­li, e mai trop­po ac­ce­si. Ov­via­men­te col­pi­sco­no il ver­de del­la mol­ta ve­ge­ta­zio­ne, e il ros­so di al­cu­ni ve­sti­ti, o dei det­ta­gli del pon­ti­le "giap­po­ne­se" di New­ton, sen­za con­ta­re al­cu­ni bel­lis­si­mi scor­ci del cie­lo, sia blu che ocra: al­la fi­ne però la tin­ta più me­mo­ra­bi­le è l'aran­cio­ne dei ca­pel­li di Bo­wie. Lo sta­to del­la pel­li­co­la è ec­cel­len­te, però un po' di spor­co e qual­che flut­tua­zio­ne ne ri­ve­la­no l'età. In com­pen­so le spun­ti­na­tu­re (ne­re e bian­che), so­no con­te­nu­te, an­che se ogni tan­to com­pa­re una mi­nu­sco­la li­nea ver­ti­ca­le qua­si al cen­tro del­lo'im­ma­gi­ne, a vol­te ne­ra e a vol­te blu. In­fi­ne non ci so­no pro­ble­mi di com­pres­sio­ne: il bi­tra­te è a pro­va di bom­ba ma in ogni ca­so non com­pa­io­no ma­cro­bloc­chi, ban­ding o for­mi­co­lii sui con­tor­ni, e non ci so­no dis­sol­vi­men­ti di gra­na o det­ta­gli fi­ni.



Voto al transfer: 8 e 1/2 su 10, "Fattore wow": 8 e 1/2 su 10.

Grafico Bitrate (cliccare sopra per ingrandirlo):


Occupazione audio/video: 35,68 Gb - Bitrate (video) 27,07 Mbps

Dati completi del Blu-Ray estratti con BDinfo


Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG
(occhio agli spoiler!!)


Altri screencapture dopo il commento sull'audio.


