giovedì 10 gennaio 2013

Prometheus





Video strepitoso, anche se molto "digitale"
Audio italiano DTS spettacolare.
Qualche extra piacevole.
Film deludente.
Gli extra migliori sono nell'edizione 3D.
Alcune voci del doppiaggio italiano sono tremende.


FILM: Dio ci odia, e non è nem­me­no dio, ma un cul­tu­ri­sta di ce­ra­mi­ca (o bor­ghia­no, per chi co­no­sce Star Trek). Ed è pu­re è mor­to. An­zi, è vi­vo e vuo­le mor­ti noi: for­se per­chè gli ab­bia­mo ru­ba­to la scin­til­la del­la vi­ta? Ma è dav­ve­ro la scin­til­la del­la vi­ta, o un'ar­ma ti­po olio ne­ro di X-fi­les? Con que­sta mi­to­lo­gia nerd, Rid­ley Scott tor­na al­la fan­ta­scien­za clas­si­ca, e ai suoi te­mi “bla­de­run­ne­ria­ni”: ori­gi­ne dell'uo­mo, rap­por­to col crea­to­re e na­tu­ra del crea­to­re (o del "crea­to", che al­la fi­ne è lo stes­so). Ma in­ve­ce del­la poe­sia vi­sua­le di Bla­de Run­ner, ci so­no le elu­cu­bra­zio­ni del­lo sce­neg­gia­to­re lo­stia­no Da­mon Lin­de­lof: cioè il pro­fe­ta dell'enig­ma fi­ne a se stes­so, e di "spac­ca­quin­di­ci" nar­ra­ti­vi buo­ni per se­quel, pre­quel e spin-off. Lo stes­so Pro­me­theus na­sce co­me pre­quel di Alien (o me­glio, NON pre­quel), an­che se al­la fi­ne è qua­si un re­ma­ke. Stes­se si­tua­zio­ni, stes­si am­bien­ti, e l'en­ne­si­ma eroi­na da bat­ta­glia. Ma il tut­to è edul­co­ra­to, an­zi, adul­te­ra­to, da un pro­flu­vio di am­bi­zio­ni fi­lo­so­fi­che ri­sol­te nel nul­la. O in que­stio­ni di cui im­por­ta po­co o nul­la, ti­po una ge­nea­lo­gia alie­na da sche­mi­ni su In­ter­net. E ri­vi­si­ta­zio­ni più con­tor­te che ir­ri­sol­te di cer­ti mi­ti gre­ci (in­do­vi­na­re qua­li...) La re­gia è si­cu­ra, e lo sce­na­rio stu­pen­do: ma la nar­ra­zio­ne è le­tar­gi­ca, e do­po un buon ini­zio smet­te di ap­pas­sio­na­re. Man­ca­no mi­ste­ro, stra­nia­me­no, ed ef­fi­ca­ci sin­ste­si vi­sua­li del­le te­ma­ti­che. In com­pen­so ab­bon­da­no sno­di o im­plau­si­bi­li o pre­si da una sci-fi di più bas­so ran­go (la con­ta­mi­na­zio­ne tra­mi­te be­vu­ta... co­me in Le­via­than). Ad­di­rit­tu­ra, il pre­te­sto di ba­se dell' "an­dia­mo a co­no­sce­re dio" è lo stes­so di Star Trek V, con l'ag­gra­van­te del “to be con­ti­nued” lin­de­lo­fia­no (cioè se avre­mo tem­po, vo­glia e nuo­vi enig­mi da mol­ti­pli­ca­re). I trop­pi per­so­nag­gi con­fer­ma­no una ten­den­za all'ac­cu­mu­lo pre­ven­ti­vo, e quel­li più in­te­res­san­ti co­me l'an­droi­de Da­vid, e il ma­gna­te Wey­land, si per­do­no in “brie­fing” sul sen­so del­la vi­ta... me­glio se eter­na, sen­za una ve­ra ri­fles­sio­ne. Per­si­no il de­si­gn ha qual­che ca­du­ta in­spie­ga­bi­le (le cia­bat­te in­fra­di­to, i "ter­mos" alie­ni, il si­mil co­bra, il "po­li­po", il ma­keup di Wey­land sti­le so­li­ti idio­ti) e quan­do fun­zio­na è per­chè si rifà ad Alien. E non aiu­ta un te­ma mu­si­ca­le di­da­sca­li­co fin nel­la sce­na d'aper­tu­ra (cioè po­co pri­ma del brut­to vir­tuo­si­smo in CG con la ri­com­po­si­zio­ne del DNA). La ten­den­za a spie­ga­re l'in­spie­ga­bi­le, an­zi­chè sug­ge­rir­lo, è cro­ni­ca, e ben rias­sun­ta nel­la lo­ca­tion del­lo “Spa­ce joc­key” (la ce­le­bre sa­la di pi­lo­tag­gio alie­na): in­quie­tan­te e “fos­si­liz­za­ta” in Alien, qui è riem­pi­ta di con­ge­gni e lu­ci trop­po fa­mi­lia­ri, e sem­bra l'at­tra­zio­ne di un Lu­na Park. Più spet­ta­co­la­re ma me­no evo­ca­ti­va. Vi­ce­ver­sa, all'ini­zio ap­pa­re vuo­ta, ed an­che que­sto “sta­tus” ri­flet­te la con­di­zio­ne del film. Cioè un bel con­te­ni­to­re non si sa di co­sa. Quan­to al ca­sco apri­bi­le dell'"in­ge­gne­re" (ai tem­pi di Alien era un sem­pli­ce ma spa­ven­to­so te­schio) pa­re il ma­ni­fe­sto del­la nar­ra­zio­ne "a ma­trio­ska" di Lin­de­lof: ri­cor­si­va, “tra­di­tri­ce”, ba­na­liz­zan­te. E che dal gran­de si schiu­de sul mi­nu­sco­lo. Ma in ef­fet­ti lo di­ce an­che Da­vid: "big things ha­ve small be­gin­nings"...