QUALITA' AUDIO (6 su 10): L'au­dio ita­lia­no è in DTS HD MA 2.0, con suo­no mo­no­fo­ni­co spal­ma­to sui ca­na­li an­te­rio­ri si­ni­stro e de­stro. Si trat­ta del­lo stes­so mix pre­sen­te sul DVD ita­lia­no, e seb­be­ne in teo­ria la co­di­fi­ca lo­se­less do­vreb­be ga­ra­ti­re mag­gior ca­lo­re ed "ana­lo­gi­cità", nel­la pra­ti­ca si fa fa­ti­ca a scor­ge­re qual­che dif­fe­ren­za (an­che per­chè il sud­det­to mix è tutt'al­tro che "so­praf­fi­no"). Il vo­lu­me di re­gi­stra­zio­ne è nel­la nor­ma, ma la di­na­mi­ca pa­rec­chio fre­na­ta, an­che con­si­de­ran­do che si trat­ta del­la ver­sio­ne ita­lia­na di un film del 1976. In par­ti­co­la­re le fre­quen­ze bas­se so­no mol­to piat­te o ovat­ta­te, e così qual­sia­si ef­fet­to che do­vreb­be sfrut­tar­le è dav­ve­ro po­co coin­vol­gen­te. Ta­le li­mi­te è pa­le­se fin dal­la pri­ma sce­na del­lo "schian­to" (do­ve fa ca­po­li­no an­che qual­che cre­pi­tio), poi si ri­pre­sen­ta in sce­ne co­me quel­le nel de­ser­to o in au­to, o an­co­ra du­ran­te la "fal­sa" par­ten­za di New­ton, e l'uc­ci­sio­ne dell'av­vo­ca­to, o più in ge­ne­ra­le in sce­ne "oni­ri­che", o con pas­sag­gi di tre­ni o ae­rei. Gli al­ti van­no me­glio ma non trop­po: la de­fi­ni­zio­ne è ac­cet­ta­bi­le, co­me pa­le­se in cer­ti "scam­pa­nel­lii" del­la co­lon­na so­no­ra (ad esem­pio nel­la sce­na al ri­sto­ran­te giap­po­ne­se) però cu­pez­za e "ap­pan­na­men­ti" so­no sem­pre in ag­gua­to. Ed an­che le mu­si­che, sep­pur ni­ti­de e mai trop­po "stri­den­ti", non coin­vol­go­no mol­to. Que­sto fra l'al­tro è un pec­ca­to per­chè la so­no­rità del film, in­te­sa co­me mu­si­che ma an­che ef­fet­ti, è mol­to ri­cer­ca­ta e se­gue spes­so l'an­da­tu­ra psi­che­de­li­ca del­le im­ma­gi­ni. Le vo­ci non si di­sco­sta­no dal re­sto, ma so­no co­mun­que ab­ba­stan­za chia­re ed in­tel­li­gi­bi­li. In par­ti­co­la­re ri­sal­ta­no i tim­bri "dol­ci" (con in te­sta quel­lo di Bo­wie dop­pia­to da Ro­ber­to Che­val­lier), men­te i più cu­pi ten­do­no ad im­pa­star­si. Inol­tre cer­te fra­si han­no qual­che pa­ro­la "man­gia­ta", op­pu­re co­per­ta da un fru­scio a vol­te pro­nun­cia­to (ad esem­pio nei dia­lo­ghi a di­stan­za, o sus­sur­ra­ti da die­tro una por­ta co­me av­vie­ne nel­la sce­na con Da­vid Bo­wie e Can­dy Clark in al­ber­go). Ol­tre al fru­scio, si av­ver­to­no asprez­ze nel­le si­bi­lan­ti, e lie­vi sal­ti au­dio for­se do­vu­te a usu­ra o giun­te fra un rul­lo e l'al­tro del­la pel­li­co­la. Da no­ta­re in­fi­ne che du­ran­te qual­che pas­sag­gio sen­za dia­lo­ghi (ad esem­pio all'ini­zio, quan­do New­ton rac­co­glie i fo­gli la­scia­ti ca­de­re dall'av­vo­ca­to) l'au­dio pas­sa al­la ver­sio­ne ori­gi­na­le, e in que­sti ca­si la qua­lità au­men­ta mol­to. Si trat­ta sem­pre di sce­ne lun­ghe po­chi se­con­di, con l'ec­ce­zio­ne di quel­la, non pre­sen­te nel­la ver­sio­ne DVD Uni­ver­sal, con l'in­con­tro "ero­ti­co - mu­si­ca­le" fra Bo­wie e La Clar­ke, lun­ga più di 2 mi­nu­ti. In que­sto ca­so so­no pre­sen­ti an­che va­rie bat­tu­te in in­gle­se con sot­to­ti­to­li ita­lia­ni (o in al­tre lin­gue, in ba­se al­la scel­ta ini­zia­le da menù) che si at­ti­va­no in au­to­ma­ti­co. La trac­cia in­gle­se DTS HD MA 2.0 ha un qua­lità ec­ce­zio­na­le ri­spet­to a quel­la ita­la­na, e que­sto lo si po­te­va im­ma­gi­na­re per quan­to ac­cen­na­to so­pra. A dif­fe­ren­za del­la ver­sio­ne ita­lia­na, qui l'au­dio è dav­ve­ro ste­reo­fo­ni­co, ed ha un'am­piez­za ec­cel­len­te. Gli al­ti so­no de­fi­ni­ti e cri­stal­li­ni (con so­lo po­che asprez­ze in mo­men­ti "estre­mi"), i me­di vel­lu­ta­ti e c'è per­si­no qual­che no­te­vo­le "col­po" di bas­si. Il fru­scio è ine­si­sten­te, e le vo­ci so­no mo­to più pro­fon­de e rea­li­sti­che. Inu­ti­le di­re che l'ascol­to in in­gle­se con sot­to­ti­to­li ita­lia­ni (o ma­ga­ri in­gle­si, an­ch'es­si pre­sen­ti sul di­sco) è mol­to con­si­glia­to.



Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG (occhio agli spoiler!!)


Altri screencapture e confronto DVD - Blu-Ray dopo il commento sugli extra.