QUALITA' VIDEO (9 e 1/2 su 10): Vi­deo 2:35:1, com­pres­so AVC, da ri­fe­ri­men­to as­so­lu­to, al­me­no per una pro­du­zio­ne di­gi­ta­le. Il ma­ster vie­ne dai da­ti del­la te­le­ca­me­ra Red Epic con cui il film è gi­ra­to: non ci so­no sta­ti pas­sag­gi su pel­li­co­la e que­sto ga­ran­ti­sce un qua­dro sta­bi­le, "nuo­vo", e sen­za spun­ti­na­tu­re. La gra­na è ine­si­sten­te, men­tre il ru­mo­re vi­deo si ma­ni­fe­sta in po­chis­si­me sce­ne scu­re (e sen­za ef­fet­ti fa­sti­dio­si). La pu­li­zia è im­pres­sio­nan­te, e la ni­ti­dez­za al­tis­si­ma, al­me­no su­gli in­nu­me­re­vo­li to­ta­li. I pae­sag­gi alie­ni (ma an­che scoz­ze­si, all'ini­zio del film), sba­lor­di­sco­no per la fi­nez­za dei det­ta­gli, men­tre gli in­ter­ni del­la "Pro­me­theus" so­no "ta­glien­ti", e con tra­me che esal­ta­no ar­re­di e stru­men­ta­zio­ni. I pia­ni me­di so­no al­tret­tan­to spet­ta­co­la­ri, gra­zie a con­tor­ni net­ti e fi­gu­re uma­ne mol­to ben de­fi­ni­te: in più van­ta­no una re­sa "ol­tre lo scher­mo" di ap­pa­rec­chia­tu­re elet­tro­ni­che, vei­co­li e tu­te spa­zia­li (so­prat­tut­to i ca­schi). Al­tret­tan­to "stac­ca­ti" ap­pa­io­no dia­gram­mi, o sche­mi al com­pu­ter, e men­zio­ne a par­te me­ri­ta­no gli ef­fet­ti "par­ti­cel­la­ri" de­gli olo­gram­mi alie­ni, e del pla­ne­ta­rio. I pri­mi pia­ni so­no con­vin­cen­ti ma mo­stra­no tex­tu­re fac­cia­li non sem­pre al top e con la re­sa un po' "pa­sto­sa" ti­pi­ca del­le te­le­ca­me­re Red. I pri­mi pia­ni su di Char­li­ze The­ron, ad esem­pio, so­no mol­to "al­gi­di", idem quel­li su Noo­mi Ra­pa­ce, men­tre cer­te in­qua­dra­tu­re di Da­vid / Mi­chael Fas­sben­der han­no un im­pat­to elet­tro­ni­co. A vol­te la stes­sa pa­sto­sità de­gli in­car­na­ti per­va­de l'in­te­ra im­ma­gi­ne, e la ren­de se­to­sa, con una lie­vis­si­ma pa­ti­na bian­ca: ma an­che in que­sto ca­so si trat­ta di un ef­fet­to del­la ri­pre­sa con te­le­ca­me­re Red. E in ge­ne­ra­le, del­la in­fe­rio­re "ma­te­ri­cità" di un fil­ma­to di­gi­ta­le ri­spet­to ad uno su pel­li­co­la. A com­pen­sa­re que­sto li­mi­te c'è una tri­di­men­sio­na­lità fa­vo­lo­sa nel­le sce­ne scu­re, as­sie­me al ne­ro pro­fon­do ma de­fi­ni­to, e un con­tra­sto ot­ti­mo. In più c'è una bril­lan­tez­za spet­ta­co­la­re di qua­si ogni si­tua­zio­ne, però sen­za bru­cia­tu­re sul­le al­ti lu­ci. Ciò è evi­den­te in ogni sce­na "spa­zia­le", poi in tut­te quel­le am­bien­ta­te nel­le ca­ver­ne alie­ne, per non par­la­re del­la se­quen­za in cui l'"in­ge­gne­re" av­via l'astro­na­ve, do­po es­ser­si chiu­so nell'ar­ma­tu­ra. I co­lo­ri so­no fred­di, con buo­na sa­tu­ra­zio­ne e pre­va­len­za di blu, gri­gio e gial­lo (più un bel­lis­si­mo tur­che­se/cia­no). Mol­to pia­ce­vo­li so­no gli spraz­zi di ros­so scu­ro, ad esem­pio ne­gli in­ser­ti sul­le tut­te, op­pu­re di ros­so vi­vo nel ca­so dei sen­so­ri vo­lan­ti, e an­co­ra, di aran­cio nel­le fiam­ma­te, e ver­de nei dia­gram­mi. In­fi­ne gli in­car­na­ti so­no na­tu­ra­li, e ben sfu­ma­ti an­che nel­le si­tua­zio­ni dif­fi­ci­li. La com­pres­sio­ne è tra­spa­ren­te: non c'è il mi­ni­mo ru­mo­re sui con­tor­ni ed è im­pos­si­bi­le scor­ge­re squa­dret­ta­tu­re an­che in su­per­fi­ci uni­for­mi, op­pu­re fu­mo­se. L'uni­ca tra­ma vi­si­bi­le è quel­la elet­tro­ni­ca del vi­deo ori­gi­na­rio, sia su gran­di scher­mi, sia al fer­mo im­ma­gi­ne. Le di­scre­tiz­za­zio­ni si li­mi­ta­no a qual­che con­tor­no sul­le lu­ci del­le tor­ce, men­tre non ci so­no alia­sing, o fil­tra­tu­re ne­fa­ste. Da se­gna­la­re una pic­co­la ano­ma­lia a cir­ca 48 min. e 55 sec., lun­go tut­ta la sce­na in cui Da­vid par­la a Weyalnd con il ca­schet­to: ad un'os­ser­va­zio­ne at­ten­ta, si no­ta una lie­vis­si­ma in­ter­fe­ren­za oriz­zon­ta­le che, con tut­ta pro­ba­bi­lità, ri­sie­de nel­la ri­pre­sa ori­gi­na­ria, op­pu­re si è ge­ne­ra­ta in po­st pro­du­zio­ne.



Voto al transfer: 10 su 10, "Fattore wow": 9 su 10.

Grafico Bitrate (cliccare sopra per ingrandirlo):


Occupazione audio/video: 36,85 Gb - Bitrate (video) 28,33 Mbit

Dati completi del Blu-Ray estratti con BDinfo


Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG
(occhio agli spoiler!!)


Altri screencapture dopo il commento sull'audio.


QUALITA' AUDIO (9 e 1/2 su 10): Au­dio ita­lia­no pre­ge­vo­le, in DTS 5.1 a 768 kbit. Il sen­so di de­fi­ni­zio­ne è im­pres­sio­nan­te, e la di­na­mi­ca sfio­ra li­vel­li re­cord, in par­ti­co­la­re sui me­dio bas­si. Il me­ri­to va all'al­to vo­lu­me e all'as­sen­za di di­stor­sio­ni, ma an­che (e so­prat­tut­to), ad uno dei sound de­si­gn più cu­ra­ti de­gli ul­ti­mi tem­pi. Al­me­no in un film di fan­ta­scien­za. La qua­lità del mis­sag­gio è ma­nia­ca­le, e col­lo­ca in mo­do pre­ci­so una va­lan­ga in­ter­mi­na­bi­le di ef­fet­ti: tan­to da ren­de­re più go­di­bi­li le sce­ne "tran­quil­le" ri­spet­to al­le (po­che) più mo­vi­men­ta­te. Fin da prin­ci­pio, gli ef­fet­ti am­bien­ta­li av­vol­go­no il pun­to d'ascol­to, e so­no sia am­pi che mol­to cri­stal­li­ni. Il fron­te an­te­rio­re è com­pat­to, e ap­pa­ga già nel­la sce­na ini­zia­le del "sa­cri­fi­cio". inol­tre è su­bi­to ac­com­pa­gna­to da una se­rie fit­tis­si­ma di ef­fet­ti po­ste­rio­ri. Que­sti ul­ti­mi so­no mol­to ag­gres­si­vi, e a vol­te così "net­ti" da far sal­ta­re sul­la pol­tro­na. I pan­ning fron­ta­li ab­bon­da­no, e nel­le sce­ne sull'astro­na­ve Pro­me­theus in­clu­do­no gli in­nu­me­re­vo­li ef­fet­ti dei com­pu­ter di bor­do, op­pu­re i boa­ti dei mo­to­ri, in­ter­ni o ester­ni. Par­ti­co­lar­men­te riu­sci­to è pro­prio lo sfri­golìo dei reat­to­ri ester­ni, sec­chis­si­mo e mol­to ni­ti­do. Ol­tre ai pan­ning, ab­bon­da­no am­bien­ze sug­ge­sti­ve, ad esem­pio di olo­gram­mi, in­ter­rut­to­ri, o an­che di una sem­pli­ce por­ta che si apre. Ogni mi­ni­mo ru­mo­re è de­fi­ni­to e in­cre­di­bil­men­te pre­ci­so: inol­tre non è so­vra­sta­to dal­le mu­si­che, che co­mun­que so­no più po­ten­ti del­la me­dia, e sem­pre chia­re. Il cen­tra­le è in­te­gra­to per­fet­ta­men­te: non si av­ver­to­no stac­chi, e gli ef­fet­ti han­no me­dio­bas­si de­gni di un su­b­woo­fer. In par­ti­co­la­re