QUANTITA'/QUALITA' CONTENUTI EXTRA (7 e 1/2 su 10): Gli ex­tra, ac­ces­si­bi­li da menù fis­so o po­pup, in­clu­do­no un do­cu­men­ta­rio sul film e 4 in­ter­vi­ste, per una du­ra­ta com­ples­si­va di ol­tre due ore. In det­ta­glio ab­bia­mo:


Documentario Guardando l'alieno (SD, 24:27 min., sott ITA.)

Intervista a Nic Roeg (SD, 33:28 min., sott. ITA.)

Intervista a Tony Richmond (SD, 21:48 min., sott ITA.)

Intervista a Paul Mayersberg (SD, 31:50 min., sott ITA.)

Intervista a Candy Clark (SD, 27:46 min., sott ITA.)

Il do­cu­men­ta­rio, pro­dot­to dal­la An­chor Bay, ri­sa­le al 2001, ed è lo stes­so del vec­chio DVD ame­ri­ca­no con­te­nen­te la ver­sio­ne ta­glia­ta e in­te­gra­le del film. E' un fil­ma­to col­mo di in­ter­vi­ste, ed al­le qua­li par­te­ci­pa­no fra gli al­tri il pro­dut­to­re ese­cu­ti­vo Si Li­vit­noff, l'at­tri­ce Can­dy Clar­ke, il re­gi­sta Ni­co­las Roeg, il mon­ta­to­re Grae­me Clif­ford e la co­stu­mi­sta May Rou­th. Pur­trop­po non ci so­no con­tri­bu­ti di Da­vid Bo­wie o Rip Thorn, ma la quan­tità di aned­do­ti, al­ter­na­ti a spez­zo­ni del film, e fo­to sul die­tro le quin­te, è co­mun­que no­te­vo­le. Il do­cu­men­ta­rio co­pre gros­so mo­do ogni fa­se del­la la­vo­ra­zio­ne: dall'av­vio del pro­get­to (che all'ini­zio avreb­be do­vu­to es­se­re... Aran­cia mec­ca­ni­ca!) al­la scel­ta del­le lo­ca­tion in New Me­xi­co, pas­san­do per la sco­per­ta di Da­vid Bo­wie at­tra­ver­so il do­cu­men­ta­rio "Cra­ked Ac­tor". Non man­ca­no pia­ce­vo­li det­ta­gli sui co­stu­mi alie­ni (l'idea era che i per­so­nag­gi avreb­be­ro do­vu­to "in­dos­sa­re" il lo­ro be­ne più pre­zio­so, cioè l'ac­qua), e poi sul mon­tag­gio, con am­pi ri­fe­ri­men­ti ai ta­gli de­la ver­sio­ne ame­ri­ca­na. Il do­cu­men­ta­rio sve­la in­fi­ne co­me il film fos­se mu­si­ca­to ini­zial­men­te con bra­ni di The dark si­de of the moon, pri­ma che Da­vid Bo­wie com­po­nes­se ed ese­guis­se le mu­si­che (per un com­pen­so mol­to bas­so ri­spet­to a quel­li di og­gi) as­sie­me a John Phi­lips. Pas­san­do al­le in­ter­vi­ste, quel­la a Ni­co­las Roeg è ab­ba­stan­za ge­ne­ri­ca, ma co­mun­que in­te­res­san­te: il re­gi­sta rac­con­ta le sue idee sul ci­ne­ma e sul­la re­ci­ta­zio­ne, e poi sul suo con­cet­to di "fan­ta­scien­za", e co­me ne­gli an­ni que­sta ab­bia an­ti­ci­pa­to even­ti poi av­ve­ra­ti­si. Qual­che mi­nu­to è de­di­ca­to all'aspet­to po­li­ti­co (o me­glio, non po­li­ti­co) dei suoi film, poi ad aned­do­ti di va­rio ti­po, com­pre­sa la co­no­scen­za con Mi­chael Cri­ch­ton. L'espo­si­zio­ne si con­cen­tra quin­di su "L'uo­mo che cad­de sul­la Ter­ra": al­cu­ni det­ta­gli so­no gli stes­si già rac­con­ta­ti nel do­cu­men­ta­rio, e ri­guar­da­no le lo­ca­tion e Da­vid Bo­wie, al­tri in­ve­ce so­no più "fre­schi", co­me ad esem­pio quel­li su­gli stunt e su­gli at­to­ri scel­ti per le va­rie par­ti. Se­guo­no con­si­de­ra­zio­ni sul to­no del film, pen­sa­to e rea­liz­za­to sen­za sto­ry­board, e sul­le in­fluen­ze ester­ne (ov­via­men­te in­de­si­de­ra­te) da par­te de­gli stu­dio ma non so­lo. Roeg con­clu­de con qual­che ri­fles­sio­ne un po' più "fi­lo­so­fi­ca" sul­la sua idea di suc­ces­so, e sull'im­pos­si­bi­lità per gen­te co­me lui di far per­de­re le pro­prie trac­ce. L'in­ter­vi­sta al di­ret­to­re An­tho­ny Ri­ch­mond è in qual­che mo­do più "a fuo­co", e ric­ca di det­ta­gli sul­le lo­ca­tion del film, so­prat­tut­to