stu­pi­sco­no i ru­mo­ri at­mo­sfe­ri­ci del sa­tel­li­te LV-223, so­prat­tut­to i tuo­ni, ma lo stes­so va­le per gli spa­ri e le fiam­ma­te du­ran­te l'as­sal­to di Fie­field. E an­co­ra, i si­bi­li del­le ram­pe, i mo­to­ri dei vei­co­li e un'in­fi­nità di "cre­pi­tii" nel­le sce­ne den­tro la "pi­ra­mi­de". Quan­to al­le vo­ci dop­pia­te, la lo­ro tim­bri­ca è in li­nea col re­sto, ed è sia pie­na che se­to­sa. Non c'è di­stor­sio­ne an­che nel­le sce­ne "for­ti", e la re­sa è mol­to pie­na, ma mai trop­po in pri­mo pia­no. Inol­tre l'am­bien­za è pre­ci­sa, con eco sug­ge­sti­ve an­che ne­gli al­tri dif­fu­so­ri. Pec­ca­to giu­sto per il dop­piag­gio, qua­si ina­scol­ta­bi­le, dei pro­ta­go­ni­sti Hal­lo­way e Shaw. Dei po­ste­rio­ri si è già ac­cen­na­to, ma è da ri­ba­di­re l'ap­por­to qua­si co­stan­te: dai pic­co­li ef­fet­ti a quel­li più di­rom­pen­ti, la de­fi­ni­zio­ne è spet­ta­co­la­re. Co­me se non ba­stas­se, i pan­ning si­ni­stra de­stra, o fron­te re­tro, ac­com­pa­gna­no qual­sia­si ele­men­to del­la sce­na con pre­ci­sio­ne "mil­li­me­tri­ca". Im­pos­si­bi­le ci­ta­re tut­ti gli in­ter­ven­ti, ma di cer­to re­sta­no nel­la me­mo­ria quel­li du­ran­te la tem­pe­sta di si­li­cio, op­pu­re du­ran­te le scan­sio­ni dei sen­so­ri vo­lan­ti, e tut­ti i pic­co­li mo­vi­men­ti sull'astro­na­ve, o nel­le va­rie ca­ver­ne, e in­fi­ne nel­la sa­la di pi­lo­tag­gio alie­na (du­ran­te la sce­na del "pla­ne­ta­rio"). For­mi­da­bi­li an­che gli in­ter­ven­ti in se­quen­ze di "me­dia in­ten­sità", ti­po quel­la dell'au­top­sia o dell'abor­to, o per­si­no in pas­sag­gi ba­na­li co­me quel­lo in cui Da­vid gi­ra per l'astro­na­ve in bi­ci­clet­ta. Il su­b­woo­fer fa da ci­lie­gi­na sul­la tor­ta: la sua di­na­mi­ca è im­po­nen­te ma pre­ci­sa, e il suo ap­por­to esal­ta al mas­si­mo i boa­ti di sot­to­fon­do, gli scop­pi e per­si­no le mu­si­che. Ap­por­ti re­cord an­che nel­lo scon­tro fra le astro­na­vi, an­che se que­sta se­quen­za ha un im­pat­to un po' più "sof­fo­ca­to" di al­tre, ed ef­fet­ti che si at­ti­va­no e sva­ni­sco­no in mo­do trop­po re­pen­ti­no. Ma no­no­stan­te que­sta pic­co­la "ca­du­ta", la trac­cia re­sta spet­ta­co­lo­sa, e ap­pa­ga an­che sen­za av­va­ler­si del­la co­di­fi­ca lo­se­less.



Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG (occhio agli spoiler!!)


Confronto DVD - Blu-Ray dopo il commento sugli extra.


QUANTITA'/QUALITA' CONTENUTI EXTRA (6 e 1/2 su 10): L'edi­zio­ne 2D a un di­sco (qui re­cen­si­ta) in­clu­de so­lo po­chi ex­tra. Pur­trop­po, man­ca il Blu-Ray pre­sen­te so­lo nel­la ver­sio­ne 3D, e con­te­nen­te, fra gli al­tri bo­nus, un do­cu­men­ta­rio di quat­tro ore mol­to più in­te­res­san­te del film. I con­te­nu­ti del­la ver­sio­ne 2D so­no ac­ces­si­bi­li dal menù prin­ci­pa­le ani­ma­to, op­pu­re da quel­lo po­pup, e in­clu­do­no:


Traccia di commento del regista Ridley Scott (sott. ITA)

Traccia di commento degli sceneggiatori John Spaihts e Damon Lindelof (sott. ITA)

Scene eliminate, estese, o alternative, con il commento opzionale del montatore Pietro Scalia e del supervisore agli effetti visivi Richard Stammers (HD, 37 min., sott. ITA):

- "L'arrivo degli ingegneri" (2 min. 45 sec.)

- "E' giunto il momento" (1 min. 7 sec.)

- "Il nostro primo alieno" (51 sec.)

- "Pelle" (51 sec.)

- "Non siamo più soli" (1 min. 32 sec.)

- "Estranei di letto" (3 min. 11 sec.)

- "Holloway si abbandona" (1 min. 35 sec.)

- "L'obiettivo di David" (31 sec.)

- "Janek informa Vickers" (3 min. 43 sec.)

- "Un re ha il suo regno" (3 min. 56 sec.)

- "Fifield attacca" (2 min. 14 sec.)

- "Parla l'ingegnere" (4 min. 23 sec.)

- "Scontro finale" (5 min. 51 sec.)

- "Paradiso" (5 min. 29 sec.)