sul­la lo­ro bel­lez­za qua­si "alie­na", e il par­ti­co­la­re si­gni­fi­ca­to che quel­le del New Me­xi­co han­no sul pub­bli­co ame­ri­ca­no, vi­sta l'at­ti­nen­za agli espe­ri­men­ti ato­mi­ci. An­che Ri­ch­mond si sof­fer­ma su Da­vid Bo­wie, sot­to­li­nean­do­ne la de­di­zio­ne al ruo­lo, ma an­che le mol­te biz­zar­rie e su­per­sti­zio­ni, non­chè sta­ti di co­scien­za par­ti­co­la­ri (si men­zio­na una non me­glio iden­ti­fi­ca­ta "so­stan­za" be­vu­ta in un suc­co d'aran­cia, e che avreb­be re­so l'at­to­re "stra­no" per gio­ni...). Si pas­sa in­fi­ne all'uso del for­ma­to ana­mor­fi­co, ed ai si­gni­fi­ca­ti del film, con in te­sta il ruo­lo del­la te­le­vi­sio­ne co­me apri­pi­sta di un as­sal­to me­dia­ti­co che ha cam­bia­to il mon­do mo­der­no. Il con­tri­bu­to del­lo sce­neg­gia­to­re Paul Mayer­sberg è for­se quel­lo più ric­co di det­ta­gli in­te­res­san­ti, ol­tre che "di spes­so­re": Mayer­sberg ini­zia con le gros­se dif­fe­ren­ze fra il film e il li­bro da cui è trat­to, e sve­la an­che che que­st'ul­ti­mo era già sta­to op­zio­na­to dal­la ca­sa pro­dut­tri­ce "Can­non" per far­ci un se­rial al­la "Fug­gi­ti­vo" ma con un pro­ta­go­ni­sta un ex­tra­ter­re­stre. Lo sce­neg­gia­to­re pro­se­gue sve­lan­do an­che co­me la po­li­ti­ca, e i ri­svol­ti di al­cu­ni per­so­nag­gi sia­no sta­ti eli­mi­na­ti (ad esem­pio l'agen­te dell'FBI che di­ven­ta un ca­po mi­li­ta­re). Inol­tre ag­giun­ge ot­ti­me con­si­de­ra­zio­ni sull'uso non li­nea­re del tem­po, e sull'am­bi­guità dei ri­cor­di del pro­ta­go­ni­sta, e su co­me ogni sce­na pro­pon­ga ge­ne­ri ci­ne­ma­to­gra­fi­ci di­ver­si (ad esem­pio il we­stern), op­pu­re in­fluen­ze di al­tre cul­tu­re co­me quel­la giap­po­ne­se. No­te­vo­li an­che i rac­con­ti su­gli at­to­ri scar­ta­ti per man­can­za di fon­di: da Pe­ter O'Too­le per la par­te di New­ton a Ja­mes Co­burn per quel­la del pro­fes­sor By­ce, e ad­di­rit­tu­ra Ja­mes Ma­son nei pan­ni dell'av­vo­ca­to Farn­swor­th. E in­fi­ne c'è an­che qual­che det­ta­glio sul mon­tag­gio al­ter­na­to di sce­ne con­ce­pi­te a quel­lo sco­po fin dall'ini­zio. Ri­spet­to a Ri­ch­mond e Mayer­sberg, Can­dy Clar­ke è più "schiet­ta" nel­la sua in­ter­vi­sta, e per que­sto an­che più di­ver­ten­te, sen­za con­ta­re che l'at­tri­ce ri­ver­sa una va­lan­ga di gu­sto­si aned­do­ti sul­la sua par­te­ci­pa­zio­ne al film. Fra i tan­ti, ci so­no quel­li sul­le dif­fi­coltà fi­si­che e di "me­mo­ria", o sul ca­ta­fal­co im­ba­sti­to per la sce­na in cui la Clar­ke tra­spor­ta Bo­wie in brac­cio. E an­co­ra, sul ten­ta­ti­vo fal­li­to di vo­mi­ta­re nel­la sce­na del­la tra­sfor­ma­zio­ne di New­ton, an­che se il top si rag­giun­ge quan­do l'at­tri­ce sve­la di aver re­ci­ta­to sia nel ruo­lo del­la mo­glie alie­na, che di New­ton stes­so: per la pre­ci­sio­ne, la "con­tro­fi­gu­ra­ta" è av­ve­nu­ta in una sce­na a New York, città do­ve l'at­to­re non si recò per la sua pau­ra dei viag­gi in ae­reo. Da no­ta­re che al­cu­ni spez­zo­ni dell'in­ter­vi­sta al­la Clark era­no già pre­sen­ti nel do­cu­men­ta­rio, an­che se qui il rac­con­to è mol­to più ric­co e com­ple­to. I fil­ma­ti han­no tut­ti una buo­na qua­lità vi­deo, an­che se gi­ra­ti in bas­sa de­fi­ni­zio­ne. So­no pre­sen­ti sot­to­ti­to­li sia ita­lia­ni che in­gle­si (pià al­tri), an­che se non è pos­si­bi­le mo­di­fi­car­li "al vo­lo" ma sol­tan­to at­tra­ver­so il menù prin­ci­pa­le.



Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG (occhio agli spoiler!!)



Confronto DVD - Blu-Ray: Full HD PNG
(occhio agli spoiler!!)















link a recensioni esterne:
Scheda del film:

Hardware con cui vedo e ascolto i Blu-Ray (in giallo quello usato per recensire il titolo):
    DISPLAY
    Panasonic plasma FULL HD 55' 3D TX-P55ST50E
    Panasonic plasma FULL HD 50' TX-P50S20
    Panasonic plasma FULL HD 46' TX-P46U20
    Panasonic plasma HD READY 50' TH50-PV60
    Panasonic plasma HD READY 42' TH42-PX7
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-980
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-680

    LETTORI
    Sony Playstation 3
    Sony BDP S-500
    Sony BDP S-550
    Samsung BDP 1400
    Samsung BDP 1500

    AMPLIFICATORI + DECODER + DIFFUSORI
    Onkyo TX DS-676, Jbl Tlx 500 (centrale), Jbl tlx 700 (frontali, posteriori), Jamo X5 (subwoofer attivo)
    Onkyo TX DS-555, Technics Sh-500, Technics Sb-ca21 (frontali), Wharfedale Modus 3 (posteriori), infinity ref. 100 (centrale)
    Harman Kardon AVR 164, sistema satelliti + subwoofer Jbl Scs 140
    Sony str-db 830, sistema satelliti + subwoofer Jbl Scs 140

    CUFFIE
    Decoder Sony MDR-1000 + cuffie Sony MDR-XB600
    Decoder + cuffie Sony MDR-6500

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4 commenti:

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