Gli schedari di Peter Weyland (HD, 18 min. 57 sec., sott. ITA), comprende:

- "Elizabeth Shaw - ripresa quiet eye"(2 min. 37 sec.)

- "Buon compleanno, David" (2 min. 28 sec.)

- "Trasmissione sulla Prometheus" (7 min. 8 sec.)

- "La conferenza TED, 2023" (6 min. 58 sec.)

Le com­men­ta­ry so­no pia­ce­vo­li ma non sve­la­no nien­te di ec­ce­zio­na­le. An­zi, ascol­tan­do quel­la di Rid­ley Scott si ha l'im­pres­sio­ne che lo stes­so re­gi­sta non ab­bia ben chia­ri cer­ti aspet­ti di una tra­ma an­co­ra in "di­ve­ni­re". Co­mun­que la sua trac­cia è ric­ca di in­for­ma­zio­ni su re­gia, de­si­gn, per­so­nag­gi (il col­le­ga­men­to fra Da­vid e La­w­ren­ce D'Ara­bia), e va­rie idee scar­ta­te o mo­di­fi­ca­te. Mol­ti an­che i pas­sag­gi in cui Scott ac­co­sta il film ad Alien o Bla­de run­ner, e fra una de­scri­zio­ne e l'al­tra ab­bon­da­no det­ta­gli "mi­to­lo­gi­ci", scien­ti­fi­ci o fi­lo­so­fi­ci. An­che la trac­cia de­gli sce­neg­gia­to­ri non sve­la mol­to, ma è più in­te­res­san­te per­chè spie­ga tut­te le mo­di­fi­che al­la tra­ma ap­por­ta­te da Da­vid Lin­de­lof sul­la pri­ma boz­za di John Spai­ths. I cam­bia­men­ti, al­la sto­ria o al mon­tag­gio, so­no im­por­tan­ti, e sia Lin­de­lof che Spai­ths de­scri­vo­no sce­ne che poi non so­no sta­te gi­ra­te (ad esem­pio quel­la con Guy Pier­ce vi­si­ta­to da Da­vid in un mon­do olo­gra­fi­co). Am­pi scam­bi so­no de­di­ca­ti ai per­so­nag­gi, al de­si­gn del­le crea­tu­re e del­le na­vi (giu­di­ca­te da Spai­ths trop­po pie­ne di det­ta­gli). E in­fi­ne c'è qual­che con­si­de­ra­zio­ne sul­la fun­zio­na­lità del 3D usa­to nel­le ri­pre­se. Le sce­ne eli­mi­na­te so­no for­se il con­te­nu­to cen­tra­le, ed han­no un vi­deo qua­si iden­ti­co a quel­lo del film. Al­cu­ne am­plia­no se­quen­ze già esi­sten­ti, con ele­men­ti in più che però con­trad­di­co­no la nar­ra­zio­ne. Al­tre, ti­po quel­la del­la "pel­le", esplo­ra­no idee poi ab­ban­do­na­te. I tan­to sban­die­ra­ti ini­zio e fi­na­le al­ter­na­ti­vi ag­giun­go­no ben po­co, ed è una for­tu­na che sia­no sta­ti ri­dot­ti per­chè di­da­sca­li­ci. Pe­dan­ti an­che le sce­ne con i dia­lo­ghi fra Char­li­ze The­ron e Idris El­ba, e quel­la con la sto­riel­la del­la Ra­pa­ce, men­tre è mol­to bel­lo, ma im­plau­si­bi­le, il con­fron­to "ex­ten­ded" sem­pre fra la Ra­pa­ce e l'in­ge­gne­re. E' con­si­glia­to l'ascol­to del­la trac­cia di com­men­to op­zio­na­le di Pie­tro Sca­lia, ric­ca di in­for­ma­zio­ni sull'eli­mi­na­zio­ne del­le sce­ne. Gli ar­chi­vi di Pe­ter Wey­land so­no un con­te­nu­to pret­ta­men­te "mi­to­lo­gi­co", e dan­no qual­che in­for­ma­zio­ne in più sul ma­gna­te in­ter­pre­ta­to da Guy Pier­ce e sui per­so­nag­gi del­la dot­to­res­sa Shaw e dell'an­droi­de Da­vid. Ogni fil­ma­to ha una sua im­po­sta­zio­ne: dal­lo spot pub­bli­ci­ta­rio al­la me­ga­con­fe­ren­za/show sti­le Mi­cro­soft, pas­san­do per l'in­ter­vi­sta di la­vo­ro con in­te­gra­to te­st del­la per­so­na­lità, e fil­ma­to "pro­mo" ti­po quel­lo sul­la son­da spa­zia­le Voya­ger. Il "pro­mo" (de­sti­na­to agli "in­ge­gne­ri" e in par­te vi­si­bi­le nel film) è la clip più par­ti­co­la­re, e in­clu­de fil­ma­ti rap­pre­sen­ta­ti­vi del pia­ne­ta Ter­ra e del­la raz­za uma­na, più spez­zo­ni in cui i va­ri mem­bri del­la Pro­me­theus si ad­de­stra­no. Per al­cu­ni se­con­di si scor­go­no an­che dei for­mi­da­bi­li ve­li­vo­li fu­tu­ri­sti­ci che però non ap­pa­io­no nel film. Da no­ta­re che ogni fil­ma­to com­pren­de un'in­tro­du­zio­ne-com­men­to del­lo stes­so Pe­ter Wey­land, e for­se pro­prio ta­li scrit­ti in­clu­do­no i det­ta­gli più cla­mo­ro­si sul back­ground del­la sto­ria. Uno ri­guar­da la ri­va­lità fra Wey­land e L'El­don Tyr­rell di Bla­de Run­ner. L'al­tro, an­che più no­te­vo­le, si ri­fe­ri­sce al pia­ne­ta do­ve di svol­ge Alien, LV-426, a quan­to pa­re già in­di­vi­dua­to dal­la Wey­land do­po l'in­ter­cet­ta­zio­ne di un mi­ste­rio­so, e de­bo­lis­si­mo se­gna­le. Il com­men­to scrit­to spe­ci­fi­ca an­che che l'an­droi­de Da­vid è sta­to in­for­ma­to del­la sco­per­ta, e do­vrà... in­da­ga­re. Tut­ti i con­te­nu­ti fil­ma­ti so­no in HD, in­clu­do­no sot­to­ti­to­li ita­lia­ni, ed han­no una qua­lità vi­deo stre­pi­to­sa.



Confronto DVD - Blu-Ray: Full HD PNG
(occhio agli spoiler!!)










link a recensioni esterne:
Scheda del film:
Hardware con cui vedo e ascolto i Blu-Ray (in giallo quello usato per recensire il titolo):
    DISPLAY
    Panasonic plasma FULL HD 55' 3D TX-P55ST50E
    Panasonic plasma FULL HD 50' TX-P50S20
    Panasonic plasma FULL HD 46' TX-P46U20
    Panasonic plasma HD READY 50' TH50-PV60
    Panasonic plasma HD READY 42' TH42-PX7
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-980
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-680

    LETTORI
    Sony Playstation 3
    Sony BDP S-500
    Sony BDP S-550
    Samsung BDP 1400
    Samsung BDP 1500

    AMPLIFICATORI + DECODER + DIFFUSORI
    Onkyo TX DS-676, Jbl Tlx 500 (centrale), Jbl tlx 700 (frontali, posteriori), Jamo X5 (subwoofer attivo)
    Onkyo TX DS-555, Technics Sh-500, Technics Sb-ca21 (frontali), Wharfedale Modus 3 (posteriori), infinity ref. 100 (centrale)
    Sony str-db 830, sistema satelliti + subwoofer Jbl Scs 140

    CUFFIE
    Decoder Sony MDR-1000 + cuffie Sony MDR-XB600
    Decoder + cuffie Sony MDR-6500

3 commenti:

Salvio ha detto...

Mi chiedevo come mai non hai optato per l'acquisto della versione 3D, che era l'unica che ti avrebbe permesso di beneficiare del disco bonus e dello strepitoso documentario "Gli Dei Furiosi". Per il resto, come al solito, recensione coi fiocchi !

DartBadio ha detto...

In realtà ho anche la versione 3D, però è quella inglese senz'audio italiano ;)

Salvio ha detto...

Beh... il disco bonus e' MULTI-EU, quindi anche in UK ha i sottotitoli ita :)